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Libero Rassegna Stampa
08.02.2015 Le figuracce della Mogherini, ma meglio a Bruxelles che alla Farnesina
Commento di Carlo Panella

Testata: Libero
Data: 08 febbraio 2015
Pagina: 10
Autore: Carlo Panella
Titolo: «La figuraccia Mogherini è colpa anche di Renzi»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 08/02/2015, a pag.10, con il titolo " La figuraccia Mogherini è colpa anche di Renzi" il commento di Carlo Panella.

Panella si chiede come mai Renzi si è dato da fare per portare Federica Mogherini alla carica di ministro degli esteri Ue, e ne attribuisce la responsabilità al Presidente del Consiglio. Questo è vero solo in parte, Renzi ha commesso il primo errore quando ha nominato la Mogherini ministro degli esteri italiano. Quando si è accorto della pessima scelta, è ricorso alla soluzione classica, promuoverla per togliersela di torno, e mandarla a dirigere una funzione -come scrive giustamente Panella- del tutto inutile. Mogherini è infatti abitualmente bypassata non solo da Francia e Germania in questo caso, ma è stata sostitituita dalla baronessa Ashton nei colloqui di Vienna sul nucleare iraniano. Sembra per la palese ignoranza della Mogherini sul contendere. Adesso si trova in una posizione laterale, dove anche se fa delle figuracce non se ne accorge nessuno. E noi aggiungiamo, meglio a Bruxelles che alla Farnesina.
Se Renzi avesse chiesto a noi, l'avremmo salvato in tempo da quella infelice scelta, bastava aver visto su internet la foto della Mogherini abbracciata ad Arafat per capire di che pasta era fatta...

Arafat & Mogherini               Carlo Panella

Ecco l'articolo:

 François Hollande avverte che «la guerra è uno scenario possibile», evoca una evoluzione drammatica della crisi ucraina, e si scopre che Federica Mogherini, che dovrebbe affrontare di petto la situazione,che dovrebbe parlare e trattare a nome dell’Europa con Kiev e Mosca, è inutile. Non è neanche invitata. Resta a Bruxelles. La titolare della politica estera europea gira attorno al problema,prova a negare l’evidenza della sua totale ininfluenza, ma non ci riesce: «Berlino ci ha subito informati e consultati. Ma le riunioni a livello del gruppo di contatto non facevano progressi e intanto la situazione sul terreno diventava ogni ora più drammatica. Così Hollande e Merkel hanno lavorato insieme a Poroshenko a una proposta per arrivare a una soluzione. Ne hanno discusso a lungo. E adesso Merkel e Hollande hanno messo a punto una proposta europea. Sono arrivati al Cremlino contando sul sostegno di tutta l’Unione». La Mogherini dunque non affronta la questione cruciale: perché mai la proposta europea è stata messa a punto da Merkel e Hollande e non da lei? La ragione è ben conosciuta e drammatica: perché Federica Mogherini non può parlare a nome dell’Ue sull’Ucraina per la semplice ragione che l’Ue è divisa. I Paesi baltici, la Polonia e altri vorrebbero armare il governo di Kiev (in raccordo con la parte irresponsabile dell’amministrazione Obama), altri europei, tra cui l’Italia giudicano giustamente questa mossa una iattura dalle conseguenze imprevedibili. Così Francia e Germania trovano lo spazio - che sfruttano abilmente - per dimostrare di essere le uniche due nazioni in Europa con un peso,che sanno sviluppare una strategia. In più, Federica Mogherini sa bene che una politica estera dell’Ue non esiste,per la semplice ragione che i trattati la escludono e prevedono che ogni stato la sviluppi in autonomia. Ne consegue che la carica ricoperta da Federica Mogherini è plasticamente inutile, di rappresentanza. E se di questo caos europeo la Mogherini non ha responsabilità, proprio la crisi dell’Ucraina dovrebbe però spingerla a non fare melina, a non far finta di nulla e a prendere una posizione pubblica, nei modi dovuti e senza drammi, spiegando ai governi e ai popoli d’Europa che questa Unione, così come è architettata, è un nano politico. Tanto che permette alle sole Germania e Francia di decidere, comandare e trattare per tutti. Ma,la troppo prudente Mogherini si guarda bene dall’affrontare questo scabroso tema e fa finta di nulla. Resta però la domanda cruciale: perché mai Matteo Renzi ha sprecato la possibilità dell’Italia di contare in Europa accapparrandosi -con suono di fanfare per di più -una carica del tutto inutile? Perché non ha preteso per l’Italia un commissario che possa realmente incidere, pesare, magari sulle politiche industriali e di sviluppo, e ha invece scelto una carica puramente rappresentativa? La risposta è semplice: perché ha sbagliato, per inesperienza, probabilmente. Ma nessuno, o quasi, stranamente, glielo dice.

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