martedi` 19 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
21.09.2015 Il Papa dal dittatore Fidel Castro, non dai dissidenti cubani perseguitati
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 21 settembre 2015
Pagina: 1
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Faccia a faccia con Fidel, ma il regime ferma i dissidenti»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/09/2015, a pag. 1-3, con il titolo "Faccia a faccia con Fidel, ma il regime ferma i dissidenti", la cronaca di Paolo Mastrolilli.

Pubblichiamo oggi l'articolo di Paolo Mastrolilli sulla visita di Papa Francesco a Cuba, dove ha incontrato Fidel e Raúl Castro ma non - per l'opposizione della dittatura dei Castro - i dissidenti cubani. Un'altra occasione persa, da parte del Vaticano, che si schiera con chi da 50 anni nega la libertà a milioni di persone.  Dall'arrivo di Castro metà della popolazione cubana è fuggita dall'isola, un dato che nessun giornale ha riportato.

Ecco l'articolo:

Risultati immagini per paolo mastrolilli
Paolo Mastrolilli

Risultati immagini per papa francesco fidel castro
Papa Francesco incontra Fidel Castro

Cordialità con Fidel e Raúl, meno con i dissidenti, che sono stati arrestati in varie occasioni. E non per colpa di Francesco, che ha lavorato per incontrarli, ma è stato bloccato dal regime. Sul piano politico, dunque, la visita del Papa a L’Avana ha confermato tutte le potenzialità, ma anche tutti i problemi del rapporto con Cuba. L’incontro fra il Pontefice e il Líder Máximo è avvenuto dopo la messa, nella residenza alla periferia di L’Avana.

È lì che Castro vive in maniera molto riguardata, dopo i problemi di salute cominciati nel 2006. È stata una conversazione «cordiale» durata circa 40 minuti, secondo il direttore della Sala Stampa Vaticana padre Federico Lombardi, a cui hanno partecipato anche la moglie di Fidel, i figli e alcuni nipoti. Quando aveva incontrato Benedetto, Castro gli aveva chiesto di consigliargli dei libri. Aveva detto di essere interessato alla spiritualità, e il Papa gli aveva mandato diversi testi in dono. Francesco si è ricordato di questo particolare, e quindi è andato all’incontro con cinque regali: due libri del sacerdote italiano Alessandro Pronzato, cioè «Vangeli scomodi», e il saggio sull’umorismo e la fede intitolato «La nostra bocca si aprì al sorriso»; l’ultima enciclica «Laudato Si’» e l’esortazione apostolica «Evangelii Gaudium»; e poi una collezione degli scritti del padre gesuita Armando Llorente, che era stato insegnante di Fidel, quando negli Anni 40 frequentava il collegio Belen di L’Avana. Chissà che questo dono non sia diventato anche l’occasione per chiedere all’ex studente di riconoscere le scuole cattoliche, che hanno ripreso a operare a Cuba, ma non sono formalmente riconosciute. Castro ha risposto regalando a Francesco una copia con dedica del libro di Frei Betto «Fidel e la religione», dove faceva uno sperticato elogio dei gesuiti che lo avevano educato nell’altra loro scuola di Santiago, il Colegio de Dolores. Secondo Lombardi, Castro attraversa una fase in cui è interessato soprattutto alle riflessioni sul futuro dell’umanità, i problemi contemporanei e le responsabilità, e quindi questi temi hanno dominato la conversazione, dalle violenze in Medio Oriente ai cambiamenti climatici.

L’embargo americano
Le questioni più prettamente politiche sono state discusse invece nell’incontro che il Papa ha avuto nel pomeriggio con il presidente Raúl. Di sicuro si è parlato dell’embargo americano, perché L’Avana spera che Francesco sollevi la questione durante la prossima tappa a Washington, aiutando l’amministrazione Obama a convincere il Congresso che è venuto il momento di toglierlo. Al suo arrivo a Cuba, però, il pontefice ha chiesto anche più mezzi per le attività della Chiesa sull’isola, e questo significa più libertà, accesso ai media, e il riconoscimento ufficiale del lavoro fatto dalle scuole cattoliche nel campo dell’istruzione e della formazione.

Francesco voleva anche incontrare i dissidenti, come aveva fatto il segretario di Stato Kerry, quando il 14 agosto aveva rialzato la bandiera americana all’ambasciata sul Malecón. In quella occasione, il capo della diplomazia Usa aveva diviso gli eventi: durante quello ufficiale, la mattina del 14, aveva invitato solo i rappresentanti del governo; durante il ricevimento pomeridiano nella residenza dell’ambasciatore, invece, aveva aperto la porta ai dissidenti.

Qualcosa di simile sarebbe dovuto accadere sabato sera, quando alcune rappresentanti del gruppo cattolico Damas de Blanco, cioè mogli, madri, sorelle di prigionieri politici, si sono avvicinate alla nunziatura. Fonti autorevoli dicono che avevano ricevuto un segnale riguardo la possibilità di salutare informalmente il Papa, quando sarebbe arrivato. Invece sono state arrestate, forse per un malinteso. Tra le fermate c’era proprio Berta Soler, leader delle Damas, e suo marito Angel Moya. Secondo Elizardo Sanchez, leader della Comisión Cubana de Derechos Humanos y Reconciliación Nacional, «la polizia sapeva che queste persone erano dirette alla nunziatura, e le ha bloccate appena sono uscite da casa. Sono circa cinquanta i dissidenti fermati durante il fine settimana».

Gli oppositori
I problemi si sono ripetuti durante la messa di ieri in Plaza de la Revolución, quando un gruppo di oppositori ha cercato di avvicinarsi alla «papamobile», e almeno in un caso sono riusciti a scambiare una parola con Francesco. Le forze dell’ordine però sono intervenute e ne hanno arrestati quattro.

Ieri sera fonti del Vaticano hanno fatto sapere che stavano lavorando alla possibilità di un nuovo incontro tra il Papa e un gruppo ristretto di dissidenti, durante la celebrazione serale dei vespri nella cattedrale di L’Avana. L’appuntamento però è saltato, stavolta perchè gli oppositori hanno deciso di non presentarsi. Un segno delle difficoltà che restano da superare sulla via del dialogo e della riconciliazione.

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT