Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 08/11/2015, a pag.29, con il titolo " Charlotte Salomon, una vita in tre colori ", l'articolo di Fabio Gambaro.
Costretta a nascondersi per sfuggire alle retate naziste, tra il 1940 e 19421a giovane artista lavora alla composizione di Vie? ou Théâtre?. Utilizzando solo i colon primari — rosso, giallo e blu — capace di fare i conti con l'arte del suo tempo, dall'espressionismo tedesco a Chagall, Charlotte dipinge con foga tutte le gouaches che formano l'ossatura del libro, scrivendo i testi talvolta sulle immagini altre volte su calchi da sovrapporre alle illustrazioni. Alternando di continuo le emozioni, oscillando tra tragedia e commedia, ironia e melancolia, speranza e paura, quella che l'autrice definisce semplicemente «un'operetta in tre colori» racconta la sua drammatica vita familiare, i suicidi, il nazismo, l'esilio, ma anche la spensieratezza dell'infanzia, la passione per l'arte, il disperato bisogno di amore e la sua complicata relazione con un uomo di vent anni più anziano. Spinta dall'urgenza, Charlotte reagisce alle minacce del mondo dipingendo per vivere. Dopo la morte del nonno, rimane sola in un paese straniero e ostile. Si sposa, ma qualche mese dopo, il 21 settembre del 1943, quando è incinta di cinque mesi, viene arrestata e deportata ad Auschwitz, dove scompare in una camera a gas. Poco prima di essere deportata, Charlotte aveva affidato tutto il suo lavoro a un medico francese. Dopo la guerra, il padre, insieme alla seconda moglie, miracolosamente scampati alla Shoah, poterono recuperare le sue opere. Le mostrarono al pubblico, però, solo negli anni Sessanta, quando una parzialissima selezione di gouaches venne esposta a Amsterdam e Locarno. Solo dopo che nel 1971 il suo archivio fu donato al Jewish Historical Museum di Amsterdam, il nome di Charlotte Salomon inizia a circolare più diffusamente. Alcune mostre in Europa e negli Usa la fanno conoscere negli ambienti artistici. A Parigi nel 1992 e 2006, a Kassel nel 2012, la sua "operetta" fa il suo ingresso definitivo nel pantheon dell'arte moderna. Parallelamente cresce l'interesse per i] tragico destino dell'autrice. L'anno scorso, a Salisburgo, viene presentata Charlotte Salomon, un'opera del compositore francese Marc-André Dalbavie, mentre arrivano in libreria Charlotte. La morte e la fanciulla di Bruno Pedretti (Skira ) e il romanzo Charlotte di David Foenkinos (Mondadori ). Eppure, nonostante la crescente attenzione nei suoi confronti, finora nessuno aveva mai pubblicato integralmente Vie? ou Théâtre? nella forma libro immaginata dall'autrice. «Il suo lavoro è stato spesso presentato come una testimonianza della persecuzione degli ebrei, ma in realtà quest'aspetto è solo uno tra i molti presenti nel libro», spiega Frederic Martin, il coraggioso editore francese all'origine della pubblicazione: «Altre volte si è sottolineato il valore della pittrice, ma presentando solo alcune delle guaches in modo isolato, ignorandone la dimensione narrativa». L'artista invece aveva numerato la sequenza organizzando il racconto in capitoli: «Charlotte Salomon è straordinariamente innovativa. All'epoca non esisteva ancora il graphic novel, ma oggi il suo emozionante lavoro lo definiremmo proprio così».
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