Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/09/2015, a pag.10, con il titolo " L'Iran apre a un tavolo di pace con Usa e sauditi 'negoziamo per fermare i massacri in Siria', l'articolo di Guido Olimpio.
Guido Olimpio
WASHINGTON- Profughi disperati, combattimenti feroci, manovre per sostenere i ribelli, Mosca che puntella Bashar Assad con altre armi. Quadro nero dove c’è chi pensa valga la pena tentare un’altra strada. Il presidente iraniano Hassan Rouhani, ricevendo il suo omologo austriaco Heinz Fischer, ha affermato che il suo Paese è pronto a trattare con Usa e sauditi per trovare una soluzione negoziata alla crisi siriana. «L’Iran si siederà a qualsiasi tavolo con protagonisti regionali e grandi potenze se l’obiettivo sarà un futuro stabile e democratico per la Siria», ha osservato chiedendo anche alla comunità internazionale un approccio diverso. La priorità deve essere la fine dei massacri — ha aggiunto — piuttosto che chiedere un cambiamento al vertice del Paese: «La questione non è quale governo o personalità appoggiare». Visione interessante e interessata. Gli iraniani sono i principali alleati di Damasco, senza il loro aiuto (insieme a quello russo) il regime sarebbe crollato. E in questi mesi hanno favorito il flusso di materiale bellico ai militanti sciiti, una risposta al sostegno delle monarchie sunnite agli insorti. L’idea del negoziato, formulata da Rouhani in risposta alla domanda di un giornalista, non è nuova. Più volte Usa, Russia e lo stesso Iran hanno avuto contatti discreti in questo senso. Di recente Vladimir Putin ha sostenuto che Assad è pronto a condividere il potere con l’opposizione «buona». Non tutti però sono convinti che il negoziato abbia reali possibilità di successo, in quanto ci saranno sempre forze in grado di ostacolarlo. Gli osservatori hanno anche interpretato le mosse russe in Siria, con l’ampliamento della loro presenza, come il tentativo di rafforzare Damasco con una doppia chiave. Nel caso che la situazione diventi più difficile per gli Assad oppure proprio in vista di una trattativa per dare garanzie all’amico siriano. I segnali del presidente Rouhani si inseriscono poi sulla scia dell’accordo nucleare con gli Stati Uniti. Intesa che potrebbe favorire il dialogo anche su altri nodi internazionali. Ieri la Casa Bianca ha annunciato, con soddisfazione, di poter contare sul voto a favore di almeno 41 senatori. Uno schieramento che dovrebbe respingere i tentativi dei repubblicani di bocciarlo.
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