Un simbolo agghiacciante dell'antisemitismo burocratico europeo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
A destra: Boicottare Israele? "Boicottiamo Israele perché... odiamo gli ebrei"
Cari amici,
devo darvi una notizia, al solito non diffusa dai giornali italiani, che io trovo semplicemente agghiacciante. Non perché sia particolarmente truculenta, no; anzi è burocraticamente anodina, priva di emozione come una circolare dell'Inps. Ma agghiacciante. Eccola: l'Olanda ha deciso di tagliare del 35% la pensione che pagava ai sopravvissuti olandesi della Shoà per quei titolari il cui indirizzo è in Israele, oltre la linea verde, cioè in Giudea e Samaria, o se proprio volete in Cisgiordania (http://www.progettodreyfus.com/governo-olandese-taglia-le-pensioni-per-i-sopravvissuti-alla-shoah-che-vivono-in-west-bank/). Semplice e banale, un atto amministrativo come tanti. Senza neanche tanto rilievo economico, perché settant'anni dopo la caduta del nazismo non saranno tanti in quelle condizioni, giusto le coetanee di Anna Frank che fossero sopravvissute e avessero deciso di immigrare in Israele e si fossero trovate a vivere in un sobborgo di Gerusalemme come Shilo o in una cittadina come Maale Adumim o come Itamar. Poche, di sicuro. In particolare il caso riguarda una signora di novant'anni che riceveva dalla previdenza olandese circa 900 euro il mese, che ora saranno ridotti a 600. Qual è il problema?
Vi prego, pensateci un po'. Conoscete qualche pensionato? Pensate che qualcuno gli possa tagliare la pensione se cambia casa? Se va a vivere a Napoli o a Sanremo, o magari a Cipro, in Crimea, nel Marocco Occidentale, in Kashmir o in Scozia o in Quebec (che sono tutti, per un verso o per l'altro territori la cui giurisdizione attuale è contestata)? Pensate che un qualche burocrate dell'Inps possa scrivergli una lettera dicendogli “no, guarda, a Sestri Levante non devi proprio vivere, il Lussemburgo non fa per te, Cipro del Nord è ingiustamente occupata dai Turchi, la Crimea dai Russi, il Sahara occidentale dal Marocco [il che è verissimo, UV] e quindi la pensione te la tagliamo, o vai a vivere dove diciamo noi, o rassegnati a diventare assai più povero!” Mai successo, che io sappia, in nessun paese al mondo. In un paese non dico democratico, ma anche solo vagamente normale, la pensione è un diritto che non dipende certo dall'indirizzo. E' un diritto compiuto che non dipende da quel che fa il suo titolare.
Ma, badate, in questa storia non stiamo parlando della pensione normale, quella che dipende dai versamenti durante il lavoro. Il caso che stiamo discutendo riguarda delle pensioni di risarcimento. Accadde 75 anni fa, certamente l'Europa se lo dimentica nonostante tutte le giornate della memoria, una cosa che si chiama Shoà. Non il singolo pazzo cattivissimo Hitler, non la sola Germania ma praticamente tutti gli stati europei, fra cui l'Italia e anche l'Olanda, mandarono i loro poliziotti e militari a prelevare delle persone, solo a causa della loro “razza”, cioè dell'appartenenza alla tradizione ebraica, per metterli sui treni per Auschwitz e dintorni. Immaginatevi la scena, per favore, al di là di ogni retorica: una mattina all'alba (per esempio quella del 16 ottobre 1943, data della retata a Roma, o il 4 agosto 1944, quando fu arrestata ad Amsterdam la famiglia Frank), si sente bussare alla porta, sono poliziotti in divisa, agenti dello Stato, muniti di regolari ordini timbrati e firmati. Chiedono: ti chiami Cohen o Momigliano o Levi o Frank o... ? Benissmo, vieni con noi. E via su un treno, fino ai Lager. E oltre.
Lo ripeto, sono poliziotti e militari, agenti dello stato. Dipendenti dal governo. Sono i suoi concittadini che fanno i “volonterosi carnefici”, è il loro stato che li manda ad Auschwitz. Questo stato ha una responsabilità, non credete? Deve un risarcimento ai singoli, oltre che le lacrime da coccodrillo delle giornate della memoria. E' un debito morale, non una benevola concessione. In Olanda non andò proprio così, i poveretti che ebbero la faccia tosta di sopravvivere e tornare a casa dopo Auschwitz si trovarono tasse arretrate in mora per il periodo in cui erano stati assenti, non riebbero il lavoro, spesso neanche le case. La storia è raccontata in un angolo del museo ebraico di Amsterdam, che vale la pena di vedere più del retorico buonismo che anima la casa di Anna Frank (un museo, sia detto per inciso che non ha e non ha mai avuto amministratori ebrei).
Non è un caso isolato. A Yad Vashem, il museo della Shoà di Gerusalemme, è esposta una bisaccia contenente un po' delle povere gioie che i nazisti sequestrarono agli ebrei triestini al campo della Risiera. Il tesoretto fu recuperato dagli americani, che lo consegnarono per la restituzione al Ministero degli Interni Italiano il quale... si guardò bene dal restituire i beni ai proprietari e se lo tenne fra i suoi tesori. Poi la cosa venne fuori e ci volle, se non sbaglio, una vera e propria causa legale per costringere lo Stato Italiano a mollare la refurtiva.
Poi, dopo anni e pressioni e richieste, dopo molta retorica sull'accoglienza e il multiculturalismo, dopo aver ripetuto molte volte “poveri deportati” e “mai più” e “noi siamo una democrazia in cui queste cose non succedono”, in Olanda ad alcuni sopravvissuti è stata finalmente assegnata una pensione. Misero risarcimento. Nel frattempo alcuni di loro, chissà perché non fidandosi della bonomia olandese, si erano trasferiti in Israele. Adesso lo stesso stato olandese che mandò i poliziotti ad arrestarli ha la faccia tosta di tagliare questo assegno - che, ripeto, è un risarcimento di una colpa, non un dono - a coloro che abitano in un indirizzo che non gradisce.
Qualcuno dirà: certo sono territori occupati che appartengono alla Palestina, eccetera eccetera. Non vi ripeterò ancora tutte le argomentazioni che ho esposto tante volte: non sono territori occupati, ma contesi, non c'è scritto da nessuna parte che appartengano a uno stato di Palestina che non è mai esistito, le zone in cui abitano gli ebrei appartengono all'area C degli accordi di Oslo (firmati, è bene ricordarlo, non solo dall'Organizzazione per la liberazione della Palestina, ma anche da Usa, Russia e Unione Europea come garanti) che li destinavano, fino a un successivo accordo fra le parti che ancora non c'è stato, ad esclusiva amministrazione israeliana. E le città e i villaggi che ci sono oggi allora c'erano già, non è cambiato niente, si sono solo un po' ingrossati, hanno case in più dato che gli ebrei hanno la pessima abitudine di fare figli, “crescere e moltiplicarsi”. ma il territorio coperto da questi insediamenti è lo stesso.
Il punto però non è questo. Perché il signor Cohen o Frank o come si chiama, che gli olandesi hanno consegnato alla SS settant'anni fa e che oggi vogliono impoverire, non è lo stato di Israele, è un privato cittadino. Magari l'Olanda ha qualche legittimo interesse a stabilire lei quali debbono essere i confini di Israele (ne dubito, immaginate se Netanyahu dicesse che la Spagna deve concedere l'indipendenza alla Catalogna o che i confini fra valloni e fiamminghi in Belgio devono includere Bruxelles in uno dei due territori; immaginate che io intervenga in un vostro divorzio senza alcun grado di parentela, per dettare io la divisione dei beni nella vostra famiglia). Ma certo questo gesto giuridicamente dubbio non c'entra col diritto alla pensione del il signor Frank o Cohen. Immaginate pure che costui decidesse di occupare la reggia di Buckingham Palace e di venire abusivamente a vivere nella camera da letto dei sovrani inglesi. Elisabetta farebbe bene a chiamare la polizia, ma questo gesto sarebbe una ragione legittima perché l'Olanda le tagliasse la pensione? Giudea e Samaria sono parte di Israele per fondate ragioni storiche e giuridiche, quindi quest'ultimo paragone è eccessivo. Ma comunque, anche ammettendo per un momento la posizione palestinista europea, questo non toglie nulla ai diritti del pensionato.
E del resto, se vivesse in Spagna, come tanti pensionati tedeschi, non sarebbe in uno stato straniero? E che c'entra con la pensione? Salvo ammettere che la Spagna abbia diritto di proibire specificamente ai tedeschi, o magari ai protestanti o ai neri, di vivere sul suo territorio. Sarebbe un atto di razzismo e pulizia etnica. In questo caso il pensionato di colore residente in Spagna commetterebbe un reato agli occhi della Spagna. Buona ragione per togliergli la pensione tedesca? Che c'entrerebbe la Germania? Nulla, salvo che volesse rendersi complice del razzismo spagnolo che stiamo ipotizzando. Punendo il sopravvissuto della Shoà perché il suo indirizzo è oltre la linea verde, l'Olanda non si rende dunque solo colpevole di una grave violazione giuridica nei confronti del pensionato che punisce senza fondamento, ma si macchia anche di razzismo e sostegno alla pulizia etnica. Perché è lo “Stato di Palestina” ad aver deciso illegalmente, razzisticamente, secondo il suo DNA fascista, di essere Judenrein, di proibire a tutti gli ebrei di vivere sul suo territorio.
Questo non meraviglia alla luce di quel che accadde in passato. Lo stesso stato che arrestò i suoi ebrei (facendone ammazzare una cospicua maggioranza), lo stesso stato che accolse molto di malavoglia e in malo modo i sopravvissuti, oggi è di nuovo razzista nei loro confronti. Quando ho esposto queste tesi commentando su Facebook la notizia, c'è stato chi piuttosto villanamente, mi ha detto che no, gli olandesi sono sempre stati buonissimi, che hanno avuto tanti Giusti delle nazioni, che non si può mettere insieme il comportamento attuale e quello di settant'anni fa. Sarà anche vero. Ma consentitemi di dire che vi è una continuità e che questa continuità è agghiacciante.
La decisione olandese non è isolata. E' un simbolo e un segnale d'allarme di una volontà europea. Un mese fa sedici ministri degli esteri dell'UE (fra cui purtroppo anche il nostro Gentiloni) hanno firmato uno spontaneo appello al rappresentante estero dell'UE Mogherini perché “per informare giustamente i consumatori”, naturalmente, l'UE si facesse promotrice di una disposizione che obbligasse Israele a specificare sulle etichette dei prodotti che importa se qualche parte della loro lavorazione era avvenuta oltre la linea verde. Quel che l'Olanda ha fatto alla povera vecchietta reduce dalla Shoà, l'Europa vuole fare con Israele. E' il segno di un antisemitismo profondo, di un disprezzo totale per il proprio debito verso il popolo ebraico e anche della civiltà giuridica. Una vergogna.
Ugo Volli
PS: Anche se in Europa di questa storia non si è parlato, in Israele ha fatto rumore. E ci sono state proteste. Tanto da indurre il governo olandese a una precisazione (http://www.jpost.com/Israel-News/Politics-And-Diplomacy/Holland-to-slash-stipends-of-Holocaust-survivors-living-in-settlements-402702). Ve la traduco: “In risposta, il portavoce del ministero olandese responsabile della materia ha detto che le autorità olandesi hanno preso contatto con la famiglia coinvolta, e che questo incidente 'molto sfortunato' avrebbe dovuto essere evitato." Il funzionario ha detto che, poiché la donna non poteva sapere le conseguenze del passaggio nei "territori occupati", la sua pensione non sarà ridotta. Interrogato dal Jerusalem Post se questo significa che altri sopravvissuti all'Olocausto olandese che vivono negli insediamenti subiranno tagli alle prestazioni pensionistiche, il portavoce ha risposto: "Il Ministero degli Affari Sociali olandese pubblicherà presto una politica modificata. Dopo la pubblicazione, questa nuova politica sarà applicata a nuovi casi. Le autorità olandesi non possono ancora pregiudicare le disposizioni esatte di questa nuova politica." Puro linguaggio burocratico, come vedete, neolingua orwelliana. Con in più il gesto di nascondere la mano dopo aver gettato il sasso (forse la sopravvissuta “non poteva sapere le conseguenze”). Ma il fatto resta e resta il simbolo agghiacciante dell'antisemitismo burocratico europeo. Di cui, ci piaccia o no, tutti noi elettori europei, se non protestiamo, diventiamo complici, come tre generazioni fa tutti gli europei che non protestarono e agirono furono complici della Shoà.