Riprendiamo dall' UNITA' di oggi, 29/12/2015, a pag.10, con il titolo "Israele e le colonie, la partita truccata contro i palestinesi", l'articolo di Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi.
Udg, ritorna ! con te c'era più gusto...
Lo riprendiamo perchè sarebbe un peccato di mancata ironia non farlo, per noi e i nostri lettori.
1. cominciamo dal titolo, all'Unità devono essere messi male se fanno dei titoli simili. 'Partita truccata contro i palestinesi' ?
2. La prima riga è un capolavoro: 'In Israele in questi giorni è dibattito sull'occupazione' In questi giorni ? Ma dove sono vissuti in tutti questi decenni i due illustri / sconosciuti cronisti che l'hanno scritto ?
3. Talmente illustri, che per avvalorare la loro tesi hanno sentito un certo professor Lorenzo Veracini. origini toscane e docente all'Università di Melbourne, uno dei massimi esperti in materia di colonialismo, Bum ! uno dei massimi esperti in colonialismo !! Peccato che nessuno l'abbia mai sentito nominare ! Che sia un compagno di osteria dei due cronisti ?
Poverà Unità, se proprio deve continuare a disinformare i propri lettori, si affidi almeno a Udg, se non altro un po' di discernimento l'ha accumulano in anni di lavoro ideologico.
P.S. Un bravo a Matteo Renzi, che si è dato molto da far per riporate in vita un giornale cadavere, speriamo che per informarsi su Israele non legga l'Unità !
Ecco il pezzo:
In Israele in questi giorni è dibattito sull'occupazione. Molti intellettuali israeliani sono più volte intervenuti pubblicamente per segnalare come atteggiamento del governo guidato da Netanyahu abbia contribuito a peggiorare il clima politico. Nelle ultime ore è intervenuto lo scrittore Amos Oz che ha scelto di esprimere la propria opinione scrivendo una lettera ai giomali: In considerazione delle politiche sempre più estreme del governo israeliano, chiaramente intenzionato a controllare I territori occupati espropriandoli alla popolazione locale palestinese, ho appena deciso di non partecipare più ad alcuna iniziativa in mio onore nelle ambasciate israeliane».La Comunità internazionale riconosce che il sopruso alla Palestinaè nell'occupazione militare israeliana e nella costruzione delle colonie oltre la linea Verde. Entrambe le questioni risalgono al 1967 e ininterrottamente arrivano sino ai giorni nostri. Gli insediamenti di fatto hanno provocato un'alterazione della carta geografica della regione, precludendo il diritto dei palestinesi all'autodeterminazione in uno Stato autonomo. «Il colonialisrno odiero ha rimescolato le carte ma la partita rimane truccata». Inizia così il nostro colloqui con il professor Lorenzo Veracini. origini toscane e docente all'Università di Melbourne, uno dei massimi esperti in materia di colonialismo. Willem De Klerk, premio Nobel assieme a Mandela.ha detto:(senza una soluzione due Stati per due popoliT potrà trasformarsi in uno Stato d'apartheid».C'è chi ritiene che di fatto è già la realtà della condizione dei palestinesi. Secondo Veracini «ci sono affinità e divergenze.L'affinità principale riguarda il fatto che una comunità si arroga il diritto di controllare la mobilità dell'altra: dove si può andare, quando. con che permessi. Se sei un palestinese e passi la vita a fare la fila ai check point magari la somiglianza ti salta agli occhi».Oggi. i n base aglii Accordi di Oslo, la West Bank è divisa in tre tipoiogie di aree:A,B e C. Le colonie sorgono nelle aree denominate C, sotto un completo controllo israeliano. Dove risiedono oltre 5OOmila persone. chiamate internazionalmente settler, coloni. Per il professor Veracini «esistono varie comunità di settler nella West Bank. Sitratta di gruppi molto diversi che alle volte hanno poco in comune.Tantissirni sono di provenienza statunitense. Quello che accomuna tutti i settler è il senso di una sovranità politica che si attribuiscono in modo unilaterale. Non negano solo la presenza e i diritti dei palestlnesi,contestano in via di principio anche le prerogative dello Stato di Israele . Nella storia di Israele un ruolo fondamentale hanno avuto i pionieri, casi si definivano molti kibbutznikim -Oggi i coloni hanno fatto proprio il mito del pionierismo e impongono la linea al governo. Veracini sottolinea come «anche qui ci sono affinità e divergenze. La differenza principale a mio avviso è che molti dei kibbutz dopo il '48 operavano in un contesto dove la pulizia etnica della popolazione palestinese era già avvenuta». Il segretario di Stato americano John Kerry in un'intervista rilasciata al New Yorker magazine ha criticato il governo israeliano: «Costruire insediamenti e la demolizione di case palestinesi non è una soluzione*. Sulla questione Gerusalemme e Washington sono su posizioni divergenti. Il docente dell'Università di Melbourne commenta così: «Se ci fosse un processo di pace gli insediamenti peserebbero tantissimo. Ma un processo di pace degno di questo nome al momento non c'è. Quindi, in realtà, per il momento. il problema conta relativarnente poco».La polizia israeilanaè impegnata a contrastare i price tag, crimini vandalici e terroristici compiuti da organizzazioni di fanatici coloni. «Il colonialismo produce ideologie disumani zzanti, sopratutto nei casi dove la prossimità fisica tra colonizzato e set-tler crea i presupposti per un processo di radicalizzazione», è l'analisi del professor Veracini.In Europa intanto si continua a discutere di boicottaggio e misure di tracciabilità dei prodotti provenienti dagli insediamenti. A riguardo Veracini dice: "Non c'è una sottile linea rossa trai due approcci. Sano due cose completamente diverse. Il primo approocio costituisce un atto politico. Il secondo sancisce un mero dato di fatto. La scelta poi passa al consumatore»
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