Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 22/09/2015, a pag. 11, con il titolo "SodaStream offre mille posti di lavoro ai siriani", la cronaca di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
L'impianto di SodaStream a Rahat: eppure per qualcuno Israele è uno "Stato di apartheid"
«Mille posti di lavoro per i profughi siriani». L'offerta arriva da SodaStream, l'azienda israeliana che produce bevande gassate ed è stata bersagliata dalla campagna di boicottaggio per il centro di produzione che aveva in Cisgiordania, fino ad essere obbligata a trasferirlo a Rahat, nel deserto del Negev.
Daniel Birnbaum
«Possiamo assorbire 200 famiglie siriane, garantendo l'opportunità di crearsi una nuova vita» afferma il ceo Daniel Birnbaum, chiedendo al governo di Netanyahu di rivedere la decisione di non accogliere profughi siriani «per ragioni demografiche». «In quanto figlio di un sopravvissuto alla Shoà rifiuto di restare inerme davanti alla tragedia che si sta consumando» dice Birnbaum, tracciando un parallelo fra «il sostegno dato alle famiglie palestinesi» e quello che «possiamo dare ai rifugiati siriani» perché «tocca alle imprese assumersi responsabilità negli aiuti umanitari senza lasciare tutto l'onere ai politici». E a Rahat, 55mila abitanti e più grande città beduina del mondo, il sindaco Talal Al-Krenawi, si dice pronto a fare la sua parte: «Ospitalità e dignità umana sono i nostri valori base».
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