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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.11.2015 Israele, si discute sulla gestione dei ricchi giacimenti di gas naturale
Commento di Francesco Battistini

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 novembre 2015
Pagina: 19
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Caso giacimenti, a Netanyahu il 7° ministero (grazie a Clinton)»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/11/2015, a pag. 19, con il titolo "Caso giacimenti, a Netanyahu il 7° ministero (grazie a Clinton)", il commento di Francesco Battistini.

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Francesco Battistini


I più importanti giacimenti di gas naturale nelle acque territoriali israeliane

SuperBibi si fa in sette. Dopo un braccio di ferro durato due mesi, Netanyahu riesce a dimissionare uno scomodo ministro, l’ultrà religioso Arye Deri, e si prende la settima poltrona di governo: quella dell’Economia. Pochi premier dell’Occidente democratico hanno tante deleghe e il siluramento del capo di Shas, mandato a occuparsi di Negev e periferie urbane, ripagato con un incarico al fratello e un aumento di budget, scatena le opposizioni: «Chi tace ora su quest’ambigua vicenda — avverte la leader laburista Shelly Yachimovich —, si prepari l’alibi. Perché in futuro sarà chiamato a risponderne». Il partito Meretz chiede una commissione d’inchiesta sui «vergognosi rapporti» fra governo e business: «Ci sono in ballo tanti soldi che potrebbero andare alla collettività e, invece, finiranno nelle tasche di pochi». Il riferimento è all’accordo sul gas, firmato in agosto fra i texani della Noble Energy e il Delek Group israeliano, al quale Deri (con gli ambientalisti e parte della Knesset) s’opponeva. Si tratta d’un piano che lascerà al colosso Usa il totale controllo del più grande giacimento di gas naturale del Mediterraneo, il Leviathan, scoperto cinque anni fa e conteso a Cipro e al Libano. Una risorsa, secondo Yedioth Ahronot , che «nei prossimi anni cambierà gli equilibri della regione».

Un investimento, solo per Israele, che oscilla fra i 5 e i 7 miliardi di dollari. Non è ancora chiaro chi e per quanto potrà estrarre il gas, ma la gara è senza esclusione di colpi e la recente scoperta dell’Eni d’un enorme giacimento al largo dell’Egitto - la stessa falda del Leviathan – ha accelerato i tempi. «Bisogna fare prima degl’italiani – sollecitava in settembre un editoriale di Maariv – ed essere in grado d’evitare che l’Egitto vada a vendere il suo gas a mercati lontani». Raccogliendo l’appello, Netanyahu non ha perso tempo: il disaccordo del ministro dell’Ambiente e l’astensione di quello alle Finanze («sono amico dei petrolieri», aveva detto Moshe Kalon, evocando un conflitto d’interessi) hanno spinto il premier ad assumere le deleghe sull’antitrust e la gestione diretta del contratto. Non stupisce che in questi giorni sia in Israele anche Bill Clinton, invitato a commemorare l’assassinio di Rabin: l’ex presidente americano è fra i principali lobbisti della Noble.

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