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Corriere della Sera Rassegna Stampa
14.11.2015 L'antisemitismo assassino in Europa è oggi quello islamico
Ma Stefano Jesurum preferisce auspicare una generica tolleranza universale

Testata: Corriere della Sera
Data: 14 novembre 2015
Pagina: 29
Autore: Stefano Jesurum
Titolo: «Perché l'antisemitismo è un problema di tutti»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/11/2015, a pag. 29, con il titolo "Perché l'antisemitismo è un problema di tutti", il commento di Stefano Jesurum.

Stefano Jesurum, nel commento che ripubblichiamo di seguito, auspica un generale rifiuto di ogni forma di antisemitismo, razzismo, xenofobia. Belle parole, ma dimentica di scrivere che l'antisemitismo che oggi imperversa in Europa ed è responsabile di attacchi contro gli ebrei è in larga misura quello islamico. Dare un nome ai fenomeni che abbiamo di fronte è il primo passo per cercare di fronteggiarli, ma Jesurum preferisce, al contrario, esprimere una critica generica che è ben lontana da una comprensione del problema.

Ecco l'articolo:

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Stefano Jesurum

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Antisemitismo islamico in Europa: "Gli ebrei non hanno imparato niente. Oggi più che in poassato, l'unico rimedio è la svastica"

I nostri vecchi ci hanno insegnato a non avere paura, nonostante tutto. E noi, nonostante tutto, non abbiamo paura. E dopo di noi non avranno paura i nostri figli e i nostri nipoti. F igli e nipoti che mandiamo in scuole piantonate dai soldati, che ci accompagnano in sinagoghe guardate a vista dalle forze dell’ordine, che sanno di dover aspettarsi i blindati alle rassegne del cinema israeliano e perfino alle commemorazioni di Yitzhak Rabin. Noi andiamo avanti. Con la forza che ci viene dall’amore per la democrazia, dalla Memoria non rituale per ciò che è stato, da una identità, quella ebraica, che ci accompagna nella gioia e nel dolore e ci dà il coraggio di dire e di continuare a dire che noi non ci facciamo obnubilare dal terrore. Siamo preoccupati, certo, ma siamo un tutt’uno con il nostro Paese. Uniti e insieme legati indissolubilmente a chi sappiamo essere al nostro fianco. Adesso a Milano qualcuno ha voluto colpire un ebreo perché ebreo, proprio come eravamo abituati a leggere riguardo alla Francia o ad altri spicchi d’Europa. Sì, sappiamo che l’antisemitismo avanza, di nuovo. Sì, sappiamo che il razzismo è di nuovo all’ordine del giorno. Sì, sappiamo che dietro a chi odia Israele come fosse il Male assoluto non c’è alcuna «ideologia politica», soltanto una nuova forma di fascismo antiebraico.

L’incertezza e il timore sembrano voler impadronirsi della nostra quotidianità, come spesso accade alle società in crisi. Sta a noi, a tutti noi, vincere su chi vorrebbe intimorirci. Lo dico: vorrei una grande manifestazione che urlasse no a ogni forma di razzismo, di fascismo, di xenofobia. I milanesi insieme, al di là del credo religioso, al di là delle diversità, al di là del colore della pelle, al di là dei distinguo. Senza bandiere, senza slogan, senza rabbia. Senza paura. Con in testa una verità troppo spesso dimenticata: l’antisemitismo non è un problema degli ebrei, di noi ebrei, è un grosso orribile problema degli antisemiti e di chi si volta dall’altra parte: loro e le loro coscienze sì che devono avere paura.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante 


lettere@corriere.it

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