Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/03/2016, a pag. 15, con il titolo "L'Europa regala 252 milioni agli amici dei terroristi", l'analisi di M.G.
A destra: Abu Mazen non ha mai rinunciato a incitare al terrorismo contro Israele
Il momento è delicato: non c'è una lira in cassa e bisogna fare fronte alle spese per sostenere l'emergenza immigrazione. Pertanto, l'Unione europea si vede costretta per la prima volta nella storia a limare il budget destinato agli aiuti ai Paesi extracomunitari per reperire le risorse da distribuire tra gli Stati membri onde aiutarli a fronteggiare la questione migratoria. Nonostante le ristrettezze, c'è però un capitolo di spesa cui a Bruxelles non hanno intenzione di rinunciare: quello relativo agli stanziamenti per i palestinesi.
Quello tra la Ue e la Palestina, d'altronde, è il più radicato degli amori: l'Unione mena vanto di essere il maggior donatore multilaterale di aiuti intemazionali ai rifugiati palestinesi (solo nel periodo tra 2007 e 2014 è stato donato oltre un miliardo di euro) e le istituzioni comunitarie non perdono occasione per offrire alla causa palestinese la propria forza d'urto in termini di lobbying (per l'esempio più recente vedere alla voce etichettatura dei prodotti israeliani provenienti dalle colonie). Pertanto, si allarghino i cordoni della borsa e si proceda a dotare i palestinesi dei dovuti quattrini. Che non sono propriamente pochi: 252,5 milioni di euro per l'esattezza.
Lo stanziamento sarà diviso in due tronconi: il primo e più consistente (170,5 milioni) sarà destinato direttamente all'Autorità nazionale palestinese. Questi soldi, informa una nota della Commissione, serviranno alle spese dei servizi sanitari e scolastici, al sostegno delle famiglie povere e al funzionamento degli ospedali di Gerusalemme Est. La seconda tranche da 82 milioni sarà invece destinata all'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei profughi palestinesi nel vicino oriente e verrà utilizzata per la fornitura dei servizi di base.
UNRWA: l'agenzia di stoccaggio dei missili (di Hamas) dell'Onu, nascosta dietro l'etichetta di organizzazione assistenziale per i "profughi"
Il punto è che gli organismi destinatari del denaro non sono noti per essere al di sopra di ogni sospetto. L'Anp è stata ripetutamente accusata da Israele di utilizzare parte dei soldi ricevuti a titolo di aiuto internazionale per finanziare attività terroristiche arrivando persino a creare una sorta di sistema di welfare pubblico per il sostentamento delle famiglie dei guerriglieri caduti, per così dire, in servizio; discorso simile per l'Unrwa, la cui contiguità con gli elementi radicali della galassia palestinese (inclusa Hamas) è stata al centro di più di una controversia.
Per Bruxelles, tuttavia, va benone così: «Attraverso questo pacchetto l'Unione europea ha rinnovato il suo impegno concreto verso i palestinesi», dichiara l'Alto rappresentante della Pesc Federica Mogherini, invitando le autorità locali ad operare «basandosi sul rispetto dello stato di diritto e sui diritti umani, elementi cruciali in vista della creazione di uno Stato palestinese indipendente e sovrano».
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