Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/10/2015, a pag. 13, con il titolo "E Mosca suggerisce il piano per la Siria: 'E' ora di elezioni' ", la cronaca di Lorenzo Cremonesi.
Lorenzo Cremonesi
John Kerry, Sergei Lavrov
Mosca e Washington sempre più alla ricerca di intese per una soluzione politica alla guerra in Siria. I colloqui di venerdì a Vienna tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov con l'omologo americano John Kerry, oltre a quelli saudita e turco e le consultazioni separate con quello giordano, paiono aver aperto ampi spiragli di cooperazione. Tra sabato e domenica Lavrov e Kerry si sono consultati in due telefonate. Cuore dei problemi resta il futuro del presidente siriano Bashar Assad. In linea di principio gli Stati Uniti, assieme ai maggiori Paesi sunniti con Arabia Saudita in testa, ne chiedono le dimissioni.
Per contro Russia, Iran e in generale l'universo sciita ritengono che, almeno per il momento, Assad debba restare al suo posto e contribuire nelle battaglie contro Isis e le milizie radicali di stampo qaedista. Un segnale di ricerca del compromesso è arrivato sabato, quando Lavrov parlando alla stampa russa ha suggerito di tenere elezioni in Siria capaci di integrarsi con «la fase militare di lotta al terrorismo».
Va detto che dal 2011 si sono già tenute due elezioni nel Paese, considerate però nulle dalle opposizioni. Ieri Assad, incontrando a Damasco una delegazione russa, si è detto pronto alle elezioni anticipate sia presidenziali, che parlamentari. «Il voto sarà aperto a tutte le forze di opposizione moderate e ragionevoli», ha dichiarato. Però, ha precisato, ciò potrà avvenire «solo dopo la vittoria sul terrorismo». I sauditi non ci stanno. L'Egitto accetta invece un ruolo di Assad per un periodo limitato. Anche gli Usa paiono ora inclini a tollerarlo per una breve transizione. La Bbc ha intervistato Issam al Reis, portavoce dell'Esercito Siriano Libero (vicina agli Usa) che si è scagliato contro Putin: «Mosca favorisce una dittatura che uccide la sua popolazione in modo indiscriminato. Come possiamo fidarci dell'aiuto russo?».
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