Matteo Renzi: fatti non parole
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Matteo Renzi
Che Matteo Renzi sia un presidente del consiglio diverso da tutti precedenti è fuori dubbio. Le parole rivolte ieri a Bibi Netanyahu – si vedano le altre pagine di IC - sono esemplari nel loro contenuto. Ma una cosa sono le parole, altro sono i fatti. La nostra politica estera mediorientale è tutt’altro che vicina a Israele; non le è ostile, ma non le è favorevole, malgrado le parole dicano il contrario. Era iniziato tutto con la nomina di Federica Mogherini a Ministro degli Esteri, carica che ha ricoperto per fortuna poco tempo. La sua immagine giovanile - ma neanche poi tanto - abbracciata a Yasser Arafat l’avevamo anche noi giudicata con troppa generosità. Non era una infatuazione giovanile, ma una scelta ideologica, mantenuta fino ai giorni nostri. Bene fece Renzi a sostituirla alla Farnesina, malissimo fece quando la promosse a Bruxelles a capo della politica estera europea.
Federica Mogherini
Una scelta incomprensibile, che ha dato i pessimi risultati che conosciamo, ultimo la sua partecipazione all’accordo di Vienna, dove Arafat era sostituito dall’iraniano Zarif, al quale non ha fatto altro che porgere sorrisi, oltre alle sue ventriloque considerazioni. Se Renzi l’ha scelta per la seconda volta, si presume che conoscesse ormai il suo curriculum politico, su questo non ci piove. Come giustificare allora le espressioni verso Israele di ieri con i fatti di Vienna? Renzi continua a ritenere ottimo il voto dei 5+1, anche se non è pensabile che non sia al corrente del contenuto dell’accordo. E allora, ancora una volta, perché? Eppure non gli manca il coraggio politico, finora verbale, di esprimere a voce alta il proprio pensiero, anche contro istituzioni finora intoccabili quali sindacato e confindustria. Perché l’accordo di Vienna gli va bene?
Benjamin Netanyahu
E perché, per difenderlo, usa tutti gli argomenti di coloro i quali intravedono solo buoni affari, ma apertamente si nascondono dietro apprezzamenti altisonanti verso il massimo stato terrorista che ci sia sulla Terra? Renzi viene criticato ormai da tutti, all’interno della coalizione di governo, nel suo stesso partito e, ovviamente, dalle opposizioni. L’accusa è l’uso strumentale delle parole, cui non seguono i fatti. Un difetto comune a tutti i politici, ma di cui – agli inizi – sembrava essere immune. Il tempo, che in genere è un buon giudice, non gli è amico. Se non cambia, perderà il consenso di quanti, e noi fra questi, avevamo visto il suo arrivo al governo come l’unica novità, da anni, della politica italiana. E all’orizzonte non c’è altro se non il caravanserraglio della vecchia politica.
Angelo Pezzana con la copertina del suo libro "Quest'anno a Gerusalemme" (Giuntina ed.): storie degli ebrei italiani in Israele