Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 23/02/2016, a pag. 7, l'articolo "Silvio a Netanyahu: 'Vi aiuto io con gli Stati Uniti' ".
Silvio Berlusconi: la "sua" Italia voleva essere buona amica di Israele, ma anche di dittatori come Gheddafi e Putin. Le sue dichiarazioni di amicizia verso Israele hanno segnato una svolta positiva nel rapporto dell'Italia con lo Stato ebraico dopo decenni di politica filoaraba.
Per quanto riguarda le intercettazioni americane, non possiamo non constatare due metri differenti di giudizio: Pollard è stato recluso per 30 anni per aver compiuto qualcosa di simile a quanto è emerso adesso, e di cui sono responsabili gli Stati Uniti.
Ecco l'articolo:
Benjamin Netanyahu con Silvio Berlusconi
ISRAELE ha chiesto ai paesi europei, tra cui l’Italia, un aiuto per appianare le attuali frizioni nelle sue relazioni con gli Stati Uniti, secondo i report della diplomazia italiana del 13 marzo. Parlando con il primo ministro italiano Silvio Berlusconi, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha sottolineato che il pretesto della controversia – la contestata decisione di Israele di costruire 1.600 case a Gerusalemme est – è totalmente in linea con la politica nazionale risalente fin all’amministrazione di Golda Meir, e ha dato la colpa di questo affronto a un funzionario di governo con scarsa sensibilità politica.
L'americano Jonathan Pollard: 30 anni in carcere per spionaggio a favore di Israele... nemmeno un nemico, ma uno Stato amico!
L’obiettivo ora, ha detto Netanyahu, è quello di evitare che i palestinesi utilizzino questo argomento come pretesto per bloccare una ripresa dei colloqui o per avanzare pretese irrealistiche che rischierebbero di affondare del tutto i negoziati di pace. In seguito, egli ha affermato che la tensione è stata accresciuta solo dal mancato contatto diretto tra lui e il presidente degli Stati Uniti.
Dal canto suo, Berlusconi ha promesso di mettere l’Italia a disposizione di Israele per contribuire a ricucire i suoi rapporti con Washington. Altri funzionari israeliani, del resto, si sono detti convinti che questa divergenza di vedute vada ben oltre la banale questione dei piani di costruzione, e che segni invece il punto più basso mai raggiunto nei rapporti tra Stati Uniti e Israele.
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