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La Repubblica Rassegna Stampa
28.09.2015 L'israeliana Netafim, leader mondiale dell'irrigazione a goccia, ha la soluzione per la coltivazione del riso in Italia
Analisi di Gloria Riva

Testata: La Repubblica
Data: 28 settembre 2015
Pagina: 23
Autore: Gloria Riva
Titolo: «Netafim Italia vuole importare nelle nostre risaie la tecnologia israeliana dell'irrigazione a goccia»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA - AFFARI e FINANZA di oggi, 28/09/2015, a pag. 23, con il titolo "Netafim Italia vuole importare nelle nostre risaie la tecnologia israeliana dell'irrigazione a goccia", l'analisi di Gloria Riva.

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Suonano in continuazione i telefoni della Netafim Italia e l'ufficio commerciale ha un sacco di lavoro da quando la società genovese - ma controllata dalla capogruppo israeliana, un colosso nel settore dell'agricoltura - ha presentato a Expo il sistema di irrigazione a goccia che consente di coltivare terreni scoscesi, i più difficili, e soprattutto di risparmiare fino al 50 per cento di acqua, specialmente quando si tratta di risaie. «Partito in sordina, oggi Expo si è rivelato un volano di contatti e richieste commerciali. II nostro è un settore di lavoro che spesso resta nell'ombra ed Expo è stata una vetrina eccezionale», racconta Alberto Puggioni, responsabile dell'agromarketing di Netafim che conta 45 dipendenti e dal 2009 al 2014 è passata da 13 a 16 milioni di euro di giro d'affari e punta a chiudere quest'anno ancora in crescita.

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La sede genovese non si occupa solo di commerciale, ma anche dell'assemblaggio delle valvole e dell'installazione nei campi, nonché di numerosi progetti di ricerca. A Expo si trova all'interno del padiglione Israele e, in contemporanea, porta avanti un progetto al Parco Tecnologico Padano di Lodi, per mostrare come ottenere buoni risultati in agricoltura anche in condizioni di scarsità di risorse naturali. Periodici e numerosi gli incontri del "Fuori Expo" che l'azienda promuove nei campi del Parco Tecnologico.

L'irrigazione a goccia è stata inventata negli anni Sessanta in Israele e in Italia ha cominciato a diffondersi decenni dopo al Sud per la coltivazione di pomodori, mais e frutta. Da circa 10 anni si sta cercando di applicare questa tecnologia alle risaie per risparmiare la metà dell'acqua utilizzata e il 30% dei fertilizzanti.

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Il padiglione di Israele a Expo

In Italia le sperimentazioni di questo tipo sono cominciate cinque anni fa. «E' un sistema che si sta diffondendo in molti Paesi, dall'India alla Cina, dalla Tailandia al Senegal, ma in Italia solo il 5% del mercato è a irrigazione a goccia e una piccolissima percentuale di risaie è effettivamente coinvolta, probabilmente perché è una tecnica difficile da accettare per gli agricoltori italiani, anche se i costanti problemi climatici stanno convincendo molti a passare al sistema a goccia», dice Puggioni, secondo il quale così facendo sarebbe possibile usare la maggior parte dei 12 milioni di ettari di superficie agraria disponibile, spesso lasciata incolta per difficoltà di accesso e carenza di fonti idriche.

«Expo ci ha permesso di entrare in contatto con molte aziende agricole e di far conoscere le potenzialità di questo sistema che può rispondere alle problematiche dei terreni italiani», continua il manager. L'Italia è il maggior produttore europeo di riso e nei paesi come il nostro il riso consuma tre quarti di tutta l'acqua utilizzata in agricoltura, ed è responsabile del 10% delle emissioni di metano e anidride carbonica in atmosfera dovute all'azione dell'uomo. «Considerando le proiezioni di crescita della popolazione e la diminuzione dell'acqua dolce in conseguenza dei cambiamenti climatici, la possibilità di produrre riso senza sommersione rappresenta una delle sfide principali dell'agricoltura del domani», conclude Puggioni.

Netafim, fondata esattamente 50 anni fa, è titolare del brevetto del sistema a goccia ed è tutt'oggi leader mondiale nel settore delle soluzioni avanzate per l'irrigazione a goccia e la microirrigazione. Possiede 16 impianti di produzione, ha oltre 4.000 dipendenti che operano nei cinque continenti e detiene una quota del 30% del mercato, con 2 milioni di clienti in 110 Paesi del mondo.

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