Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 07/03/2015, a pag.1-35, con il titolo "Una task force dell'Europa per difendere gli ebrei" una lettera al direttore, con richiamo in prima pagina, di Federica Mogherini, che Repubblica presenta come " Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza".
a destra: Mogherini-Ashton: chi delle due è la peggiore ?
Forse era più giusto presentarla come la Ministra Anatra-Zoppa, in quanto gli incarichi più prestigiosi sono rimasti a Lady Ashton, che continua a rappresentare l'Ue in barba al fatto che sulla sua poltrona sieda ora la Mogherini. La quale viene refolarmente esclusa a causa- questa la versione ufficiale. dela sua poca esperienza in politica.. estera! E' vero che occorreva allontanarla dalla Farnesina, dove era stata nominata evidentemente per un madornale errore, ma mandarla a Bruxelles ha solo aggravato la situazione.
Ma veniamo alla sua lettera.
Che Mogherini ecccellesse soprattutto nelle chiacchiere, ce ne eravamo già resi conto quando ascoltammo il suo intervento davanti alla Comunità italo-israeliana a Gerusalemme lo scorso luglio. " Fra voi mi sento a casa"- aveva detto- affermazione poi contraddetta dai fatti, vista la posizione della nostra nei confronti di Israele durante il conflitto con Hamas a Gaza.
Adesso scopre l'acqua calda dell'anti-semitismo europeo, e sfodera nobili parole invece di dire molto più semplicemente che l'odio verso gli ebrei cresce in Europa anche e soprattutto per la vergognosa politica della Ue in appoggio al terrorismo palestinese. Che vede oggi Anp e Hamas come una sola entità se si tratta di colpire Israele. Invece di abbandonarsi a vecchie retoriche che non incantano più nessuno, ci dica che cosa pensa della politica europea nei confronti di Israele, della quale lei dovrebbe - sottolineiamo dovrebbe- essere la legale rappresentante.
Ecco la lettera:
Caro direttore,
i nostri padri usciti dall'orrore della Seconda Guerra mondiale e della Shoah, per decenni hanno tenacemente costruito un'Europa nuova, un continente di pace, di rispetto dei diritti, di tutte le religioni. Eppure i valori per cui tanti si sono battuti sono di nuovo in pericolo. roccw alla nostra generazione ora affrontare una sfida, diventata globale, proprio a quei principi. Gli attentati a Bruxelles, a Parigi e a Copenaghen hanno scosso l'Europa, l'hanno messa di fronte al dovere di agire, di non girare la testa dall'altra parte. Siamo davanti a un terrorismo che non conosce confini e ha anzi trovato terreno fertile proprio nel cuore dell'Europa. Sono messi in discussione i valori universali di libertà, di dignità e di rispetto. Sono minacciate le comunità ebraiche e per la prima volta da decenni c'è chi si sente spinto a lasciare il proprio paese per trovare riparo altrove, echi di tempi che credevamo archiviati per sempre. Dietro gli attentati vi è un crescendo di violenza di pensiero, di antisemitismo, un nuovo linguaggio per proseliti di un odio antico. Non bastano più condanne e attestati di solidarietà, certo doverosi: c'è un destino comune che lega i cittadini europei. Tutti. Come Ue stiamo lavorando dentro e fuori i nostri confini per combattere il radicalismo e il terrorismo. Senza rinunciare ai nostri valori. Per questo puntiamo sul dialogo tra religioni sulla lotta contro la propaganda antisemita coinvolgendo scuole, università e comunità locali: è alle nuove generazioni che è affidato quel destino comune. Subito dopo gli attentati di Parigi, a inizio gennaio, ho ricevuto a Strasburgo una delegazione dell'European Jewish Congress guidata dal suo presidente Moshe Kantor. In quella occasione parlai dell'urgenza di accogliere proposte come quella di una task force contro l'antisemitismo, sostenuta in questi giorni anche da un largo numero di parlamentari italiani. Per questo ho trasmesso la proposta al Vice Presidente della Commissione Europea Franz Timmermans, che ha competenza formale sulla materia e stiamo già lavorando su diverse iniziative. L'Europa è nata sul rispetto delle libertà, delle religioni, sulla passione per il dialogo, sull'apertura al mondo. Sono i nostri valori fondanti. Non sono solo il nostro passato, sono il nostro futuro. E non consentiremo a nessuno di toglierlo ai nostri figli.
(L'autore é Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza)
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