Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/01/2016, a pag. 13, con il titolo "Israele, profanato il cimitero dei monaci salesiani", la cronaca di Davide Frattini.
Attendiamo le tempestive indagini che certamente verranno svolte per scoprire i responsabili della profanazione.
Ecco l'articolo:
Davide Frattini
Il cimitero profanato
Le croci in pietra e di legno portano i nomi dei monaci italiani che a Beit Jamal hanno vissuto e sono morti. Oltre una decina è stata divelta dal prato, spezzata e distrutta in segno di disprezzo: i vandali non vogliono accettare quel monastero sulle montagne verso Gerusalemme dove — credono i sacerdoti salesiani — è stato seppellito in una grotta Santo Stefano. L’attacco è avvenuto alla metà dello scorso dicembre ed è stato denunciato ieri da Wadi Abunassar, consigliere dell’assemblea dei vescovi di Terra Santa, che ha ricordato le devastazioni nello stesso cimitero perpetrate già nel 1981 e le scritte anti-cristiane dipinte sui muri del palazzo nel 2014. «Non è il primo episodio di questo genere e non vogliamo che finisca come in passato: “assalitori ignoti” che non vengono arrestati. Esortiamo le autorità israeliane a trovare i responsabili», commenta il portavoce del Patriarcato latino di Gerusalemme. «Il governo deve sforzarsi per educare tutti gli abitanti al rispetto gli uni degli altri».
Essaoui Frej, deputato dell’estrema sinistra, ha denunciato «l’impunità concessa a queste bande che continuano a colpire indisturbate perché non vengono considerate come organizzazioni terroristiche». A metà dello scorso giugno un incendio ha devastato la chiesa della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci a Tabga nel nord del Paese e lo Shin Bet, il servizio segreto interno, aveva subito puntato le indagini tra i gruppi degli estremisti ebrei anche perché la rivendicazione marcata sulle pareti del palazzo lasciava pochi dubbi: «I falsi idoli saranno distrutti» stava scritto, come proclama una preghiera recitata tre volte al giorno dagli osservanti. Il presidente Reuven Rivlin aveva condannato l’attacco e aveva dichiarato che «Israele come Stato e come società ha il dovere di proteggere e preservare i luoghi santi di tutte le religioni».
Alla fine di luglio sono stati arrestati cinque giovani che vivono negli avamposti illegali in Cisgiordania, quei «ragazzi delle colline» che si oppongono a qualunque accordo con i palestinesi. Credono con fervore — come scrive l’atto d’accusa dei magistrati — che «solo chi combatte la cristianità possa chiamarsi ebreo». Oltranzisti religiosi che si sono opposti anche alla preghiera di Papa Francesco nella sala del Cenacolo durante la visita del maggio 2014, in quell’edificio che è tra i più contesi tra le pietre contese di Gerusalemme: ricostruito dai crociati, affidato da Roberto d’Angiò e dalla regina Sancha di Napoli ai francescani, conquistato da Solimano il Magnifico che lo trasformò in moschea, venerato dagli ebrei ultraortodossi che lo considerano il luogo dove venne seppellito re Davide.
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