Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/10/2015, a pag. 1, "Andrea's Version" di Andrea Marcenaro.
Andrea Marcenaro
Ben Gurion non andava bene, nel 1948: era il primo, si poteva capire. Moshe Sharett non andava bene, ma era del Mapai anche lui. Levi Eshkol guidò una coalizione con i laburisti. Diciamo più aperta. Al diavolo Eshkol. Golda Meir era laburista, progressista, peggio che andar di notte. E Yitzhak Rabin aperto pure lui, ma venne bollato da guerrafondaio (era il 1974). Arrivò Begin, del Likud, di destra, mamma mia. E poi Shamir, che nemmeno a parlarne. Tornò il laburista Rabin, per tre anni. Magari un po’ di pace la voleva. Niente. Dopo Rabin, Shimon Peres, socialista, saggio, moderato. Maledetto fu Peres. Tre anni di Netanyahu: che ne parliamo a fare? Allora Ehud Barak, altro socialista. Offrì ad Arafat: il 98 per cento della Cisgiordania, Gaza e il settore arabo di Gerusalemme come capitale della nuova Palestina. Arafat rispose con l’intifada più sanguinosa.
Toccò a Sharon, e fu subito il porco. Egli cedette senza contropartite Gaza, in segno di buona volontà. E da Gaza partirono i missili contro Israele. Ehud Olmert non andava bene. Ora, 2015, di nuovo Netanyahu, che figurarsi. Diversi l’uno dall’altro, e molte volte opposti, questi dirigenti ebrei sono sempre un disastro. 67 anni di disastri ininterrotti. Come? L’antisionismo? L’antisemitismo? Sì, bravo, si chiama critica politica. Punto. Se poi quelli sono esseri odiosi, che sarà, colpa nostra?
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