Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/01/2016, a pag. 11, con il titolo "Erdogan: 'Le esecuzioni sono un affare interno' ", la cronaca di Marta Ottaviani.
Marta Ottaviani
Recep Tayyip Erdogan
Le esecuzioni capitali in Arabia Saudita sono un «affare interno» e non sono volte a creare tensioni fra sunniti e sciiti. Lo ha dichiarato ieri il presidente della Repubblica turco, Recep Tayyip Erdogan, commentando la situazione internazionale. «Le esecuzioni sono un affare interno del Paese – ha spiegato Erdogan -. Che poi si approvi o meno la decisione è un discorso separato». Non solo. Il capo di Stato ha definito «inaccettabile» l’attacco all’ambasciata saudita a Teheran, accusando le autorità iraniane di non aver protetto a sufficienza la sede diplomatica, e ha anche respinto la tesi che le 47 uccisioni dello scorso 2 gennaio abbiano come scopo l’escalation della tensione fra i due rami dell’Islam. «Dei giustiziati – ha chiosato Erdogan – solo tre erano sciiti».
La Turchia sta cercando di tenere una posizione il più possibile imparziale nella questione. Ma un occhio di riguardo per l’Arabia Saudita sembra inevitabile. Non solo si tratta di due Paesi a maggioranza sunnita. Ankara e Riad hanno idee simili sulla soluzione della crisi siriana, soprattutto sulla deposizione del presidente Assad. Inoltre, proprio tre giorni prima delle esecuzioni, Erdogan ha firmato con il re saudita Salman una serie di accordi in chiave anti-Russia per aumentare la collaborazione economica, energetica e militare. Un giro di affari che potrebbe superare i dieci miliardi di dollari.
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