A Roma 3 la conferenza dell'odio contro Israele
Commento di Dario Sanchez
Ilan Pappé
Con l’articolo di oggi avrei voluto parlarvi delle incubatrici dell’odio, cioè di quegli atenei e di quelle istituzioni accademiche dove al riparo da qualsiasi sospetto e interferenza i "cattivi maestri" indottrinano i miei coetanei all’antisemitismo e all’odio verso Israele: per farlo, avevo intenzione di proporvi come esempio valido per tutti quanto accaduto nei giorni scorsi nelle aule della sudafricana "Durban University of Technology”; dove lo “Students Representative Council” coadiuvato dall’organizzazione di sinistra “Progressive Youth Alliance" ha chiesto con una lettera formale inviata al Rettore di “espellere dall’Università (tutti, ndr) gli studenti ebrei, cominciando a partire da quelli che hanno idee sioniste e che non sostengono la lotta palestinese”.
Riconosco tuttavia di essere completamente a digiuno di questioni sudafricane, e dunque che sarebbe stato particolarmente arduo tirare fuori una analisi compiuta del fenomeno: tuttavia sfortunatamente in mio soccorso sono arrivate delle curiose segnalazioni da parte di alcuni conoscenti su quanto sta accadendo nell’ateneo italiano dove formalmente a dispetto della mia aliyah risulto ancora iscritto, vale a dire "l’Università degli Studi Roma Tre”, assai nota nella città di Roma per le sedi delle sue facoltà frutto dell’oculato recupero e restauro di nobili esempi di archeologia industriale e assai meno per il cancro antisemita che al riparo degli spazi lindi e ordinati movimenta la vita accademica e rende sempre più irrespirabile l’aria ai non pochi studenti ebrei.
Potrei provare a cercare di recuperare nella memoria i dettagli di un episodio che mi ha visto appena un anno fa direttamente coinvolto, quando nel corso di una lezione mi trovai completamente solo a controbattere a una studentessa portatrice di idee antisemite e negazioniste lasciata parlare a ruota libera dalla docente di quel corso per una mezz’ora abbondante, ma questa scaramuccia è poca cosa al confronto di una conferenza che prossimamente sarà realizzata dal Dipartimento di Scienze Politiche di quell'Università in collaborazione con la "School of Oriental and African Studies” di Londra e “Assopace-Palestina” dal titolo “EUROPA E MEDIO ORIENTE OLTRE GLI IDENTITARISMI: DIALOGHI CON ILAN PAPPÉ”.
Perché dico prossimamente? Perché avrebbe dovuto svolgersi il 16 febbraio prossimo nei locali dell'Istituto di Cultura Francese a Piazza Campitelli, a pochi passi dalla zona del vecchio ghetto, ma grazie all'impegno degli amici romani gli è stata negata la sala per via della più che ovvia provocazione costituita dalla vicinanza con il cuore della comunità ebraica più antica della diaspora.
Non vi è tuttavia alcun dubbio che la conferenza si terrà comunque in altri spazi. Non ci vuole molta fantasia per immaginare quali saranno i toni dei dialoghi con questo sedicente storico che ha fatto della menzogna più spudorata la sua professione, da anni vero e proprio esperto nella costruzione ad arte di false citazioni da lui attribuite di volta in volta a diversi leader israeliani per suscitare odio e risentimento verso Israele. Tra le tante dichiarazioni rilasciate pubblicamente , giusto per fare un esempio, Ilan Pappé ha dichiarato che “l’apartheid sudafricano è un picnic in confronto a quanto stanno subendo i palestinesi”, e si è augurato più di una volta che Israele venga quanto prima distrutta.
Luisa Morgantini
Ad accompagnarlo nel monologo - tale non può non essere, dato che non è previsto l’intervento di nessuna personalità con posizioni equilibrate - ci saranno Luisa Morgantini (presidente di ASSOPACE-PALESTINA, sorta di "agenzia di viaggi" responsabile di numerosi tour dell’odio tra Israele e territori palestinesi), l’antisionista e per questo “ebreo buono” Moni Ovadia e alcuni professori dell’ateneo. Organizzatrice di questo circo antisemita fatto passare niente di meno che per “giornata di studi”, è la professoressa di antropologia Michela Fusaschi.
Cosa accade, in ambiento accademico, in Europa? Dov’è l’origine di questa nuova forma di antisemitismo culturale di cui si fanno portavoce docenti come questi con la complicità delle istituzioni accademiche? E’ doveroso interrogarsi sugli effetti a breve, medio e lungo termine della pericolosa congiuntura tra antisemitismo, negazionismo e anti-imperialismo che sta prendendo piede e forma nelle istituzioni accademiche italiane ed europee/occidentali, ma non è oggi e non questo il momento per poterci fermare a pensare: a dispetto della lunghezza di questo articolo, è bene che al fervore delle parole nel giorno in cui si terrà questa conferenza si sostituisca lo slancio dell’azione.
Mi aspetto, cari lettori di Informazione Corretta, che nel mio nome di cittadino italo-israeliano studente in quell’ateneo e nel vostro nome di sinceri amici di Israele che appena sarà noto il luogo definitivo di questa "giornata di studi" sarete in tantissimi lì presenti a difendere le ragioni di Israele dando vita a quel contraddittorio che gli organizzatori del circo dell’odio vorrebbero in ogni modo negare: sono sicuro che uniti saprete dare loro una meravigliosa lezione di democrazia.
Dario Sanchez