Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/08/2015, a pag.12, con il titolo " Scienziati Usa a sostegno dell'accordo con Teheran ", il commento di Guido Olimpio.
Per chi vuole informarsi, sono usciti di recente alcuni libri sull'adesione al nazi-fascismo da parte del mondo della scienza negli anni '30. Forse il Corriere, che in quegli anni era rigorosamente fascista come tutti gli altri gionali che si erano prontamente allineati, aveva fatto un titolo con poche varianti. Ad esempio:
" Scienziati Usa e italiani a sostegno dell'accordo con Berlino ".
Obama, premio Nobel per Pace - ma avrebbe dovuto ricevere il Back to the Future - ci ha riportati indietro di quasi 90 anni. E dalla sua ha pure tutti media, per i quali l'unico a protestare è il birichino Netanyahu, mentre a tutti gli altri leader quell'accordo piace. Come avvenne con Hitler, appunto.
Ecco l'articolo:
Guido Olimpio
Un documento d'appoggio che pesa. Lo hanno firmato 29 scienziati americani favorevoli all'intesa nucleare raggiunta con l'Iran. Un messaggio di sostegno alla Casa Bianca in una fase critica dove gli avversari del patto si stanno mobilitando. La lettera di due pagine è stata sottoscritta da ben 6 premi Nobel e da ricercatori che molto hanno dato allo sviluppo scientifico statunitense. Un parere da esperti che è anche un giudizio politico su un accordo storico ma pieno di incognite. Tra i firmatari Richard L. Garwin, il fisico che ha contribuito alla costruzione della prima bomba all'idrogeno ed ha svolto un lavoro di consulenza nel campo delle trattative sul disarmo. Poi Siegfried S. Hecker, responsabile per molti anni del laboratorio di Los Alamos, uno dei principali centri atomici degli Stati Uniti. Molti degli scienziati - ha precisato il New York Times - hanno il livello di sicurezza Q ossia quello che permette di trattare temi segreti legati al nucleare. A loro giudizio, come sottolineano più volte nella lettera, l'accordo concluso con Teheran fornisce grandi garanzie in quanto è possibile verificarlo e monitorarlo. A questo si aggiunge il valore storico di un passo che può favorire il dialogo in una regione sconvolta dai conflitti. Ovviamente negli Usa non tutti hanno questa visione positiva. La diffidenza nei confronti dei mullah è ampia. La prova più eclatante è venuta dalla presa di posizione del senatore democratico Chuck Schumer, personaggio influente e ascoltato, che ha dichiarato la sua ferma opposizione alla svolta. Approccio non sorprendente che però conta. Così come conta quello del suo collega Eliot Engel, anch'egli dichiaratosi per il no. Le grandi manovre non riguardano comunque solo lo schieramento statunitense. A Teheran, il capo di Stato Maggiore Hassan Firouzabadi, si è espresso a favore dell'intesa anche se le forze armate hanno delle riserve. fl generale ha sostenuto in un articolo che vi sono 16 punti positivi. La dichiarazione non è da poco perché viene da un personaggio molto vicino alla guida Ali Khamenei. ll ministro degli Esteri iraniano Mohammad Zarif (foto sopra) ha negato che le gru e le altre macchine fotografate dai satelliti sul sito nucleare di Parkin siano impegnate in una missione di ripulitura in vista dell'ispezione Onu. Secondo il capo della diplomazia si tratta di lavori legati alla costruzione di alcune strade.
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