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Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.02.2015 Stato Islamico a caccia di ostaggi
Cronaca di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 febbraio 2015
Pagina: 12
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «A corto di ostaggi, i jihadisti 'a caccia' nei paesi vicini»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/02/2015, a pag. 12, con il titolo "A corto di ostaggi, i jihadisti 'a caccia' nei paesi vicini", la cronaca di Guido Olimpio.


Guido Olimpio


Terroristi dello Stato Islamico

Con l’Isis che ha «finito», o quasi, gli ostaggi occidentali, c’è il timore concreto che possa cercarne di altri. Fonti americane ripetono che i terroristi hanno ancora il giornalista britannico John Cantlie comparso in molti video. Poi resta l’incertezza sulla possibile presenza di un’altra donna nelle prigioni di Raqqa e il mistero di tre dipendenti della Croce Rossa di nazionalità sconosciuta. Da qui la nuova paura. Ambienti della sicurezza sostengono che il Califfo potrebbe ordinare dei rapimenti in Paesi del Vicino Oriente: si parla di Libano, Giordania, Turchia. Cellule entrano in azione, sequestrano un occidentale e lo portano in un loro covo nel territorio siriano. Piano non facile, ma non impossibile. Un allarme che — affermano gli americani — va esteso all’Egitto: qui le fazioni pro Isis potrebbero catturare un europeo per poi lanciare il ricatto con ultimatum, video e messaggi senza dover trasferire la vittima fino in Siria. In questo scenario c’è molta attenzione sul «gancio».

Giornalisti e operatori umanitari sono stati invitati all’estrema cautela nei loro contatti con l’area di guerra. I sequestri hanno evidenziato come i rapitori usino delle esche, persone presenti nelle località siriane — come Aleppo — dove si presentano come «amici», «insorti», «facilitatori». Oppure personaggi che a volte si offrono di accompagnare reporter oltre confine. In molti rapimenti sono spuntate figure ambigue. Qualcuno che avrebbe dovuto aiutare e invece non lo ha fatto sul serio. O peggio, ha dato una mano alle gang di ribelli-predoni segnalando l’arrivo di una «preda» in città o perfino attirandola fornendo garanzie. Servirebbe un’azione esemplare contro i criminali, raggiungerli — per evidenti problemi operativi — è un’impresa e le prove a carico non sono schiaccianti. Altrettanto interessante la pista dei mediatori, utili e fondamentali per riportare a casa una persona. Ma a volte anche interessati perché possono avere la loro percentuale. Una situazione evidenziata all’epoca dei rapimenti nella regione del Sahel da parte dei qaedisti: alcuni degli intermediari non erano per nulla equidistanti e con i rapimenti sono diventati ricchi.

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lettere@corriere.it

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