Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 16/10/2015, a pag. 2, la lettera di Carlo Panella.
Carlo Panella
Al direttore - Assegnare la medaglia d’oro al valore militare alla Brigata ebraica: questo prevede una legge presentata alla Camera da alcuni parlamentari (Lia Quartapelle, Fabrizio Cicchitto e Emanuele Fiano). Una iniziativa che ha un peso enorme per il momento in cui nasce e perché ripara un’incredibile amnesia della coscienza nazionale. Una medaglia che ci ricollega alle radici di Israele e della ragione sua e nostra perché esista.
Fabrizio Cicchitto, Emanuele Fiano, Lia Quartapelle
Furono 30.000 i sionisti che – senza alcun obbligo di fare il militare – partirono volontari dalla Palestina sotto mandato inglese per combattere in Europa e dare corpo alla parola d’ordine di Chaim Weizmann: “Israele dichiara guerra al nazi-fascismo”. In quei giorni, invece, il Gran Muftì di Gerusalemme siglava il patto con Hitler e organizzava le SS bosniache. 5.000 volontari sionisti, inquadrati nella Brigata ebraica dell’esercito inglese, sbarcarono a Brindisi nell’ottobre del ’44, combatterono sotto la Stella di Davide lungo la Linea Gotica e poi su, su, liberarono Ravenna (45 morti) e si fermarono a Tarvisio. Molti poi tornarono in Israele per combattere gli eserciti arabi comandati dal nazista Gran Muftì di Gerusalemme.
Storia nota, ma occultata in un voluto oblio, tanto che ogni anno nei cortei per il 25 aprile, a Milano, idioti vari della estrema sinistra insultano e assaltano i superstiti della Brigata ebraica che sfilano, partigiani israeliani tra i partigiani italiani. E’ ora giusto, indispensabile, che questa legge sia iscritta nel calendario (non sarà facile) e sia approvata, perché questa medaglia sigilla un patto d’onore, civiltà e coraggio che lega la nostra democrazia a Israele.
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