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Il Foglio Rassegna Stampa
17.11.2015 Terrorismo islamico da Gerusalemme a Parigi: un nemico, una guerra
Commenti della redazione del Foglio, David Cassuto

Testata: Il Foglio
Data: 17 novembre 2015
Pagina: 3
Autore: David Cassuto
Titolo: «Perché la difesa dell'Occidente non si può slegare da quella d'Israele - Così addio pace»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 17/11/2015, a pag. III, il commento redazionale "Perché la difesa dell'Occidente non si può slegare da quella d'Israele"; con il titolo "Così addio pace", il commento di David Cassuto, ex vicesindaco di Gerusalemme.

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Alcune delle vittime della strage di Parigi

"Perché la difesa dell'Occidente non si può slegare da quella d'Israele"

Ieri Claudio Cerasa ha scritto: “Non ci stancheremo mai di ripetere che difendere la libertà di Israele significa difendere la libertà dell’occidente (e non è un caso che gli ebrei vengano presi di mira anche per essere intrinsecamente simbolo di democrazia e di libertà) e non ci stancheremo mai di ricordare che il terrorismo che avvicina il suo coltello a un ebreo colpevole di essere ebreo è lo stesso terrorismo che avvicina le sue cinture esplosive a un occidentale colpevole di essere occidentale (a Parigi, a inizio anno, subito dopo l’attacco a Charlie Hebdo, i terroristi scelsero di attaccare anche un negozio kosher di Parigi, senza altra motivazione se non quella di dover punire l’essere ebrei)”. E’ anche per questo che la settimana scorsa il Foglio ha lanciato un appello. Di seguito il testo: “Per la prima volta in settant’anni, l’Europa marchia i prodotti del popolo ebraico. La Commissione di Bruxelles ha intrapreso il primo passo verso il boicottaggio delle merci israeliane prodotte al di là della Linea Verde del 1967.

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Terroristi di Hamas

Ci sono duecento contese territoriali nel mondo, dalla Crimea invasa dalla Russia al Tibet sotto dominio cinese fino a Cipro. Ma soltanto Israele subisce questo folle trattamento che mira ad aumentarne l’isolamento nell’opinione pubblica internazionale. Il danno che oggi Israele subisce è economicamente limitato, anche se a lungo andare ci potrebbero essere delle ripercussioni importanti sulla vita e la tenuta di alcune aziende, ma quello simbolico si può dire già che sia immenso. Si tratta di una forma di emarginazione, di intolleranza e di ostracismo che prende di mira Israele proprio mentre quel piccolo paese, unica vera democrazia in medio oriente, è alle prese con una campagna terroristica contro i suoi civili: la Terza Intifada dei coltelli. Questo boicottaggio è inoltre anche un ostacolo verso il raggiungimento di una pace stabile e duratura fra israeliani e palestinesi. Mira, invece, a trasformare Israele in uno stato paria. Per questo tutte le persone civili e coloro che hanno a cuore la sopravvivenza di Israele, pegno dell’Europa dopo la Shoah, dovrebbero mobilitarsi contro questo odioso boicottaggio.

David Cassuto: "Così addio pace"

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David Cassuto

Il peccato originale sta nel parlare di “Territori Occupati”. La terra di Israele era stata spartita fra la popolazione Ebraica e quella Araba. Nel 1948 la popolazione araba, a fianco dei paesi arabi circostanti, dichiarò una guerra di sterminio al neonato stato ebraico. Questa guerra la persero nel disagio (dissimulato) di molti in Europa, che in cuor loro pensavano che gli arabi avevano l’occasione di terminare quello che Hitler non era riuscito a realizzare. In una disputa fra due nazioni se l’una dichiara guerra all'altra, perde anche il diritto ai territori in questa guerra. Dichiarò nuovamente guerra a Israele nel 1967. Il mondo non fiatò, la parte araba perse anche questa guerra e il mondo impose a Israele di abbandonare i territori. Il mondo arabo loro non riconosce il diritto di Israele alla terra di Israele e con loro oggi si schiera anche l’Europa. Nei terrritori contesi Israele ha creato industrie fiorenti dando agli arabi lavoro, salari identici e quelli dei lavoratori ebrei, cosi sperando di poter arrivare ad una convivenza giusta e pacifica fra ebrei e arabi. Ma le autorità palestinesi non potevano permettersi la convivenza pacifica e, nonostante, gli accordi Oslo scatenarono due Intifade micidiali quando l’Europa se ne stava in silenzio. Ma anche queste hanno fallito. E anche quella presente fallirà. Etichettare i prodotti della Giudea, Samaria e del Golan vuol dire minare di nuovo la via dell'accordo con la società palestinese.

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