Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/09/2015, a pag. 15, con il titolo "Palestinese uccisa al check point", la notizia corredata con fotografia; dal MANIFESTO, a pag. 9, con il titolo "Tiro al palestinese, uccisa una donna", il commento di Michele Giorgio.
E' scandaloso quello che il Corriere pubblica oggi a pag. 15: una stringata notizia accompagnata da una grande foto che mostra un soldato israeliano che minaccia con un'arma una donna velata, presumibilmente araba palestinese. In questo modo, Israele viene fatto passare per aggressore e violento, incapace di fermarsi anche di fronte a donne che se sono disarmate è ancora tutto da dimostrare. Così, quantomeno, comunica l'immagine. Le quattro righe di notizia sottostanti, inoltre, peggiorano ulteriormente le cose, riportando addirittura che la donna "secondo i palestinesi era disarmata".
Quello che è accaduto è ben diverso: una donna ha aggredito con un coltello un soldato, e soltanto a questo punto è stata colpita alle gambe, da altri militari israeliani, a dimostrazione che l'intenzione non era mirata a uccidere. E' stata poi tempestivamente soccorsa da medici israeliani, ma è deceduta in ospedale. Aggiungiamo che un articolo di Avvenire di ieri sulla vicenda riportava le parole del padre della terrorista, che ammetteva le intenzioni omicide della figlia. E Avvenire non è certo sospettabile di nutrire simpatia verso Israele. E' evidente che il modo in cui il Corriere pubblica la notizia dà al lettore un'immagine completamente distorta dei fatti.
Simile a questa pagina del Corriere è il quotidiano articolo sul Manifesto di Michele Giorgio, che ha fatto dell'odio contro lo Stato ebraico una professione. Giorgio cerca disperatamente di giustificare il gesto terrorista della donna, ma a una lettura attenta dell'articolo la faziosità viene alla luce ed emergono i fatti. Siamo inoltre abituati alla peggiore propaganda da parte della testata su cui Giorgio scrive, e dunque non ci stupiamo a leggere l'ennesimo articolo di questo genere. Diverso discorso va fatto per il Corriere, che non dovrebbe nemmeno essere paragonabile al quotidiano comunista.
Invitiamo tutti i nostri lettori a scrivere al Corriere protestando per questa evidente mistificazione della verità.
Ecco quello che il CORRIERE ha pubblicato:
IL MANIFESTO - Michele Giorgio: "Tiro al palestinese, uccisa una donna"
Michele Giorgio
La 18enne palestinese Hadil Hashlamoun, uccisa due giorni fa a un posto di blocco israeliano tra le zone H1 e H2 di Hebron, aveva davvero tentato di accoltellare un soldato o il militare ha aperto il fuoco su una persona che non rappresentava una minaccia reale? L'interrogativo, sorto subito dopo il diffondersi della notizia, si è fatto ancora più pressante quando in rete sono cominciate a circolare foto e un video che non mostrano la ragazza in atteggiamenti aggressivi.
Un portavoce dell'esercito ha spiegato che ad Hashlamoun è stato ordinato di fermarsi dopo che aveva passato il metal detector. La ragazza invece di rallentare è andata avanti e ad un certo punto ha tirato fuori un coltello minacciando un militare. I soldati presenti hanno sparato prima alle gambe e ai piedi per impedirle di avanzare e quando la giovane ha continuato a dirigersi verso di loro le hanno sparato all'addome. Alcuni testimoni parlano invece di una «reazione eccessiva» a una minaccia percepita ma non vera e che, in ogni caso, non c'era bisogno di uccidere Hashlamoun.
Le immagini disponibili mostrano i soldati che puntano le armi verso una persona con il niqab (il velo islamico integrale) ferma al checkpoint prima della sparatoria, è la stessa persona che, in apparenza, cerca di lasciare il posto di blocco. In nessuna delle foto la donna appare armata. Secondo Fawaz Abu Aisheh, uno dei testimoni, Hashlamoun non comprendeva le intimazioni in ebraico urlate dai soldati. Lo stesso Abu Aishe ha detto di aver aperto una porta per permettere alla ragazza di tornare indietro ma i soldati hanno sparato. «Quella ragazza avrebbe dovuto saltare una barriera alta circa un metro per raggiungere un soldato», ha spiegato il testimone. «Erano presenti sei o sette militari con armi pesanti. Non c'era bisogno di questo assassinio».
L'Esercito afferma inoltre che i medici israeliani hanno cercato di fare il possibile per tenere in vita la donna, sul luogo stesso della sparatoria prima del trasferimento in ospedale (dove è poi spirata). Un video pubblicato da un'agenzia di stampa locale dice il contrario. Il filmato mostra la donna che viene lasciata a sanguinare sul terreno - per circa 30 minuti - e che poi viene trascinata via da alcuni soldati.
Sempre due giorni fa un altro palestinese è rimasto ucciso in una esplosione nei pressi di un villaggio vicino Hebron. Per il portavoce militare stava cercando di lanciare un ordigno. I palestinesi non confermano.
Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare:
Corriere della Sera 02/62821
Il Manifesto 06/687191
Oppure cliccare sulle e-mail sottostanti