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Libero Rassegna Stampa
28.11.2015 La Turchia vuole l'Europa musulmana
Bat Ye'or intervistata da Francesco Borgonovo

Testata: Libero
Data: 28 novembre 2015
Pagina: 1
Autore: Francesco Borgonovo
Titolo: «La UE miglior alleata degli invasori islamici»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/11/2015, a pag.1/ 5, con il titolo "La UE miglior alleata degli invasori islamici" l'intervista di Francesco Borgonovo a Bat Ye'or.


Francesco Borgonovo


Bat Ye'or

Oriana Fallaci la considerava una grande fonte d’ispirazione. Michel Houellebecq non ha potuto fare a meno di citarla nel suo ultimo romanzo Sottomissione. Bat Ye’or, a partire dal suo bestseller Eurabia (edito in Italia da Lindau come gli altri suoi saggi), ha previsto e spiegato l’assalto dell’islam all’Europa. Ora tante delle sue profezie si stanno realizzando. Forse perché non erano profezie, ma semplicemente osservazioni molto acute, in grado di penetrare a fondo la realtà.
Perché secondo lei l’Occidente non è ancora riuscito a sconfiggere lo Stato islamico?
«Non tutti gli Stati occidentali sono implicati nella guerra e quelli che si battono non vogliono mettere gli eserciti con gli scarponi sulla terra. In più, questi Stati coinvolti hanno interessi divergenti e sostengono altri movimenti radicali. Credo che la ragione principale stia nel fatto che i leader temono rappresaglie terroristiche nei loro Paesi. Inoltre, anche la politica della Turchia verso l’Isis non è chiara».
Dopo ogni strage ad opera di terroristici islamici, sentiamo ripetere che la religione musulmana non c’entra nulla. Che l’islam è una «religione di pace». Perché non riusciamo ad ammettere che la religione islamica fornisce basi ideologiche al terrorismo?
«Non lo possiamo fare perche l’Unione Europea ha basato tutta la sua strategia mediterranea di alleanza con il mondo arabo e musulmano su questo argomento. Questa affermazione è stata la chiave che ha aperto all’immigrazione di milioni di musulmani, dal 1974, per costruire la nuova civilizazione mediterranea euro-araba, unire le due sponde del Mediterraneo, incoraggiare la mondializzazione, sviluppare un blocco economico più forte degli Stati Uniti e distruggere i nazionalismi europei e le basi della cultura giudaico-cristiana. Questa strategia era legata al riconoscimento di Arafat da parte della Comunità europea, al suo sostegno ai Palestinesi contro Israele e alla giustificazione del terrorismo jihadista palestinese per distruggere lo Stato ebraico e sostituirlo con la Palestina». Alcuni dei jihadisti della strage di Parigi sono entrati in Europa come profughi, dalla Grecia. Secondo lei, che legame c’è fra l’immigrazione e il terrorismo islamico?
«Quella che si vede è una gigantesca invasione che può portare di tutto: terroristi, islamisti che vogliono islamizzare l’Europa senza essere criminali e gente che desidera soltanto vivere meglio. Guardando come gli immigrati sono stati accolti dai nostri governi e da varie organizzazioni in Europa favorevoli al mondo musul- mano, è lecito pensare che questo straordinario movimento abbia ricevuto l’approvazione dei leader dell’Unione Europea, in particolare di Jean-Claude Juncker. Questa invasione di massa dà l’impressione che l’Europa sia un continente vuoto, disabitato, dove chiunque, se vuole, può entrare e riceverà tutto ciò di cui ha bisogno per vivere».
In Eurabia scrisse che gli «Euroburocrati», invece di combattere il terrorismo, lo sostengono. Secondo lei è ancora così?
«Gli Euroburocrati hanno sempre sostenuto il terrorismo palestinese contro gli ebrei e lo fanno ancora adesso. Non c’è in Europa una solidarietà con le vittime israeliane perché per l’Europa quelli che ammazzano uomini, donne e fanciulli ebrei nelle strade, nei ristoranti o in macchina non sono terroristi. Per via del fatto che l’Europa li sostiene - politicamente, finanziariamente, ideologicamente - e li giustifica. Se l’Europa riconoscesse che i suoi protetti sono terroristi, affermerebbe che lei stessa è una potenza terrorista. Si vede bene che i capi degli Stati europei menzionano tutti i Paesi colpiti dal terrorismo jihadista tranne Israele. Per loro gli israeliani sono sovrumani, non hanno diritti e non soffrono. Spero che le popolazioni europee che oggi sono colpite dallo stesso terrorismo che i loro governi hanno incoraggiato contro Israele per decenni mostrerano solidarietà verso Israele. Ma a parte Israele, molti governi europei e pure Obama hanno sostenuto i partiti radicali nella primavera araba, contro la volontà dei popoli».
Qual è stato, negli anni, il ruolo della Turchia nella costruzione di Eurabia?
«È stato molto importante per le concessioni a favore degli immigrati in Europa, per la guerra contro l’exYugoslavia, nella lotta contro l’islamofobia, nella critica ai nazionalismi europei e per le misure di sicurezza contro il terrorismo, contro le limitazioni all’immigrazione musulmana. La Turchia di Erdogan è stata una forza d’islamizzazione sul continente fra le forti comunità turche immigrate».
Secondo lei è giusto far entrare la Turchia nell’U- nione Europea, anche considerando quello che è accaduto negli ultimi giorni?
«La Turchia di Erdogan non è quella di Ataturk. Ma nemmeno quella di Ataturk dovrebbe entrare nell’Unione Europea. Si possono fare trattati economici e politici, avere buone relazioni, ma la Turchia rimane una potenza musulmana che ha colonizzato una grande parte dell’Europa, distrutto l’Impero bizantino e per secoli ha personificato il potere del jihad e della shari’a, soprattutto contro i popoli cristiani che ha sottomesso con il jihadismo. Tutti questi princìpi religiosi e politici radicati nel Corano sono molto presenti nella Turchia attuale. Erdogan sogna di restaurare la potenza ottomana che aveva sottomesso i popoli europei fino all’Ungheria, controllando per secoli la Grecia, la Serbia, la Bosnia, la Bulgaria, la Romania. Si sarebbe potuto sperare che la Turchia - il Paese il più moderno e aperto del mondo musulmano iniziasse un’analisi critica dei testi fondamentali, ma Erdogan è ritornato secoli indietro, come hanno fatto gli Ayatollah dopo avere preso il potere».
Torniamo al Califfato. Perché secondo lei lo Stato islamico attacca l’Europa, e in particolare la Francia?
«Lo Stato islamico attacca l’Europa perché questo è nella sua natura. Ubbidisce alla legge coranica che ordina l’islamizzazione del pianeta. Gli eserciti musulmani hanno attaccato l’Europa sin dal settimo secolo, siamo nella continuità della storia. La Francia è odiata per via del suo colonialismo, che ha lasciato un’importante influenza culturale; è anche un Paese molto debole, governato da persone incapaci e per di più ha una grande popolazione musulmana. Ma anche il Belgio, la Spagna e l’Inghilterra sono stati attaccati».
Uno dei Paesi europei in cui si trovano più jihadisti è appunto il Belgio. C’è una strana ironia nel fatto che l’Ue abbia sede nello stesso luogo che ospita chi vuole distruggere l’Europa...
«Non c’è ironia... Chi vi dice che quelli che siedono su questo augusto trono, quello dell’Ue, vogliano mantenere l’Europa cristiana? Non hanno dichiarato più volte che l’Europa è ugualmente musulmana e cristiana? Non sono forse loro che hanno creato l’Eurabia?».

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