Riprendiamo da LIBERO di oggi, 24/12/2015, a pag. 13, con il titolo "Tsipras tradisce anche gli amici palestinesi", il commento di Maurizio Stefanini.
Maurizio Stefanini
Alexis Tsipras
Alexis Tsipras: da rivoluzionario a levantino. Sempre più levantino. Lunedì, infatti, ha ricevuto ufficialmente a Atene il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmud Abbas, che si è visto anche con il presidente Prokopis Pavlopulos. E ieri il Parlamento greco ha adottato una risoluzione che chiede (in modo non vincolante) al governo di riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese. Il logico sbocco di una campagna elettorale in cui Syriza aveva messo chiaramente nel programma un raffreddamento delle buone relazioni con Israele? Un seguito di quell'andazzo filo-palestinese e anti-israeliano per cui il riconoscimento dello Stato palestinese sta venendo votato da un Parlamento europeo dopo l'altro?
In apparenza, sì. Aggiungiamo però l'informazione che il 25 novembre Tsipras è andato in Israele per incontrare Benjamin Netanyahu. E quella che l'incontro non è avvenuto a Tel Aviv, come fanno spesso i visitatori illustri per non compromettersi sul tema di Gerusalemme capitale "indivisibile" dello Stato ebraico, ma proprio a Gerusalemme. E quella che lo stesso Netanyahu si vedrà di nuovo con Tsipras a gennaio per il terzo vertice tra i due. Aggiungiamo anche che Tsipras con Israele ha firmato un altro importantissimo accordo bilaterale in materia di difesa. E che anche altri ministri del governo di Syriza sono andati in Israele: sia il titolare della Difesa Panos Kammenos, che è poi il leader dell'altro partito della coalizione di governo, i Greci Indipendenti; sia quello degli Esteri Nikos Kotziás. Insomma, la promessa di Syriza di rompere con Israele ha fatto la stessa fine di quella di non cedere ai diktat economici della Troika.
Ma, appunto, in stile prettamente levantino Tsipras ha fatto dire al popolo no a un accordo con Bruxelles per far vedere che lui era uno che aveva le palle per opporsi all'Europa, prima di fare con l'Unione europea un altro accordo su basi ancora più sfavorevoli della proposta bocciata dal voto popolare. In stile altrettanto levantino, ora ha fatto con Abbas un'innocua chiacchierata ed ha fatto votare dal suo partito in Parlamento una altrettanto inutile mozione, apposta per far vedere che lui resta filo-palestinese, intanto che fa con gli israeliani gli affari più lucrosi. Lo ha detto d'altronde Netanyahu a Gerusalemme a novembre dopo aver parlato con Tsipras per varie ore, anche se ora finge di fare un po' il muso per il voto: ma in fondo è un levantino pure lui. «L'incontro è stato buono» aveva detto un mese fa, lodando «l'affinità naturale» tra i due popoli. «Siamo le due democrazie nel Mediterraneo orientale e siamo ovviamente consapevoli che abbiamo un mondo di opportunità da afferrare, e che possiamo farlo in maniera più produttiva attraverso la cooperazione. Ma allo stesso modo comprendiamo anche che ci sono grandi sfide di fronte a noi, in particolare il fondamentalismo religioso che sta cercando di diffondersi nel nostro mondo, che si sta diffondendo in Medio Oriente, Nordafrica, Europa e altri parti del mondo.
Abbiamo un interesse comune nel cogliere le opportunità e allontanare i pericoli». Oggetto del colloquio, la cooperazione in campo economico, tecnologico, scientifico, commerciale ed energetico. Soprattutto energetico: con gli immensi giacimenti di gas in via di scoperta nel Mediterraneo Orientale, Israele e Grecia hanno interesse a mettersi d'accordo per gestire il bottino in comune, piuttosto che litigarselo. Per la stessa ragione anche la Turchia, dopo il recente appannamento delle relazioni con la Russia, ha appena raggiunto un accordo preliminare sulla «normalizzazione» dei rapporti diplomatici fra i due Paesi: inaspritesi nel 2010, quando Israele aveva compiuto un raid a bordo dell'imbarcazione Mavi Marmara diretta a Gaza per portare aiuti nella Striscia, causando la morte di dieci attivisti turchi. In base all'accordo Israele si impegna a risarcire le famiglie delle vittime, mentre Ankara farà cadere tutte le accuse e le rivendicazioni finora avanzate nei confronti di Israele. E nell'affare sta ovviamente l'Egitto di al-Sisi. E Cipro, con cui a gennaio ci dovrebbe essere un vertice a tre con Grecia e Israele. Quanto all'Anp, Mahmud Abbas è andato al parlamento di Atene per ringraziarlo. Ma come ha subito chiarito Tsipras, il riconoscimento effettivo non si farà subito ma «al momento opportuno»: un momento opportuno che, è il caso proprio di dirlo, potrebbe venire alle proverbiali e inesistenti calende greche. Come ha spiegato il Ministero degli Esteri ellenico, non si è andati oltre «per non danneggiare le relazioni bilaterali» con Israele.
Per inviare la propria opinione a Libero, telefonare 02/999666, oppure cliccare sulla e-mail sottostante