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La Repubblica Rassegna Stampa
05.06.2015 'Belzec vendesi': la Polonia mette all'asta il lager dove morirono 500.000 ebrei, memoria tradita
Analisi di Andrea Tarquini

Testata: La Repubblica
Data: 05 giugno 2015
Pagina: 41
Autore: Andrea Tarquini
Titolo: «Belzec: in vendita il lager degli orrori nazisti, così la Polonia tradisce la memoria»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/06/2015, a pag. 41, con il titolo "Belzec: in vendita il lager degli orrori nazisti, così la Polonia tradisce la memoria", l'analisi di Andrea Tarquini.

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«AAA, ex campo di sterminio nazista vendesi». Non è uno scherzo, accade in Polonia, casualmente dopo la vittoria nazionalista alle presidenziali. Il vecchio edificio che ospitava la Kommandantur delle Ss e della Gestapo è tutto quanto resta del Lager di Belzec, ed è all’asta: le Pkp, le ferrovie polacche, sue proprietarie, vogliono fare cassa. Tanto peggio per la Memoria, e per le petizioni internazionali perché quella reliquia della Shoah sia affidata al museo-memoriale là a un passo che ricorda i cinquecentomila ebrei gasati e passati per il camino a Belzec, quasi metà rispetto alle vittime di Auschwitz- Birkenau, ma in soli dieci mesi. Vengono ignorati appelli a collette lanciati online in tutto il mondo (siti www.betterplace. org, www.bildungswerk- ks.de, più la pagina dedicata di Facebook), collette per comprare l’ex Kommandantur e cederla al museo.

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Un cumulo di cadaveri a Belzec

Le ferrovie polacche hanno fretta, il 22 giugno a Lublino quanto resta della fabbrica della morte sarà venduto: offerta minima 39mila euro lordi. Memoria addio. «Se davvero è così, è inaccettabile dare a quell’edificio una destinazione diversa dal diventare parte del Museo», dice a Repubblica Konstanty Gebert, veterano della rivoluzione di Solidarnosc e intellettuale di punta della comunità ebraica polacca. Aggiunge Michael Berenbaum, docente Usa e grande autorità dell’ebraismo mondiale: «Proprio i polacchi, che negli ultimi dieci anni hanno fatto tanto per la Memoria, a Belzec devono capire che loro, occupati e oppressi dai nazisti che costruirono tanti Lager nel loro territorio, hanno responsabilità speciale perché la Memoria non svanisca. C’è una Memoria polacca e non solo quella ebrea». Vendere Belzec, pugno alla Memoria: «Mezzo milione di morti in dieci mesi, e solo un sopravvissuto che testimoniò. Belzec fu cancellato dai nazisti in ritirata, insieme al ricordo di quanto vi accadde. Occorre preservare qualsiasi edificio od oggetto che lo rammenti», conclude Berenbaum.

Una casa diroccata, e terreno per 6200 metri quadrati: là i nazisti selezionavano all’arrivo donne, bambini, vecchi, giovani, per il lavoro da schiavi o la morte immediata. «E ora trattano tutto come terreno edificabile », dice online un appello di ong tedesche e internazionali. «Non è finita: Belzec è legata anche al ricordo di Jan Karski, primo testimone dell’Olocausto », nota triste Berenbaum. Fu l’eroe della Resistenza polacca, “Giusto tra gli uomini” allo Yad Vashem.

Ufficiale dei corpi scelti, addestrato dagli inglesi, fu il James Bond alleato che Washington e Londra non vollero ascoltare. La Raf lo paracadutò nella Polonia occupata, lui appoggiato dallo Stato clandestino organizzato dall’Armia Krajowa (l’esercito partigiano) pagò un poliziotto collaborazionista estone, comprò la sua uniforme, gli stava a pennello. Entrò nei campi — credeva di essere nel cuore di Belzec, poi scoprì che era Izbica, campo-filiale guidato da Belzec — e capì per primo che la Shoah era in corso: «Quelli che non riescono a uccidere qui li mandano a Belzec, dove hanno abbastanza docce col gas e crematori». Tornò avventurosamente a Londra, riferì a Churchill e a Roosevelt. «Bombardate i Lager, chi vi è già prigioniero morirà comunque, distruggete l’industria del genocidio », chiese Karski. Non fu ascoltato, morì vecchissimo e docente in Usa tormentato dal senso di colpa di non aver convinto gli alleati.

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La copertina del libro di Jan Karski

Il mio rapporto al mondo , s’intitolò il tremendo libro-dossier di Memoria di Karski. «Penso ancora al vecchio amico, io fui l’ebreo scelto per pronunciare l’orazione funebre alle sue esequie», ricorda Berenbaum. «Vendere quell’edificio è anche tradire Karski. Tutto quanto ricorda Belzec va preservato, non venduto, è obbligo morale del mondo se non si vuole cancellare la Memoria», aggiunge. Ma l’ondata di nazionalismo centro-est europeo sfida la morale, dalla vittoria di Orbàn che in Ungheria riabilita Horthy primo alleato di Hitler all’est, alle adunate di ex collaborazionisti nei paesi Baltici, al volo nazionalista a Varsavia. L’ex Kommandantur di Belzec è all’asta, la coscienza del mondo ha diciassette giorni per reagire.
(ha collaborato Lucas Flechsig)

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