Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/07/2015, a pag. 13, con il titolo "Netanyahu pronto a colloqui senza precondizioni con Abu Mazen", il commento di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
Paolo Gentiloni con Benjamin Netanyahu
Disponibilità alla ripresa del negoziato con i palestinesi «senza precondizioni» e ferma opposizione all’accordo sul nucleare con l’Iran: sono i due messaggi che il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha consegnato ieri mattina al ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, durante un intenso incontro a Gerusalemme.
Dissenso sull’Iran
Fonti diplomatiche al corrente dei contenuti del colloquio, spiegano a «La Stampa» che Netanyahu ha espresso un «secco e articolato rifiuto» del possibile accordo fra il gruppo 5+1 e Teheran sul nucleare iraniano, lasciando intendere che Israele vi si opporrà «con fermezza» a prescindere dalle sue caratteristiche tecniche. Tale determinazione è stata ribadita in pubblico da Netanyahu quando, nella conferenza stampa, ha detto che l’intesa «consentirà a Teheran di avere non solo la bomba ma un ordigno nucleare». Affidare un simile messaggio all’Italia - considerata uno degli alleati europei più vicini, assieme alla Germania - significa da parte di Israele voler far sapere all’Ue che «l’intesa con l’Iran rappresenta un pericolo per il mondo intero».
I negoziati con i palestinesi
Sul fronte dei negoziati con l’Anp di Abu Mazen, Netanyahu si è dimostrato invece aperto a possibili iniziative diplomatiche tese a raggiungere un’intesa sull’obiettivo dei due Stati. «Siamo favorevoli ad una ripresa dei colloqui senza precondizioni», ha detto il premier all’ospite italiano, lasciando intendere disponibilità anche per una cornice multilaterale che potrebbe vedere più Paesi recitare un ruolo di garanzia: non solo europei ma anche arabi come l’Egitto, la Giordania e l’Arabia saudita. Netanyahu però si oppone al progetto francese di risoluzione Onu perché «il negoziato non può avere già un esito predefinito». Sono contenuti che confermano e rafforzano quanto era emerso nel recente incontro fra il premier e il «ministro degli Esteri Ue», Federica Mogherini, soprattutto riguardo la possibilità di un coinvolgimento dei Paesi sunniti in pace con Israele o, come nel caso dei sauditi, accomunati dall’opposizione al nucleare dell’Iran. Lo scenario di una ripresa dei negoziati era stato evocato, il giorno precedente a Ramallah anche dal palestinese Abu Mazen con Gentiloni, sottolineando però l’importanza di ricevere «segnali israeliani sul tema degli insediamenti».
A Ramallah c’è preoccupazione per i negoziati segreti Hamas-Israele, temendo che possano portare alla nascita di un’Autorità palestinese concorrente. A conclusione della maratona di incontri, il ministro Gentiloni ha riassunto i messaggi raccolti sul fronte della ripresa delle trattative - bloccate dall’aprile 2014 - augurandosi che «nei prossimi mesi possano esservi notizie positive su questo dossier». È su questo sfondo che Matteo Renzi, sarà a Gerusalemme e Ramallah il prossimo 21 luglio.
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