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La Stampa Rassegna Stampa
27.09.2015 Summit a New York:Renzi/Netanyhau, sul Medio Oriente l'intesa con l'Egitto
Cronaca di Fabio Martini

Testata: La Stampa
Data: 27 settembre 2015
Pagina: 9
Autore: Fabio Martini
Titolo: «Renzi offrirà a Obama un patto a tre anti-Isis per il mediterraneo»

Riprndiamo dalla STAMPA di oggi, 27/09/2015, a pag. 9, con il titolo " Renzi offrirà a Obama un patto a tre anti-Isis per il mediterraneo", la cronaca di Fabio Martini sul prossimo incontro a New York.


Fabio Martini

Il summit tra capi di governo e il presidente degli Stati Uniti sulle strategie di paecekeeping nelle aree bollenti del pianeta è già fissato per domani pomeriggio alle 15 nella maestosa sala del Trusteeship Council del Palazzo di Vetro e in quella occasione Matteo Renzi si presenterà alle forze anti-Isis con una significativa «dote», quella prodotta in 19 mesi di azione diplomatica nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, una delle pagine meno enfatizzate ma più efficaci dispiegate dal governo italiano. Il risultato più significativo è un patto a tre, non formale ma sostanziale, maturato tra Italia, Egitto e Israele nella complessa gestione della vicenda libica. La triangolazione Dopo aver inaugurato la propria attività di governo con una visita in Tunisia e dopo essere stato, nell’agosto del 2014, il primo leader occidentale ad aver incontrato al Cairo il presidente Al Sisi, successivamente Matteo Renzi si è rivisto a Roma col leader egiziano, che in quella occasione gli aveva consigliato una triangolazione politica con Israele, paese col quale il premier italiano ha rapporti molto stretti. Nei due più recenti incontri con Netanyahu (in luglio a Gerusalemme, in agosto a Firenze) si è parlato anche di Libia, dove gli israeliani non hanno interessi diretti, ma uno indiretto che è anche strategico: il rafforzamento dell’Egitto come barriera anti- Isis. E Netanyahu ha dato il suo appoggio a Renzi: se solo diplomatico o anche concreto (tecnologie, droni anti-trafficanti) non è dato saperlo, ma sul dossier-Libia la triangolazione consente agli italiani di presentarsi agli Usa (su questo dossier molto «esigenti» con Roma) oltreché col consueto corredo di informazioni affidabili (i nostri Servizi continuano ad essere i più attendibili) anche con una significativa tessitura diplomatica. Proprio per questo la scorsa settimana risulta che il presidente del Consiglio si sia molto irritato per un summit, che doveva restare riservato e convocato dai francesi e aperto ai ministri degli Esteri di Germania e Gran Bretagna (oltreché all’Alto commissario per la politica estera Federica Mogherini): formalmente una riunione tra i Paesi europei che hanno negoziato con l’Iran sul nucleare, ma di fatto si è discusso di Libia e di Siria, senza la presenza del ministro degli Esteri italiano. E d’altra parte la difficoltà di trovare un accordo tra le fazioni libiche, non significa che l’Italia non abbia una mission su come provare ad uscirne, come sostiene il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, anch’egli a New York: «Se si può escludere un intervento militare, non escluderei affatto che, se ci fosse un accordo di pace o un nuovo governo in Libia, all’Italia e ad altri Paesi potrebbe essere chiesto di dare un contributo per rendere più sicura la situazione». Diplomazia e rock Ieri sera Renzi è arrivato a New York dove è atteso da tre giorni di eventi nell’ambito della sessioneOnu. Non prima di essersi «ricaricato » partecipando un mega- concerto. A Central Park questanotte erano attesemigliaia di persone per uno di quei concerti destinati a ricordarsi, con stardel calibrodiBeyoncé,Coldplay, Ed Sheeran e la sorpresa è che, tra unartista e l’altro, sarebbe dovuto comparire sul palco anche Renzi, per un intervento di treminuti. Un intervento (potrebbe essere saltato soltanto per imprevisti dell’ultima ora) che Renzi è riuscito ad ottenere grazie ai buoni uffici del suo amico Bono, il leader degli U2. Un bel “colpo” per Renzi, innamorato delle folle festanti e dei ritorni di immagine che possono garantire, ma anche l’ultima «prova» che il presidente del Consiglio sembra rientrato in uno di quei momenti di grazia che nel passato lo hanno gratificato.

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