Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 16/02/2016, a pag. 16, con il titolo "Olmert entra in carcere: è il primo ex premier", la cronaca di Davide Frattini.
Davide Frattini
Ehud Olmert
Nove anni fa, da primo ministro, ne aveva invocato le dimissioni, per lui Moshe Katsav non poteva più essere il presidente degli israeliani. Da ieri mattina Ehud Olmert lo ritrova come vicino, ala speciale della prigione di Maasiyahu: sono sei celle per diciotto condannati, tenuti separati dal resto dei carcerati. Il direttore ha spiegato di aver addestrato i secondini che dovranno trattare con l’ex premier, li ha istruiti a trovare una via di mezzo tra il rispetto verso il leader entrato giovanissimo in politica nel 1966 e l’uomo che deve scontare diciannove mesi per corruzione e ostruzione della giustizia. Olmert, 70 anni, è il primo ex capo di governo israeliano a finire in carcere, Katsav si era dimesso da presidente quando era stato accusato e poi condannato a sette anni per violenza sessuale e molestie. «Siamo l’unica democrazia — commenta Anshel Pfeffer sul giornale liberal Haaretz — ad aver mandato in galera due cariche così alte. Gli americani alla fine concessero la grazia a Richard Nixon».
L’ex premier ha pubblicato un video sul web prima di essere portato via: ripete di essere innocente, ricorda i suoi successi nei decenni al potere, gli sforzi per raggiungere un accordo di pace con i palestinesi, cerca di lasciare in eredità un’immagine più pulita di quella rovinata dagli scandali. Il filmato è stato ripreso nella casa di Katamon a Gerusalemme, la città di cui è stato sindaco per due volte ed è attorno a quei mandati che si sono concentrate le inchieste dei magistrati e della polizia. Il suo arrivo a Maasiyahu è stato trasmesso in diretta dalle televisioni israeliane, uno spettacolo dell’«orrore» come scrive il commentatore Udi Segal sul quotidiano Maariv : «Tutti stiamo davanti allo schermo, qualcuno con vergogna, qualcuno con tristezza, qualcuno con pietà molti con un senso di rivincita». Il ruolo politico di Olmert in questi anni di processi è stato rivalutato, perfino quei trentaquattro giorni di guerra con l’Hezbollah libanese nel 2006, che — ammettono adesso gli analisti — hanno per ora garantito la tranquillità sul fronte nord.
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