Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/04/2015, a pag.23, con il titolo "Il 25 Aprile senza Brigata ebraica '' è shabbat e ci sono i palestinesi', la cronaca di Claudia Voltattorni.
Abbiamo pubblicato ieri le polemiche sulla partecipazione a Roma al corteo per la ricorrenza del 25 Aprile: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=57747 oggi la seconda puntata, con le dichiarazioni di Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana.Sottolineiamo il deprecabile comportamento dell'Anpi, in linea perlatro con le innumerevoli iniziative anti-Israele su tutto il territorio nazionale. La sua decisione alla riunione romana lo conferma.
nelle immagini:
una manifestazione del 25 Aprile a Milano
Riccardo Pacifici
Doveva essere tl corteo del settantesimo, «una giornata speciale di allegria e serenità». Invece a Roma il 25 Aprile 2015 rischia di diventare il giorno dello strappo, quello tra l'Anpi, l'associazione dei partigiani, da una parte, e la Brigata ebraica e gli ex deportati dell'Aned dall'altra. Perché a Porta San Paolo quest'anno loro non ci saranno. Per gli ebrei è Shabbat, il riposo del sabato che non permette la partecipazione ad eventi, ma, spiega il presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici, «non ci saremo anche perché i palestinesi che chiedono di essere al corteo durante la guerra erano alleati dei nazisti», e «sulla Rete scrivono che se ci saremo ci picchieranno». Già lo scorso anno, al corteo volarono parolacce e spintoni davanti a bandiere palestinesi e israeliane, ricorda Pacifici: «Le organizzazioni pro Palestina pretendono che non ci sia il simbolo della Brigata ebraica che liberò l'Italia dal nazifascismo con Alleati e partigiani». E allora meglio rimanere a casa, «perché così non si può più andare avanti, da troppi anni in piazza ci sono infiltrati che con la Liberazione non c'entrano nulla». Anche se l'anniversario è uno di quelli importanti.'tanto che l'Anpi qualche giorno fa aveva invitato tutti alla Casa della Memoria proprio per organizzare un bel 25 Aprile 2015. Lì è avvenuto lo strappo. Spiega Eugenio Iafrate, vicepresidente Aned: «A quel tavolo c'erano delle associazioni che con la Resistenza non hanno nulla a che fare, sono volate parole grosse: noi che rappresentiamo gli ex deportati, i sommersi e i salvati, non possiamo accettare che lo spirito e i significati del 25 Aprile vengano così snaturati: è una scelta dolorosa presa anche per motivi di sicurezza, ma è una situazione che va avanti da anni». Fronte Palestina, Rete Romana Palestina, Rappresentanza Palestina in Italia, centri sociali pro Palestina e infine Patria Socialista: ecco chi era al tavolo a organizzare la festa della Liberazione a Roma con l'Anpi, l'Aned, la Brigata ebraica e gli storici movimenti antifascisti. «Non erano invitati ma una volta li mica potevo mandarli via no?», dice oggi Ernesto Nassi, presidente dell'Anpi Roma. «Non capisco — è incredulo —: il 25 Aprile è la festa di tutti e merita rispetto come lo meritano i 6omila morti partigiani e di questo si deve parlare, chi partecipa deve rispettare questi morti, se altri invece vogliono venire per fare casino è meglio che vadano a farsi una passeggiata». A Pacifici risponde di «fare come vuole», ma «all'Aned e alla Brigata ebraica fraternamente dico: non potete non venire, è un brutto messaggio, ripensateci». Forse, però, dicono alla Comunità ebraica, «sarebbe meglio che la festa del 25 Aprile la organizzasse il Campidoglio più che l'Anpi che non riesce più a gestirla». E l'assessore capitolino Paolo Masini che ha la delega alla Memoria, ricorda: «Festeggiare il 70 anniversario della Liberazione senza la Brigata ebraica significa cancellare un pezzo di storia».
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