lunedi` 18 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
02.03.2016 Bds fa chiudere l'impianto di SodaStream e i palestinesi perdono il lavoro: obiettivo raggiunto dagli antisemiti che odiano la convivenza
Commento di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 02 marzo 2016
Pagina: 14
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «'Boycott Israel', e i palestinesi perdono il lavoro»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/03/2016, a pag. 17, con il titolo "'Boycott Israel', e i palestinesi perdono il lavoro", il commento di Amedeo Ardenza.

Immagine correlata
Lavoratori arabi palestinesi nell'impianto di SodaStream di Mishor Adumim: hanno perso il lavoro per l'iniziativa razzista e antisemita del movimento Bds

Bds-SodaStream 74 a 0. Il movimento internazionale per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele ha ottenuto una vittoria contro l'azienda israeliana specializzata nella produzione di bibite gassate. Una vittoria conquistata sulla pelle dei palestinesi: in seguito alle campagne del movimento, lunedì SodaStream ha licenziato anche gli ultimi 74 lavoratori palestinesi che impiegava fino a qualche mese fa nello stabilimento di Mishor Adumim, a pochi chilometri da Gerusalemme, nella Cisgiordania occupata dal 1967 a seguito della Guerra dei Sei Giorni.

Il Bds si oppone alla presenza israeliana nei Territori palestinesi e predica il boicottaggio economico dello Stato ebraico come «risposta all'occupazione, alla colonizzazione, all'apartheid» di Israele. Peccato che fino al 2014 nello stabilimento incriminato lavorassero fianco a fianco 1.300 addetti, 350 dei quali ebrei israeliani, 450 arabi israeliani e 500 palestinesi della Cisgiordania, con paghe commisurate alle qualifiche e non all'origine etnica o al credo religioso. Quotata al Nasdaq dal 2010, quella di SodaStream è una storia di successo: nel gennaio del 2014 l'azienda aveva anche ingaggiato la bella Scarlett Johansson nel ruolo di ambasciatrice del marchio. Tuttavia la compagnia non aveva messo in conto le campagne del Bds, che nel 2014 hanno spinto una serie di catene britanniche della grande distribuzione a togliere i prodotti dell'azienda dai propri scaffali. Da cui la decisione della compagnia di chiudere l'impianto di Mishor Adumim nell'ottobre del 2015, con il conseguente progressivo licenziamento della manodopera locale.

«La chiusura è stata graduale: nel frattempo abbiamo assorbito quanto più personale possibile nel nuovo impianto situato nel sud d'Israele, nei pressi della città beduina di Rahat», spiega a Libero il portavoce di SodaStream, Mayaan Neva. «Abbiamo 1200 dipendenti e una grande diversità: il 35% dei lavoratori è composto da beduini, 175 dei quali sono donne al primo impiego con turni fatti su misura per permettere loro di coniugare lavoro e vita famigliare. Poi naturalmente abbiamo ebrei israeliani, arabi israeliani sia musulmani che cristiani e ancora dipendenti drusi. Siamo molto fieri del nostro operato».

Immagine correlata

E i 74 licenziati? «Questa è la storia triste: per mesi abbiamo organizzato navette per permettere loro di raggiungere Rahat: quattro ore di viaggio al giorno fra traffico e controlli ai valichi. La burocrazia però ci ha messo lo zampino: abbiamo dovuto chiedere di prolungare i loro permessi di lavoro a cinque ministeri diversi e al terzo rinnovo abbiamo fallito. Siamo arrabbiati anche con il governo e ci dispiace molto per i dipendenti: dopo sei anni eravamo una sola famiglia», spiega Mayaan, «e soprattutto erano i migliori ambasciatori contro il Bds».

Dall'economia pura e semplice, il boicottaggio si è fatto intanto a 360°: basti pensare alla raccolta-firme su Bds Italia per convincere Eros Ramazzotti ad annullare il suo concerto di aprile a Tel Aviv. «La campagna del boicottaggio di SodaStream continuerà?». «Adesso che non siamo più nella West Bank sarà difficile per loro inventarsi bugie sul nostro conto», conclude il portavoce. «Per chi avesse ancora dubbi, consiglio su YouTube il video "An island of peace" dove parlano i nostri dipendenti».

Per inviare la propria opinione a Libero, telefonare 02/999666, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT