martedi` 19 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
31.10.2015 Parigi: nelle banlieue vige la sharia
Commento di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 31 ottobre 2015
Pagina: 13
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «La gauche se ne accorge adesso 'nelle banlieue vige la sharia'»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 31/10/2015, a pag.13, con il titolo "La gauche se ne accorge adesso 'nelle banlieue vige la sharia' " di Mauro Zanon.

Immagine correlataImmagine correlata

Mauro Zanon

PARIGI -Anche dai più insospettabili, talvolta, giungono segni di resipiscenza. E questa settimana è il turno di Le Monde, il quotidiano dell'establishment di sinistra, che dopo averci abituato per anni a tacciare di pazzia i vari Zemmour, Finkielkraut, Ménard, Camus, rei di denunciare da tempo la grande sostituzione di popolazione (arabo-musulmana ai danni delle popolazioni autoctone, "de souche", di cultura giudaico-cristiana) e soprattutto l'islamiz7a7ione delle banlieue, ha finalmente preso atto che nelle periferie tumultuose, lontane dalla Parigi dei salotti e delle élite mondializzate, sono le leggi di Allah e non di Marianne a ritmare la quotidianità. Per una volta il giornale parigino ha lasciato da parte le artico-esse sulla presunta islamofobia dilagante, ha abbandonato le analisi romantiche della periferia sorseggiando caffè a Saint-Germain-dès-Près, ha spalancato gli occhi ed è andato nelle banlieue senza occhiali ideologici, constatando che i «territori perduti della République» (così li definì in un saggio preziosissimo uscito nel 2002 lo storico francese Georges Bensoussan) ora sono nelle mani dell'islam. «Dieci anni dopo le rivolte, l'islam irriga la vita sociale delle cité», titola Le Monde nell'inchiesta esclusiva pubblicata nell'edizione di venerdì. A Clichy-sous-Bois, epicentro della "haine", dell'odio verso la République che dilagava e dilaga tra i casermoni grigi e tutti uguali dove la "laïcit" è un parolaccia, sempre più giovani sono affascinati dall'islam salafita, i fratelli Kouachi sono degli eroi, i vignettisti di Charlie Hebdo se la sono cercata, e i francesi non immigrati di cultura giudaico-cristiana sono spariti o sono obbligati a sottomettersi alle nuove leggi. «Il ruolo dell'islam come vettore dell'azione collettiva è una delle evoluzioni più evidenti nei quartieri popolari negli ultimi vent'anni», scrive Le Monde. Ma non è soltanto una questione spirituale, religiosa. Al di là di queste due dimensioni, nelle banlieue "halalizzate", come le chiamò il politologo e orientalista francese Gilles Kepel in un'inchiesta di qualche anno fa intitolata «Banlieue de la République», «l'islam funziona come elemento federatore e identitario», sottolinea l'intervistato Patrick Simon, ricercatore presso l'Ined. I kebab hanno sostituito i bistrot, le macellerie halal hanno spazzato via le drogherie tradizionali, le ragazze che non portano il velo vengono tratte come delle "salope", delle puttane, l'insulto più diffuso è "sale français", ossia sporco francese, i corsi di arabo dispensati dalle associazioni locali sono presi d'assalto, così come le moschee e le numerose sale di preghiera improvvisate anche nei garage degli immobili. Secondo Alexandre Piettre, studioso all'Ephe, «c'è indubbiamente una progressione di un islam ritualista e rigorista».

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/999666, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT