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Corriere della Sera Rassegna Stampa
05.04.2015 Losanna come Monaco, Obama come Chamberlain: Big Blu, una bomba che non fa paura
Cronaca di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 05 aprile 2015
Pagina: 16
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Big Blu, la super bomba Usa per gli ayatollah»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 05/04/2015, a pag.16, con il titolo " Big Blu, la super bomba Usa per gli ayatollah " la cronaca di Guido Olimpio. 
Obama pensa di tranquillizzare i suoi ubbidienti alleati di Losanna, può essere.  Ma Big Blu o qualsiasi altra bomba non fermerà nessun Iran se domani deciderà un attacco nucleare.
Gli Usa non sarebbero intervenuti a fianco dell'Inghilterra nella 2a guerra guerra mondiale se Hiroito non avesse bombardato Pearl Harbour. Di fronte alle tragedie europee l'America è sempre stata per principio isolazionista.
Certo, se l'Iran bombarderà con l'atomica Israele, può essere che l'America -dopo- interverrà, ma a quale prezzo ? La risposta è facile: al prezzo della distruzione di Israele. Un'ipotesi che non si verificherà, perchè gli israeliani hanno imparato la lezione della Storia e non lo permetteranno.  Il maestro di Obama è Chamberlain, purtroppo, non Churchill, altrimenti non avrebbe commesso tutti gli errori che hanno costellato la sua politica estera.

Guido Olimpio

Chamberlain-Obama

Ecco l'articolo:

Con l'Iran si tratta, da qui a giugno c'è tempo per dare concretezza all'intesa nucleare. Tutti se lo augurano. Ma senza lasciare da parte soluzioni alternative ed estreme. Per questo il Pentagono ha Big Blu. Una super bomba in grado di distruggere bunker sotterranei. O gallerie scavate sotto le montagne. Obiettivi similI all'impianto atomico iraniano di Fordow. Oppure ad uno dei centri segreti della Corea del Nord. L'ultimo test, a metà gennaio, ha dimostrato la potenza di un ordigno da 15 tonnellate. E gli Usa hanno fatto trapelare la notizia in concomitanza con i negoziati con Teheran. Segnale evidente: crediamo nel dialogo, se però dovesse andare male il bastone è pronto. Un'allusione preceduta dalle parole del segretario alla Difesa Ashton Carter che ha rammentato — anche a fini interni — come l'opzione militare non sia stata abbandonata. Monito di rito accompagnato dalle indiscrezioni sull'ordigno rilanciate sul quotidiano Wall Street Journal, una conferma di quanto uscito già all'inizio dell'anno. Durante l'ultima prova, nel poligono di White Sands, New Mexico, un B2 decollato dalla base di Whiteman, Missouri, ha sganciato l'ordigno su un bersaglio. Raid seguito dalla ricognizione di un Sentinel RQ 170, drone sofisticato già impiegato sui cieli dell'Iran, dove ne è precipitato uno nel 2o1L Esito della missione giudicato positivo dal-l'Air Force. Un esame legato alla forza e alla capacità di resistere a eventuali contromisure. II Pentagono ha lavorato per anni alla bomba, progetto a cui è stato garantito un budget so-pm i 341 milioni di dollari. Realizzata nel 2008-2011, Big Blu ha subito successive modifiche per renderla capace di sfondare le protezioni dei bunker. Tre anni fa i tecnici hanno suggerito nuovi interventi sul modello, questo perché si sono convinti che l'ordigno non avrebbe «bucato» Il guscio realizzato dal- attorno ad alcuni siti nucleari. I lavori sulla bomba han-no portato, nel 2013, ad una versione più efficace. Quindi a gennaio l'ultima creazione che L'ordigno • II budget per realizzare la super bomba Big Blu ha superato 1341 milioni dl dollari dal 2008 15 tonnellate di peso dell'ordigno, che contiene 2,5 tonnellate dl esplosivo ha lasciato soddisfatti i generali. II successo ha spinto Washington a condividerne i risultati con l'alleato israeliano. L'incursione a White Sands è stata filmata, quindi II video è stato girato a Gerusalemme per dimo- strare come un paio di Big Blu possano neutralizzare un tare get. Il messaggio per Netanyahu, tenacemente contrario all'intesa con Teheran, è evidente. Non temete, se i mullah barano, gli Usa saranno sempre in grado di distruggere i suoi impianti. Dal fronte atomico, dove Iran e Usa, sono rivali, a quello dell'Iraq, che li vede collaborare contro lisis. Non senza problemi. Le milizie sciite hanno riconquistato Tikrit grazie anche ai raid americani, una vittoria trasformatisi in abusi e ritorsioni. Un rischio temuto nonostan -te gli ordini del premier iracheno Abedi e dagli stessi americani che avevano chiesto l'esclusione dei militanti dalla battaglia. Tutto inutile come testimoniano le foto dei saccheggi compiuti dagli sciiti.

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