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La Repubblica Rassegna Stampa
04.07.2015 Processo alla BBC: 'Chiamateli terroristi, lo Stato islamico è il nuovo nazismo'
Cronaca e analisi di Enrico Franceschini

Testata: La Repubblica
Data: 04 luglio 2015
Pagina: 18
Autore: Enrico Franceschini
Titolo: «Processo alla BBC: 'Chiamateli terroristi, l'Is è il nuovo nazismo'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 04/07/2015, a pag. 18-19, con il titolo "Processo alla BBC: 'Chiamateli terroristi, l'Is è il nuovo nazismo' ", la cronaca e analisi di Enrico Franceschini.

Leggiamo con piacere l'articolo di Enrico Franceschini, rappresenta una novità per l'informazione italiana. E' ora di cominciare a dare un nome pertinente ai fenomeni che hanno a che fare con islam, terrorismo islamico e jihadismo.

Ecco l'articolo:

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Enrico Franceschini

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Nazisti e terroristi islamici: una storia che continua

Come chiamare gli uomini con le bandiere nere, i militanti che sgozzano ostaggi, massacrano turisti innocenti e si autoproclamano Stato Islamico nel territorio sotto il loro controllo in Iraq e Siria? «Dovremmo considerarli come consideravamo i nazisti nella seconda guerra mondiale», dice Chris Grayling, leader conservatore del Parlamento britannico, firmando anche lui una mozione bipartisan che ha ricevuto finora il sostegno di oltre 120 deputati con cui si esortano la Bbc e gli altri media a smettere di definire “Islamic State” o il suo acronimo “Is” quella che ai loro occhi è solo una spietata organizzazione terroristica. Un appello che va indirettamente oltre i confini del Regno Unito, chiamando in causa giornali, televisioni e opinione pubblica di tutto l’Occidente. I firmatari propongono anche un’etichetta alternativa: “Daesh”, abbreviazione comunemente usata in arabo per indicare l’Is. Vuol dire “colui che semina discordia”.

Ma la Bbc per ora si rifiuta: «Se usassimo quella definizione », commenta lord Hall, direttore generale della radiotelevisione pubblica britannica, «daremmo l’impressione di appoggiare gli avversari dell’Is e perderemmo l’imparzialità che caratterizza la nostra informazione ». Introdotta alla camera dei Comuni da Rehman Chishti, un deputato conservatore di origine pakistana, la mozione che accusa la Bbc di fare di fatto il gioco dei terroristi, dando legittimità alla loro causa, ha raccolto immediato sostegno al palazzo di Westminster, ottenendo fra gli altri la firma di Boris Johnson, il popolare sindaco di Londra (che occupa anche un seggio in parlamento) e di Alex Salmond, l’ex premier autonomo scozzese ed ex leader dei nazionalisti scozzesi, ora capogruppo dei deputati del proprio partito. «La Bbc dovrebbe trattare l’Is allo stesso modo in cui trattava i nazisti», osserva Grayling, il leader dei Tory ai Comuni.

«Io ho un’idea differente di cosa significhi imparzialità», prosegue. «Nel secondo conflitto mondiale, la Bbc era un faro di fattualità, ma nessuno si aspettava che fosse imparziale tra le forze britanniche e quelle tedesche. Anche oggi dovrebbe essere un faro di precisione informativa e giornalistica, ma non ci aspettiamo che sia imparziale nei confronti di terroristi che minacciano, uccidono e torturano la gente della nostra nazione”. Anche il governo britannico è intervenuto nella polemica con parole analoghe. «Sì, la Bbc deve essere imparziale sui fat- ti», afferma il ministro della Difesa Michael Fallon, «ma non può essere imparziale tra il terrorismo e le regole che governano la vita civile». Un altro ministro, mantenendo l’anonimato, dice al Daily Telegraph : «Nella sua smania del politicamente corretto, la Bbc ha raggiunto un nuovo livello di follia, la maniera in cui definisce questi terroristi è semplicemente offensiva».

Tuttavia il direttore generale della Bbc non si smuove, sottolineando tra l’altro che “Daesh” è un’espressione peggiorativa coniata dai nemici dell’Is, tra i quali il presidente siriano Assad: «Continueremo a usare altre definizioni per l’Is, tra cui estremisti, combattenti, militanti, ma non quella», ribadisce lord Hall.

La questione riaccende il più ampio dibattito nei media occidentali non solo su come chiamare i seguaci dell’Is, ma anche se e in che modo diffondere immagini e messaggi sulle loro azioni. Mostrare o no l’orrore di un ostaggio sgozzato? Giornali, siti e televisioni diverse in diversi paesi hanno fatto scelte differenti in proposito. Un dilemma che rimanda ad altri conflitti del passato, a ogni latitudine, fra lo stato e il terrorismo. «Il nome con cui chiami un gruppo sadico, violento ed estremista è importante», conclude Chris Grayling. Oggi come al tempo dei nazisti.

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