Riprendiamo oggi, 25/10/2015, dal CORRIERE della SERA e dal SOLE24ORE due articoli sulle vicende attinenti alle violenze palestiniste contro Israele in merito alla Spianata delle moschee. Il primo di Davide Frattini, corretto (gli perdoniamo quel "cattura" al posto di "liberazione" che avremmo scritto noi), e invitiamo a paragonarlo con quello di Ugo Tramballi, che pubblichiamo preceduto da un nostro commento, ripreso da LAPIOGGIA24ORE.
Spianata moschee Monte del Tempio
Corriere della Sera-Davide Frattini: " Kerry media, intesa per ridurre la violenza a Gerusalemme"
Davide Frattini
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GERUSALEMME
Le telecamere accese per ventiquattro ore al giorno sulla Spianata delle Moschee. John Kerry, il segretario di Stato americano, ha visto ieri il re giordano ad Amman. Come nell’incontro con Benjamin Netanyahu di qualche giorno prima a Berlino, insieme hanno cercato soluzioni per riportare la calma dopo oltre venti giorni di violenze: gli attentati contro gli israeliani e gli scontri tra i palestinesi e l’esercito. E ieri è stato ucciso dai militari israeliani un palestinese che, a un posto di controllo vicino a Jenin, aveva tentato di accoltellare una guardia. Il premier israeliano vuole quanto Kerry dimostrare che il suo governo non stia cambiando le regole di accesso al terzo luogo più sacro per i musulmani sunniti. Lo ha ripetuto in queste settimane, le rassicurazioni non sono bastate agli arabi: credono di più a quelle che Kerry definisce «false supposizioni e percezioni» e alla propaganda dell’Autorità di Ramallah. Così dopo aver parlato anche con Abu Mazen, il segretario di Stato americano annuncia che Israele continuerà «a rispettare pienamente il ruolo speciale della Giordania come custode» della Spianata e «a garantire il fatto fondamentale che lì pregano i musulmani e gli altri vanno solo in visita». Le norme e gli accordi sono stati definiti dal 1967 dopo la cattura nella guerra dei Sei giorni della parte orientale di Gerusalemme ai giordani. Netanyahu ha anche promesso a Kerry di tenere sotto controllo i religiosi radicali che pretendono di poter pregare tra le moschee, in quello che per gli ebrei è il luogo sacro del Monte del Tempio.
Kerry, Netanyahu, re Abdallah di Giordania
IlSole24Ore-Ugo Tramballi: " Kerry e re Abdallah bloccano l'Intifada"
Ugo Tramballi
Elenchiamo menzogne e omissioni nel pezzo che segue:
1. Il mago Tramballi entra nelle menti dei negoziatori, visto che scrive che non ci credono. Il potere dell'odio ?
2. Visto che Kerry ha incontrato anche Bibi - oltre a tutto a Berlino, prima ancora degli altri - perchè quel titolo lo esclude ?
3. Tramballi ignorante ! non sa che si chiama Monte del Tempio e non "Spianata del Tempio", come scrive ? sarà un lapsus, ma anche i laspus hanno un'origine, per Tramballi esiste solo la versione palestinista, ma via, mostrarlo così senza pudore !
4. Anche sulla adorata spianata sbaglia, è l'autorità islamica ad essere responsabile, ma solo della gestione ammistrativa - la Giordania lo concordò con il governo d'Israele- ma tutto il Monte, spianata compresa, appartiene a Israele. Tramballi studi un po' di storia, se trova il tempo tra una balla e l'altra.
5. Penoso il tentativo di fare marcia indietro su chi diffuse la menzogna usata da Abu Mazen sulla volontà di distruggere le moschee. Tramballi la appiccica a ebrei estremisti e-non è certo- anche al governo di Gerusalemme. Faceva meglio a guardare in casa Mazen, perchè la balla partì da lui.
6. Kerry non ha 'convinto' Bibi, ma è stato lo stesso Bibi a ricordagli che solo la gestione è del Wafq. C'è una bella differenza !
7. La commozione di Tramballi verso il 'povero vecchio' Abu Mazen è patetica e ridicola, buona solo a ricordare subito dopo che tutto il problema sta nell'occupazione, come non perde occasione di ricordarci il trombettiere dell'Anp.
Sette, tra menzogne e fantasie omissive sarebbero troppe persino in un temino da primo anno di qualsiasi scuola di giornalismo. Mentre Tramballi dovrebbe essere l'esperto del giornalone degli industriali italiani ! E' persino peggio del MANIFESTO, almeno Michele Giorgio le lacrime le spende solo per rammaricarsi dell'assenza dell'Anp nelle trattative sul destino della spianata, al suo posto ci sono Israele e la Giordania, quest'ultima ex proprietaria dell'area e Israele, che dal'67 - anno di liberazione dell'intera capitale- ne è l'attuale. Noi ci aggiungiamo ' per sempre'.
Ecco l'articolo:
L’ultima Intifada o come la si volesse chiamare, è finita. Almeno così sembra, almeno per ora: anche se nessuno, nemmeno i negoziatori che hanno raggiunto il compromesso, ci credono fino in fondo. Sono stati John Kerry e il re giordano a trovare la soluzione, dopo che il segretario di Stato americano aveva incontrato l’israeliano Bibi Netanyahu giovedì a Berlino, e il palestinese Abu Mazen insieme ad Abdullah di Giordania, ieri ad Amman. L’assunto è che questa rivolta palestinese sia scoppiata per colpa del luogo che gli ebrei chiamano Spianata del Tempio e i musulmani Haram al Sharif, il Nobile santuario, a Gerusalemme. I primi hanno l’autorità religiosa sul Muro del pianto, un lato di contenimento occidentale della spianata sulla quale sorgeva il tempio ebraico; i secondi della spianata sulla quale sorgono le due moschee più importanti dell’Islam dopo quelle di Mecca e Medina. A settembre alcuni estremisti ebrei vi erano saliti facendo credere ai palestinesi che Israele volesse cambiare lo status del luogo santo. Era probabilmente la loro intenzione ma non quella del governo. Il casus belli della rivolta era stato questo. Come sintetizza John Kerry, riassumendo i termini dell’accordo, «i musulmani pregano, i non musulmani visitano » la Spianata . Il segretario americano ha convinto Netanyahu a confermare che la giurisdizione resta del Wafq, l’ente fiduciario musulmano controllato più dai giordani che dai palestinesi. È stato infatti Abdullah a suggerire una soluzione che accontentasse tutti, anche i più scettici: installare delle telecamere che testimonino nuove ed eventuali provocazioni e , soprattutto , che nulla camb i sulla spianata. «Garantiranno completa visibilità e trasparenza», commenta soddisfatto Kerry. Il principale interlocutore del segretario di Stato era Abdullah per due ragioni: il casato hashemita ha la giurisdizione politica ed è responsabile del mantenimento dei luoghi santi musulmani a Gerusalemme; e i palestinesi non hanno una leadership credibile. Abu Mazen è ormai vecchio e stanco, e alle sue spalle non c’è nessuno che ne possa prendere il posto: i moderati sono sempre di meno. Tutte le volte che le cose si fanno difficili in Palestina, la monarchia giordana che aveva annesso la West Bank fino al 1967, torna ad essere un punto fermo del problema. Sfortunatamente non saranno delle telecamere che potranno risolvere il conflitto. Chiariranno cosa accadrà d’ora in poi sulla Spianata ma non serviranno alla causa di fondo di questa ennesima rivolta palestinese: l’occupazione israeliana. Quella continua. «Ovviamente comprendiamo ci siano altre questioni che devono essere affrontate», ha riconosciuto Kerry senza ottimismo.
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