Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 10/01/2016, a pag. 46, con il titolo "La fine non è nota, parola di detective", la recensione di Susanna Nirenstein.
Susanna Nirenstein
Un’ipotesi di violenza di Dror A. Mishani (Guanda ed.)
Avraham Avraham, l’ispettore israeliano scombinato, solitario, depresso ambizioso di Dror Mishani, torna a indagare come già aveva fatto in Un caso di scomparsa: questa volta sa che il suo difetto è la troppa empatia, caratteristica che non lo fa sospettare delle persone giuste, e quindi è molto più aggressivo. La capacità di introspezione di Mishani è notevole, e la costruzione del plot anche: quando crediamo che si stia risolvendo il giallo (una finta bomba piazzata davanti a un asilo, i genitori infuriati), ecco che qualche nuovo elemento manda all’aria la soluzione immaginata o aggiunge interrogativi.
Cosa si può volere di più da un thriller? Intorno, l’Israele della quotidianità, senza troppi quattrini in tasca, la paura delle bombe, gli immigrati, qualche violenza del sottobosco di Tel Aviv. Mishani, innamorato dei noir fin da bambino, tiene fede alle sue promesse: Avraham torreggia con i suoi pensieri cupi e col suo andare fino in fondo, costi quel che costi.
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