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Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.12.2015 Ghetto di Venezia: per i 500 anni la campagna di rivalorizzazione delle cinque sinagoghe storiche
Cronaca di Claudio Del Frate

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 dicembre 2015
Pagina: 31
Autore: Claudio Del Frate
Titolo: «Donna Karan e Barbra Streisand in campo per il Ghetto»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/12/2015, a pag. 31, con il titolo "Donna Karan e Barbra Streisand in campo per il Ghetto", la cronaca di Claudio Del Frate.

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Il Ghetto di Venezia

I vip di Hollywood e le comunità ebraiche degli Stati Uniti si mobilitano per salvare il ghetto ebraico di Venezia. Servono almeno 8 milioni di euro, in cassa ce ne sono già quasi 2 frutto di donazioni di tutti quelli che — noti e meno noti — al di là dell’oceano amano i tesori della Laguna. La cantante Barbra Streisand ha promesso di mobilitarsi, il suo entusiasmo ha trascinato la stilista Donna Karan e altri nomi dell’elite jewish. A smuovere mari e monti si è messa la Venetian Heritage, fondazione da anni impegnata nel salvataggio di Venezia e del suo patrimonio culturale.

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Donna Karan

La scelta di concentrare gli sforzi sul ghetto non cade a caso: il 29 marzo 2016 saranno trascorsi esattamente 500 anni dal giorno in cui la Serenissima, primo Stato al mondo, decise di confinare gli israeliti in alcuni isolotti della città dove c’era una fonderia: un «getto», appunto, o «ghetto» secondo la pronuncia andata storpiandosi con il tempo, che da quel momento è divenuto sinonimo di ogni quartiere ebraico. «Siamo una fondazione laica, non religiosa — precisa Toto Bergamo Rossi, direttore della Venetian Heritage — impegnata nella salvaguardia della città attraverso la raccolta di fondi. Ricorrenza storica a parte, siamo stati sorpresi dall’entusiasmo con cui è stata accolta una mostra su una settantina di oggetti di culto di una sinagoga che qualcuno nascose in una soffitta del ghetto nel ‘43 prima di essere deportato e ritrovati casualmente dopo 70 anni.

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Il Campo del Ghetto Nuovo, nel Ghetto di Venezia

Quella piccola rassegna è stata richiesta a Parigi, New York, Houston, Vienna, Perth oltre a Venezia naturalmente. Minimo sforzo, grande successo, segno dell’affetto per la città; del resto la storia della città e della sua comunità ebraica sono legate a filo doppio». Sulle ali dell’entusiasmo è nata l’idea di far rivivere il ghetto in occasione dei suoi cinque secoli: esiste già un progetto che consiste, nella sua parte più impegnativa, nel risanamento delle cinque sinagoghe dell’antico nucleo; oggi solo due sono aperte al pubblico. «Siamo partiti per gli States — racconta Bergamo Rossi — dove abbiamo contattato gli esponenti delle comunità ebraiche. Si è trattato di un vero e proprio “porta a porta” perché per conquistare la fiducia in questi casi conta molto farsi vedere.

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Barbra Streisand

Tra i primi ad aderire c’è stato Michael Frost, un capitano dell’industria farmaceutica americana. Ma abbiamo contatti con un paio di Fondazioni che, se scendessero in campo dalla nostra parte, ci consentiranno di raggiungere il traguardo prefissato». E poi ci sono i nomi famosi, che si sono fatti testimonial dell’impresa: magari danno un contributo economico non decisivo ma servono a richiamare l’attenzione... «Tre anni fa Barbra Streisand venne in visita a Venezia e toccò a me accompagnarla nel tour. Il ghetto fu tra i luoghi che più la incantarono. Siamo rimasti amici e quando sono andato negli Usa l’ho chiamata. “Vieni a pranzo da me a Malibu” mi ha detto. Lì c’erano lei e la stilista Donna Karan, che ha staccato un assegno da 50.000 dollari. E Barbra si è impegnata a promuovere la nostra causa. Diane von Fürstenberg è pronta ad aiutarci e contiamo di chiamare presto Steven Spielberg».

Ma le adesioni sono arrivate anche da chi meno te l’aspetti: «Il New York Times ha pubblicato un articolo sulle bellezze del ghetto veneziano. Da quel giorno riceviamo decine di mail di ebrei americani che ci dicono: “Per il bar mitzvah (cerimonia che introduce i ragazzi nell’età adulta, ndr) di mio figlio ho deciso di donare 100 dollari al vostro progetto”. Sono gli episodi che ci danno fiducia: avanti così e i cantieri nel ghetto partiranno entro la fine del 2016».

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lettere@corriere.it

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