Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/11/2015, a pag.26, con il titolo " Philippe Val: così la sinistra ha costruito il mito dell'islam oppresso " l'articolo di Mauro Zanon.
Philippe Val
Mauro Zanon
Di Charlie Hebdo, Philippe Val è stato direttore per diciassette anni. Era lui, nel 2006, ai vertici del settimanale satirico quando le vignette su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten vennero pubblicate per riaffermare il sacro principio della «liberté d’expression» dinanzi alle accuse di islamofobia. Da allora molte cose sono cambiate a Charlie Hebdo, soprattutto dopo la strage che ha decimato la redazione: Maometto non viene più disegnato, sui musulmani non si scherza più, Luz, storico vignettista e autore della celebre copertina «Tout est pardonné », ha lasciato il giornale, e i molti soldi ottenuti dalle vendite e dalle donazioninon riescono certo a far dimenticare il dolore per ciò che è successo. Ma dietro i numerosi imprevisti e le vicissitudini che hanno funestato il percorso del Charlie Hebdo dei sopravvissuti, si celano anche scomode verità.
Che Philippe Val ha voluto riportare a galla.
In C’était Charlie (Grasset), lostorico direttore di Charlie non si limita a raccontare il romanzo di una generazione di vignettisti geniali e folli con cui dal 1992 al 2009 ha condiviso la quotidianità, non si accontenta di raccontare la sua gioiosa complicità con il compianto Cabu e la sua intensa relazione con il filosofo Pierre Bourdieu, ma si lancia anche in un’accusa frontale alla gauche, che ottenebrata dall’islamofilia si rifiuta di denunciare i crimini commessi in nome di Allah e ha elevato l’islam a «religione degli oppressi».
«Charlie Hebdo sta vivendo ciò che Salman Rushdie ha patito dopo la fatwa. L’unanimismo ha lasciato il posto alla denigrazione, all’insulto. Tutto è cominciato nei giorni successivi all’attentato con l’articolo ignobile di Delfeil de Ton nell’Obs.
Da allora, sento dire che abbiamo insultato l’islam per fare soldi! L’attentato dei fratelli Kouachi? Ce lo siamo cercati! Ècome a quelle ragazze stuprate alle quali viene detto: “Potevi evitare di vestirti con abiti succinti”», attacca Val in un’intervista al settimanale Le Point, che nel suo ultimo numero pubblica ampi estratti di C’était Charlie (il libro sarà disponibile a partire dal 12 novembre). Al suo campo politico, ossia alla sinistra, nella quale ha militato per tutta la vita,Val riserva i colpi più sferzanti:
«La gauche antisionista, anticapitalista, questa sinistra che vede nell’islam la religione degli oppressi, è divenuta maggioritaria nel milieu mediatico-intellettuale francese.
Pascal Boniface e Edgar Morin hanno vinto.La gauchel iberale, la mia,è ormai
minoritaria ».
Quando gli viene chiesto perché la sinistra social-democratica, quella incarnata da François Hollande,è accusata di «aver abbandonato il popolo », Val non si contiene e si spinge fino a denunciare l’esistenza di un «razzismo di sinistra»:
«La sinistra che dice di difendere il popolo, in realtà lo disprezza. Lo ritiene incapace di esercitare il suo libero arbitrio. È il peggiore dei razzismi. Accuso i sedicenti difensori della comunità musulmana di essere dei razzisti. Prima di essere musulmani,abbiamo incomune la nostra umanità». Sulle accuse di una cospicua frangia dell’establishment di sinistra riguardanti la presunta ossessione di Charlie Hebdo per l’islam, Val risponde così: «L’islamnon è mai stato l’obiettivo numero uno di Charlie Hebdo,anzi. Non siamo andatia cercare l’islam, è l’islam che è venuto a cercarci. Se tutta la stampa all’epoca avesse avuto il coraggio di pubblicare le caricature, Charlie Hebdo non sarebbe divenuto un simbolo».
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