Elisabetta: quel gesto che manca
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Elisabetta II
Qualche colpo di fioretto alla Regina Elisabetta Informazione Corretta l’aveva già dato, elegante, rispettoso, ma anche senza ipocrisie: a questo link, Ugo Volli http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=57495, a quest’altro Piera Prister (quanto ci manchi!) http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=45581 entrambi da rileggere, anche perché aggiungerò non molto a quanto è già stato scritto, soprattutto di critico nei suoi confronti.
Vorrei invece farle qualche elogio e un consiglio che è anche un augurio. Cominciamo dai primi. Innanzi tutto complimenti per non aver mollato il trono a quel rimbambito di suo figlio, cattivo no, questo no, nulla a che vedere con Edoardo, fratello del suo padre Giorgio, buono a nulla e in più di simpatie naziste, neanche tanto velate, rafforzate dalla moglie americana Wally Simpson, di casa in Germania da Goebbels. Se Edoardo non avesse dato le dimissioni in favore del fratello, la Gran Bretagna avrebbe corso un rischio mortale, trovarsi alleata con Hitler.
La regina Vittoria Oscar Wilde
Ma Elisabetta ha anche il merito di causare sconvolgimenti alla antenata Vittoria, che si rivolterà nella tomba – sempre che il detto popolare si possa ancora citare – assistendo al cambiamento della società inglese che l’ultima Elisabetta ha attuato, trasformando la cultura ipocrita del Regno Unito – il “si fa ma non si dice”, che tante illegalità permetteva alla sovrana e al suo cerchio magico ma non ai sudditi – in varie regole del vivere civile, che nulla hanno da invidiare agli Stati più democratici. Per tornare ai sommovimenti cimiteriali, Vittoria osserverà la tranquillità che vige nel loculo del suo ex suddito Oscar Wilde, sepolto in terra francese, che se la riderà vedendo come in pochi decenni le leggi che erano state causa della sua rovina si siano capovolte.
Elisabetta Regina, l’avrebbe insignito del titolo di baronetto, come ha fatto con i Beatles e, recentemente, con Elton John, che non solo ha osato dire il nome del proprio amore, ma l’ha addirittura legalizzato con un matrimonio, alla cui celebrazione ha partecipato quel cerchio magico che prima avrebbe frequentato soltanto l’antenata Vittoria. Tutto questo senza mai sostituire il tradizionale tailleur e l’immancabile borsetta, accompagnati entrambi dall’eterno cappellino démodé.
Elton John
Ma in questo quadro c’è un vuoto, che dovrebbe far riflettere la sovrana ultra-friendly di tutto il rinnovamento britannico: ha visitato il mondo intero, con celebrazioni talmente ripetitive, da averla annoiata a morte, eppure mai rifiutate. Una visita però le manca, Israele. E per non renderla un doppione delle altre, le consigliamo un appuntamento, che renderebbe il suo lunghissimo regno perfetto.
Il mandato britannico sulla Palestina
Si rechi a Gerusalemme e davanti al Muro Occidentale, sì, quello che viene chiamato molto impropriamente Muro del Pianto, e pronunci queste parole: “amici ebrei, vi chiedo perdono per tutto il male che avete ricevuto dal mio Paese, da tempi immemorabili vi abbiamo perseguitato, depredato, cacciato, ucciso. Anche in tempi recenti, terribili, quando anche nel mio paese si sapeva del genocidio che stavano compiendo i nazisti, non solo non abbiamo fatto nulla, ma abbiamo impedito, già negli anni ’30, che una parte di voi si salvasse in Palestina, un territorio sotto il nostro mandato. Abbiamo commesso dei crimini storici, anche per questo chiedo il vostro perdono”.
Gli israeliani non amano la vendetta, scelgono, potendo, la pace. Sono sicuro che le sue parole verrebbero accolte con profonda simpatia. Dubito però che accetterà il mio consiglio, i petrodollari arrivano da un’altra parte, e intorno al trono ci sarà sempre qualcuno che la sconsiglierà di compiere quel passo. Peccato, nella immagine del suo lungo regno rimarrà una macchia incancellabile.
Angelo Pezzana