Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/02/2016, a pag. 25, con il titolo "Nuova taglia su Rushdie: il gioco ambiguo dell'Iran", il commento di Guido Olimpio.
Guido Olimpio
Salman Rushdie
In Iran c’è chi prova a cambiar pagina, spera in una normalità che porti fuori dal clima di rivoluzione permanente dove si trovano a loro agio i radicali. Che, però, hanno sempre i mezzi per creare problemi. E sanno bene su quali tasti insistere per attirare l’attenzione globale. Quaranta organizzazioni mediatiche iraniane hanno offerto 600 mila dollari di taglia sulla testa di Salman Rushdie, l’autore dei versetti satanici. Un appello alla vendetta nell’anniversario dell’oscena fatwa emessa dall’ayatollah Khomeini il 15 febbraio del 1989. Una prova che per i duri e puri il tempo non passa mai. Usano in modo strumentale quella pagina nera consapevoli dell’impatto che può avere. Si muovono mentre il presidente Rouhani, con l’accordo nucleare e contatti, prova a ridisegnare il ruolo per un paese fondamentale. Nel corso degli anni il regime ha espresso posizioni diverse sull’editto religioso. Lo hanno lasciato decantare, poi confermato, tirato fuori ogni volta che è servito per manovre politiche tra i confini iraniani e all’estero.
Spesso i mullah sono rimasti nell’ambiguità. È la loro arte, è la loro arma. Non se la sentono di smentire in modo netto la famosa decisione del padre della Repubblica islamica e tengono comunque sotto pressione lo scrittore, che non potrà mai rilassarsi nel timore di un killer nascosto nell’ombra. Celebre la formula usata dagli ayatollah quando chiedevano loro se il decreto di morte approvato dall’imam di Qom fosse ancora valido: la freccia è già stata scoccata. Nel senso che, anche volendo non è possibile fermarla. Un’assunzione di responsabilità preventiva nel caso che qualche zelota trovi una breccia per eseguire la missione assassina. Non importa quando. Ecco perché il premio in dollari offerto dai media può essere solo l’ennesima provocazione degli estremisti, ma anche la spia di come l’Iran debba ancora superare molti esami di affidabilità.
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