IC7 - Il commento di Valentina Colombo
Dal 15 al 21 novembre 2015
Fratelli musulmani: se antisionismo fa rima con antisemitismo
Omar Abdelkafy
E’ possibile affermare che antisemitismo e antisionismo vanno di pari passo nell’ideologia dei Fratelli musulmani? Una risposta parziale, ma indicativa, proviene dai predicatori islamici che Islamic Relief Italia ha invitato negli ultimi due anni all’evento su scala nazionale per la propria raccolta fondi. Quest’anno “La notte della Speranza” ospiterà l’egiziano Omar Abdelkafy, mentre l’anno scorso ospite d’onore è stato il predicatore e uomo d’affari kuwaitiano Tariq Suwaidan. Entrambi sono legati ideologicamente alla Fratellanza, ma sono entrambi caratterizzati da un profondo antisemitismo.
Omar Abdelkafy, grande assente alla recente Foire Musulmane di Bruxelles – ovvero l’evento annuale delle organizzazioni belghe legate alla Fratellanza – è noto per le sue posizioni controverse circa l’11 settembre e gli attacchi a Charlie Hebdo che ha definito “una messa in scena” e per avere sostenuto che un musulmano dovrebbe rifiutare di stringere la mano a un non musulmano. In un celebre video Abdelkafy afferma: “Ricordo uno delle scene che l’Inviato – su di lui la pace e la benedizione di Allah – ha visto durante il viaggio notturno, riportata dalle raccolte di hadith autentici: ‘donne sospese per i capelli’. Egli chiese: ‘Chi sono costoro, Gabriele?' Rispose: ‘Sono delle donne della umma che hanno fatto vedere i loro capelli agli estranei’. E questo concetto di “estraneo” comprende tutti coloro con i quali il matrimonio è lecito. Questo significa che la donna che mostra i capelli al mondo intero, avrà commesso un peccato che merita il castigo della tomba. […] Colei che ha mostrato con orgoglio i propri capelli, poiché nel hadith si usa un’espressione generale […] e capelli fanno parte del suo atteggiamento... Il problema è che esistono musulmane che sono credenti, praticanti e dolci”, ma vengono talvolta obbligate a togliersi il velo per motivi di lavoro. Abdelkafy su questo non ha dubbi: “Che la licenzino! E’ meglio essere allontanati da una mansione terrestre che essere allontanati dalla religione di Allah. Eviterà il castigo che l’attende!”
Quanto appena citato sarebbe sufficiente a descrivere le posizioni alquanto controverse del predicatore egiziano. Tuttavia una semplice ricerca in rete sulle sue posizioni circa gli ebrei, non su Israele, conferma il suo interesse particolare sulla questione. In un video “Caratteristiche degli ebrei codardi” ha affermato che “Allah non li ha colpiti con la voce, né con la spada, né con la lancia, né con le pietre, ma con gli angeli” “occupano la terra sacra e noi dobbiamo combatterli sulla via di Allah”, in un altro elenca tutti i versetti coranici che attaccano gli ebrei che hanno tradito il profeta e che Allah ha maledetto, in un altro video ribadisce che gli ebrei vogliono conquistare il mondo e sono nemici dell’islam. E’ curioso che le sue idee coincidano quasi perfettamente con quelle dell’ospite d’onore di Islamic Relief alla Notte della speranza dell’anno scorso.
Tariq Suwaidan
Suwaidan, al quale nel 2014 le autorità belghe hanno vietato l’ingresso per partecipare – guarda caso – alla Foire Musulmane, per via delle sue posizioni antisemite, nel luglio 2014 durante un evento pubblico ha dichiarato: “Noi non abbiamo problemi con la morte, siamo diversi dagli israeliani. [...] Tutte le madri della umma – non solo quelle palestinesi – dovrebbero allattare i propri figli con l’odio verso i figli di Sion. Li odiamo, sono i nostri nemici. Dobbiamo instillare questo nei cuori dei nostri figli sino a che sorgerà una nuova generazione che li cancellerà dalla terra. [...] Ciascuno di noi uscendo da questa sala dovrà pensare a un piano su come cancellare Israele”. Non solo, Suwaidan è autore di una “Enciclopedia illustrata sugli ebrei” di 429 pagine reperibile facilmente in rete. Il concetto che sottende all’operazione editoriale è il seguente “conosci il nemico per meglio combatterlo”: bisogna “conoscere i più acerrimi nemici della umma” e dimostrare con “prove che la religione ebraica, che è stata falsificata, li spinge a tradire e a ingannare”. Nell’introduzione, ad esempio, si legge della “malvagità, del tradimento e della dissimulazione” degli ebrei con la quale hanno ingannato le nazioni.
Il volume conferma e ribadisce, dal punto di vista religioso, politico e sociale, che la lotta contro gli ebrei, in modo particolare gli ebrei sionisti, è un dovere di ogni musulmano. E’ quanto meno curioso che Islamic Relief abbia invitato due predicatori che si contraddistinguono per il loro marcato antisemitismo, unitamente alle loro posizioni vicine a Hamas. E’ quanto meno preoccupante che, in un momento delicato come questo in cui l’islam organizzato italiano e non solo invoca “not in my name”, un’organizzazione molto vicina ad esso inviti un predicatore che promuove in generale una posizione radicale e in particolare odio nei confronti degli ebrei i quanto tali. E’ quanto meno preoccupante che le autorità italiane abbiano consentito l’anno scorso l’ingresso nel nostro paese di Tareq Suwaidan, dopo il visto negato in Belgio, e quest’anno di Omar Abdelkafy, il motivo della cui assenza all’evento in Belgio non è stato ben chiarito. E’ quanto meno preoccupante che molti dei giovani musulmani in piazza a Milano a manifestare “contro il terrorismo, le guerre e l’islamofobia” siano grandi fan di entrambi i predicatori.
Valentina Colombo