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Informazione Corretta Rassegna Stampa
16.08.2015 Dopo BDS, il Pinkwashing
Commento di Astrit Sukni

Testata: Informazione Corretta
Data: 16 agosto 2015
Pagina: 1
Autore: Astrit Sukni
Titolo: «Dopo BDS, il Pinkwashing»

Oggi, domenica 16 agosto 2015, non escono i giornali. IC invece non manca all’appuntamento quotidiano, affrontando un argomento di particolare attualità in Italia, anche se la notizia viene ripresa dal sito “The Australian Jewish News”.
Il tema sono i diritti delle persone Lgbt, inesistenti nel nostro paese, ma struttura portante della democrazia israeliana. Conoscere per poi giudicare, ciò che si guardano bene dal fare i sostenitori del movimento “Pinkwashing”, pochi, sempre meno, man mano che la realtà di Israele viene conosciuta.

Nel pezzo che segue,  Astrit Sukni racconta la vicenda.

 (Cerca la Differenza:  condividi questa immagine)
Palestina: quando scoprono che sei gay ti impiccano
Israele: ama uomini e donne gay

I nemici di Israele non perdono mai occasione di gettare fango sullo Stato di Israele, criticano l'unica democrazia in Medio Oriente, negli ultimi anni attraverso il movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni).
Non solo, Alcuni giorni fa, la morte di Shira Banki, accoltellata da un ultra ortodosso ebreo durante la parata Gay Pride di Gerusalemme, ha dato modo al movimento Pinkwashing di diffamare Israele in un articolo comparso sul giornale online Daily Life (http://www.jewishnews.net.au/israel-pinkwashing-article-slammed/49324: titolato“Come Israele sta approfittando della sua immagine pro-gay”.
L’editorialista Ruby Hamad scrive che “il governo israeliano cerca di ripulire la propria immagine a livello internazionale mettendo in evidenza i diritti che godono le persone Lgbt”.
Ruby Hamad cita il Pinkwashing come tattica che Israele userebbe per contrastare le opinioni negative che lo descrivono come uno stato militare aggressivo e/o uno stato ultra- religioso.
Inoltre scrive che “i gay palestinesi sono oppressi dall’occupazione israeliana così come lo sono anche le organizzazioni palestinesi LGBT”.
Volutamente ignorato - secondo lo stile tradizionale della diffamazione - è il fatto che nel West Bank palestinese gli omosessuali vivono in una condizione di assoluta repressione, e se dalla Cisgiordania ci spostiamo a Gaza, ci troviamo di fronte alla pena di morte. Per cui parlare di organizzazioni Lgbt in una società islamica è un falso plateale.


Una delle maggiori responsabili della diffamazione di Israele


Che cos’è e come nasce il termine “pinkwashing”? E’ un neologismo inventato dalla filosofa americana Judith Butler, membro dell’associazione J-Street. Questo termine viene usato dagli antisionisti Lgbt che accusano Israele di usare la condizione di rispetto e giustizia nella quale vivono gli omosessuali nello Stato ebraico per nascondere il trattamento dei palestinesi.

 
Ma li hanno mai conosciuti i gay palestinesi ?

 Risultati immagini per IDF pro gayRisultati immagini per IDF pro gay


In Israele i diritti civili sono garantiti a tutti i cittadini, che siano essi Lgbt, arabi, circassi, drusi etc. Le unioni civili sono legali e le coppie gay possono adottare figli. Lo stato garantisce alle famiglie Lgbt gli stessi diritti di cui godono le coppie eterosessuali.
E’ di qualche mese fa la notizia che il Ministero della Difesa ha deciso di permettere ai riservisti Lgbt che hanno figli di non essere richiamati entrambi in caso di necessità, questo per permettere ai figli di avere la presenza costante di uno dei genitori.
L’esercito di difesa israeliano è anche l’unico al mondo ad avere un codice di comportamento morale al quale sono tenute tutte le reclute al momento del servizio di leva. Fra questi obblighi vi è la condanna esplicita di qualsiasi atto di omofobia.
Sono poi le associazioni Lgbt in Israele ad aiutare i gay palestinesi quando vengono minacciati dalle loro famiglie proprio in quanto omosessuali.
Altro che depenalizzazione dell’omosessualità nel West Bank palestinese, come ha scritto Hamad. Ma questo l’editorialista non lo scrive altrimenti la sua propaganda antiisraeliana non avrebbe più senso.

E’ vergognoso vedere come alcune associazioni antisioniste Lgbt, legate a vecchi schemi terzomondisti delle sinistre nostalgiche, si schierino dalla parte degli aguzzini iraniani, palestinesi, arabi pur di dare addosso a Israele.
Del resto la storia non ha insegnato nulla a quegli omosessuali che amano sbandierare Che Guevara che di gay ne ha ammazzati a volontà, mentre a Cuba Fidel Castro riempiva le carceri di gay e dissidenti.

Nell’agosto 2013, Informazione Corretta, nella rubrica DOSSIER curata da Giovanni Quer, ha pubblicato una puntata dedicata ai “Diritti Lgbt in Israele”, intervistando Jonathan Danilowitz e David Ehrlich. http://www.informazionecorretta.com/dossier.php?l=it&d=15 Ne consigliamo la lettura, soprattutto a quanti, forse per mancanza di informazione o per disinformazione, non conoscono quanto Israele sia avanti a tutte le democrazie occidentali nel riconoscimento dei diritti delle persone Lgbt.

  

 

Astrit Sukni


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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