Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 25/09/2015, a pag. 13, con il titolo "Roma esclusa sulla Libia, Renzi s'infuria con Mogherini", la cronaca di Antonella Rampino.
Forse Matteo Renzi comincia a capire l'errore che ha commesso quando ha sostenuto con forza la candidatura di Federica Mogherini, un'incapace che ha già dato a più riprese prova di scarse capacità politiche. E' quello che ci auguriamo, anche se il disastro non si rimedia.
Ecco l'articolo:
Antonella Rampino
Matteo Renzi Federica Mogherini
Tra Bruxelles e Roma, dalle più variegate e solide fonti politiche, ieri non si parlava d’altro. Della «telefonataccia» - così viene definita, senza nulla aggiungere sul contenuto - che il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha fatto all’Alto Rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini, mercoledì scorso. Oggetto della conversazione, nelle intenzioni renziane una vera e propria sfuriata, l’esclusione dell’Italia dal vertice convocato a Parigi dal ministro degli Esteri francese Fabius sull’Iran, ma esteso ai temi della Siria e soprattutto della Libia. L’invito è arrivato al tedesco Steinmeier, all’inglese Hammond, a Mogherini, ma non al capo della diplomazia italiana Gentiloni. Il fondato sospetto, appena appresa la notizia del vertice, era che mettere in cima agli argomenti di discussione l’Iran servisse proprio a escludere l’Italia, dato che l’Italia dai vertici sul nucleare iraniano giunti recentemente al successo si era autoesclusa già al momento della loro partenza, nel 2003, quando a invito diretto il governo Berlusconi rispose sostanzialmente «non ci interessa». E che il risultato di tutto possa essere per l’Italia essere esclusa da un summit che riguarda una complessa partita sulla quale invece Roma è in prima linea: la Libia.
Precendenti esclusioni
Paolo Gentiloni, allora, ha informato e investito della vicenda direttamente e personalmente il presidente del Consiglio. Il quale ha alzato il telefono, e se ne è duramente lamentato con la Mogherini. Non è dato sapere, al momento in cui scriviamo, se la reprimenda avrà qualche esito fattivo e porterà a un «allargamento» di un vertice convocato da Parigi. Di certo, Mogherini è vicepresidente di un organismo europeo, la Commissione, e in quanto tale come tutti i suoi colleghi non rende conto a questo o a quel Paese dei 28, e tantomeno alla nazione di provenienza. Insomma, ancorché di nazionalità italiana, Mogherini è un’autorità europea. E, altrettanto certamente, varie esclusioni dell’Italia ci sono state, e anzi non si contano, nel corso del tempo. Ultimo e recente caso, apparentemente per preservare il motore franco-tedesco che traina le politiche della Ue, il faccia a faccia Hollande-Merkel sull’emergenza rifugiati e politiche migratorie - materie nelle quali l’Italia vanta pubblicamente una certa primazia d’iniziativa - che però non ha provocato nessuna telefonata di Palazzo Chigi al presidente francese, che pure come Matteo Renzi appartiene anch’egli alla famiglia politica del Pse.
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