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La Repubblica Rassegna Stampa
17.02.2016 La Turchia spara a tappeto contro i curdi, non contro lo Stato islamico
Cronaca di Fabio Scuto

Testata: La Repubblica
Data: 17 febbraio 2016
Pagina: 12
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «Siria, offensiva turca contro i curdi»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 17/02/2016, a pag. 12, con il titolo "Siria, offensiva turca contro i curdi", la cronaca di Fabio Scuto.

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Fabio Scuto

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Peshmerga curdi ad Azaz, in Siria

Risalgono, bassi sulle gambe e l’Ak in mano, gli uomini delle milizie curde del Ypg l’altura che delimita la periferia ovest di Azaz, l’ultima città siriana nelle mani dei ribelli di Al Nusra, prima del confine con la Turchia. Azaz è la vena giugulare con la quale Ankara in questi cinque anni ha rifornito di armi le milizie islamiche in guerra con Bashar el Assad. Ora, con i bombardamenti dell’aviazione russa a tappeto, i governativi avanzano a valle dentro Aleppo mentre le forze curde dilagano sulle alture e stanno prendendo il controllo della zona. Ieri sera nella località strategica di Marea, a soli 6 chilometri dal confine turco, gruppi jihadisti si sono arresi alle milizie del Ypg che hanno preso il controllo della cittadina. Azaz potrebbe essere la prossima a cadere e per questo da oltreconfine da sabato scorso l’artiglieria turca bombarda la zona nel tentativo di fermare l’avanzata dei curdi. I raid dell’aviazione turca si susseguono, partono dalla base di Incirlik e sono diretti verso un fazzoletto di cielo dove agiscono anche le squadriglie di Sukhoi-30 russi che martellano la periferia ovest di Aleppo, ancora in mano ai ribelli islamisti. Il rischio di uno scontro diretto è altissimo, Azaz potrebbe diventare il “casus belli” per un’ulteriore escalation fra Mosca e Ankara.

In città restano oltre 100.000 abitanti e anche migliaia di sfollati da Aleppo e dagli altri centri a valle, che hanno trovato alloggi di fortuna in scuole, moschee, magazzini, fra le rovine. Dopo i bombardamenti di lunedì è rimasto agibile un solo ospedale in città. Sei chilometri più a nord c’è il valico di Kilis, dove 30mila persone premono sulle barriere per entrare in Turchia, ma il campo profughi Bab el Salam è al collasso e i cancelli restano chiusi. Se Azaz cadrà in mano del Ypg si paventa il peggiore incubo per la Turchia, con la nascita de facto sul terreno di una giuntura con le altre regioni curde, un Kurdistan siriano. Approfittando della disfatta dei ribelli filo-qaedisti di Al Nusra per conquistare terreno e rilanciare la loro ambizione di autonomia, i curdi hanno strappato vaste aree all’Is e ora controllano il 14% della Siria e quasi i tre quarti dei 910 chilometri di frontiera fra Siria e Turchia. Questa è, e resta, una guerra di tutti contro tutti e le alleanze dei curdi del Ypg sono solo strategiche, non si sono allineati né con Assad che li ha combattuti per decenni né con i ribelli moderati.

La priorità del Ypg è sfruttare i guadagni territoriali e costruire alleanze regionali per essere accettato come parte della “nuova Siria”. Ai negoziati di Ginevra i curdi non sono stati nemmeno invitati. Gli Stati Uniti si trovano in grande imbarazzo, considerano i curdi essenziali nella lotta al Califfato ma sono anche alleati della Turchia nella Nato. Nel frattempo è evidente che sul campo di battaglia è nato un accordo tra curdi e i russi, Mosca non può ignorare che le milizie curde sono la forza principale che combatte i jihadisti. Assad ha osteggiato quest’intesa ma non ha scelta, il suo futuro è legato alla Russia.

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