Ai nostri lettori non sarà sfuggito, nell'ultimo anno, il cambiamento di linea di REPUBBLICA nei confronti della questione mediorientale. Una svolta che ha interessato soprattutto la posizione sul terrorismo, e, in parte, anche la vicenda israelo-palestinese. Era stato un editoriale di Ezio Mauro a dare il via, http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=55164
e IC l'aveva prontamente evidenziato.
Purtroppo però, quello che doveva essere un cambiamento serio si è dimostrato soltanto una mossa, deludente, come dimostra il pezzo di oggi di Fabio Scuto, uno dei peggiori corripondenti da Israele che Repubblica abbia mai avuto.
Già il titolo, redazionale, a pag. 18 "Italiano arrestato, filmava le violenze del soldato israeliano sul ragazzino " è un esempio macroscopico di giornalismo che inganna. L'attivista NON è stato arrestato, ma fermato, non filmava soltanto ma LANCIAVA PIETRE contro i soldati e il soldato NON faceva nessuna violenza sul ragazzino, avendone solo bloccato i movimenti. Semmai, era il soldato stesso ad aver subito la violenza del clan Tamimi. Un titolo che un quotidiano serio non avrebbe mai dovuto pubblicare.
Ma veniamo alla cronaca di Scuto, che pubblichiamo dopo quella di Maurizio Molinari, sulla STAMPA a pag.14, il cui confronto con quella di Scuto rivela quanto il corrispondente di Repubblica non abbia il minimo rispetto verso i lettori, facendosi portavoce della versione palestinese, come mai farebbe un cronista serio e reponsabile, che avrebbe riferito anche le dichiarazioni dell'altra parte in causa. Come ha fatto Molinari sulla Stampa. Quello di Scuto è un pezzo pieno di disprezzo verso Israele.
Invitiamo i nostri lettori a scrivere direttamente al direttore di Repubblica Ezio Mauro per chiedergli se ritiene accettabile la presenza in Israele di un collaboratore che non onora certo la credibilità del giornale. e.mauro@repubblica.it
per completezza di informazione, leggere Ugo Volli e Deborah Fait su IC di oggi.
La Stampa-Maurizio Molinari: " Filma i soldati israeliani, attivista italiano fermato "
Maurizio Molinari
Un attivista italiano è stato arrestato durante scontri a Nabi Saleh, in Cisgiordania, ed è in procinto di essere espulso da Israele. Al centro della vicenda c’è Vittorio Fera, 31 anni, del «Movimento di solidarietà internazionale» (Ism) che venerdì è stato fermato dai soldati israeliani durante aspri scontri avvenuti nel villaggio di Nabi Saleh fra manifestanti palestinesi e militari. Sulla dinamica di quanto avvenuto vi sono opposte versioni. Per i portavoce di «Ism» Fera faceva parte di un «pacifico gruppo di dimostranti internazionali» che «cercava di documentare l’attacco ad un ragazzino palestinese» da parte dei soldati. Si tratta dell’episodio divenuto di pubblico dominio per la diffusione di una foto che ritrae un militare mentre trattiene con la forza un ragazzo palestinese con un braccio ingessato. Per Peter Lerner, portavoce militare dell’esercito, invece la dinamica è stata tutt’altra: «L’individuo in questione è stato arrestato perché ave- va preso parte a violenti disordini, gettando sassi contro i soldati israeliani, e al momento è sotto la custodia delle forze di polizia». Rischi di Terza Intifada La contrapposizione nella ricostruzione su quanto avvenuto è una costante degli scontri a Nabi Saleh, un piccolo villaggio poco distante da Ramallah, dove ogni venerdì dopo la preghiera nella moschea una folla di dimostranti si unisce a gruppi di militanti stranieri pro-palestinesi percorrendo una discesa che porta ad un vicino insediamento ebraico. Si tratta di una protesta per rivendicare ai palestinesi il diritto di gestire la sorgente d’acqua locale ora controllata da un insediamento ebraico. I soldati israeliani aspettano i manifestanti in fondo alla discesa e gli scontri che ne conseguono sono spesso aspri con lanci di sassi, lacrimogeni ed arresti. Il «New York Times» si è spinto fino a prevedere che la ripetizione settimanale di questa mini-battaglia possa innescare la «Terza Intifada». Arrestato dai militari in Cisgiordania e in consegna alla polizia israeliana, Vittorio Fera è stato al centro di intensi contatti fra i governi di Roma e Gerusalemme fino a quando la Farnesina ha fatto sapere che «potrebbe essere espulso nelle prossime ore». «La nostra rappresentanza diplomatica ha ri- cevuto assicurazioni dal ministero degli Esteri israeliano sulle buone condizioni del connazionale e sulla possibilità di poterlo visitare» afferma la Farnesina. Compagno ferito nel 2014 È già avvenuto in passato che stranieri, volontari in ong propalestinesi, sono stati espulsi da Israele per aver «lanciato sassi» o «aggredito soldati». La vicenda di Fera mette in risalto la presenza di cittadini italiani in questi gruppi di militanti pro-palestinesi in Cisgiordania. Nello scorso autunno uno di loro, Patrick Corsi, venne ferito al petto da un proiettile di gomma sparato da un soldato israeliano durante scontri ravvicinati a Kfar Qaddum, nei pressi di Nablus. Anche in quella occasione l’esercito israeliano accusò Corsi di aver «aggredito i soldati» con l’aggravante di essersi «coperto il volto» come fanno spesso i manifestanti che lanciano pietre per non farsi identificare. Corsi, anch’egli attivista dell’Ism, negò di aver compiuto qualsiasi atto violento contro i soldati israeliani.
La Repubblica-Fabio Scuto: " Italiano arrestato, filmava le violenze del soldato israeliano sul ragazzino "
Fabio Scuto
GERUSALEMME. Venerdi scorso a Nabi Saleh, in Cisgiordania, nel corso della protesta le cui immagini hanno fatto il giro del mondo — con il soldato israeliano che tenta una "cravatta" a un ragazzino palestinese di 12 anni con un braccio ingessato — c'erano anche gli attivisti dell'International Solidarity Movement e con loro l'italiano Vittorio Fera che è stato arrestato dai militari israeliani. Ogni venerdì da anni gli abitanti di Nabi Saleh protestano contro la costruzione di un insediamento colonico illegale israeliano sulle terre del villaggio. E diverse Ong partecipano a sostegno della popolazione per documentare la protesta. Scaramucce sono scoppiate anche venerdì scorso con un lancio di sassi verso i militari che hanno risposto nel modo che tutti hanno visto nel video diffuso ieri proprio dall'lsm. Vittorio Fera è accusato di aver .lanciato pietre e attaccato i soldati. durante la manifestazione e di aver il visto trimestrale di ingresso ( rilasciato dagli israeliani) scaduto da tempo. .Un'affermazione priva di fondamento., sottolineano dalla Ong..Vittorio stava filmando il violento attacco delle forze israeliane a un ragazzo palestinese, che veniva aggredito e soffocato da un soldato•. Fera stamattina verrà portato davanti a un giudice per stabilire l'entità delle accuse e la sua posizione per quanto riguarda il visto scaduto. Sulla vicenda è intervenuto il M5s che ha attaccato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni: •A 48 ore dall'arresto di Vittorio Fe ra il silenzio della Farnesina è diventato inaccettabile., attacca no i deputati pentastellati in corn-missione Esteri. «Al momento, qualcosa è trapelato soltanto attraverso il consolato generale a Gerusalemme: decisamente troppo poco. Il ministro Gentile ni ha il dovere di chiarire le circe stanzedell'arresto e i capi d'accusa rivolti dalle autorità israeliane al nostro concittadino.. Stoppa sul nascere la polemica il ministero degli Esteri. H Consolato generale italiano a Gerusalemme e l'ambasciata italiana a Tel Aviv, spiega la Farnesina, informati del caso stanno .seguendo sin dall' inizio il caso del connazionale Vittorio Fera, posto in stato di fermo in Cisgiordania•. E anche la Farnesina precisa che la posizione del militante dell'Ism .è in corso di esame da parte delle Autorità israeliane competenti, che hanno informato della possibilità di una espulsione nelle prossime ore.
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