Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/02/2015, a pag. 16, con il titolo "Il Mossad ci avverte: 162 infiltrati in Italia", la cronaca di Mirko Molteni.
Due nuove espulsioni di sospetti islamisti da Genova e da Varese, ripropongono il tema della sorveglianza antiterrorismo. Sono almeno 17 i «combattenti stranieri» dell’Isis provenienti dall’Italia, parte italiani convertiti all’Islam, parte immigrati. Nel conteggio, alcuni uccisi in combattimento in Siria e Iraq, come il genovese Giuliano Delnevo, ma di molti presunti caduti non v’è certezza, se irreperibili i corpi.
Fanno parte del più ampio gruppo di 59 volontari che hanno legami con l’Italia anche solo per transito. Si aggiungono ben 162 infiltrati dell’Isis sul nostro territorio, stando alle «dritte» che il Mossad, il servizio segreto israeliano, ha passato agli 007 nostrani. Lo ha segnalato ieri il Tempo, mentre le espulsioni delle ultime ore confermano una situazione delicata.
A Genova il 37enne franco-tunisino Sahbi Chriaa è stato processato per direttissima a un anno di carcere per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Sospetto estremista, era stato arrestato a Lavagna il 10 gennaio e nel carcere di Marassi inneggiava alla jihad. Proprio ieri mattina durante l’udienza era giunta alla polizia una telefonata anonima che segnalava una bomba nel tribunale ligure. Falso allarme. Chriaa, definito «indesiderabile»,è stato accompagnato dalla polizia alla frontiera di Ventimiglia per essere consegnato ai francesi.
Sempre ieri è stato espulso dall’Italia su ordine del ministero degli Interni il figlio 34enne dell’ex-imam di Varese, il noto Abdelmajid Zergout, che secondo l’ordinanza «avrebbe espresso sostegno alle attività del Califfato». In particolare, il marocchino può «essere plagiabile dai terroristi e diventare parte attiva dell’organizzazione» poiché ha frequentato su internet «siti che inneggiano alla jihad esprimendo opinioni favorevoli a quanto sta accadendo in Siria e in Iraq e all’avanzata dello Stato islamico». È stato in serata portato all’aeroporto di Malpensa e non potrà rientrare in Italia per molto tempo. Essendo il giovane Zergout sposato a un’italiana e con una vita da lavoratore, la notizia è stata accolta con incredulità a Brunello, dove risiede. La sorella: «Gli dicevo: non credi che scrivendo queste cose avrai dei problemi? Mi rispondeva: Siamo in un Paese democratico. Esprimo la mia opinione».
Dalla lista dei sorvegliati, molti nomi rilanciati dalla stampa. Come il 30enne calabrese Giampiero F., convertito le cui tracce nel luglio 2014 si perdono a Sirnak, al confine turco-siriano. Da settembre 2013 ha invece lasciato Brescia per la Siria Anas El Abboubi, che fa parte del gruppo integralista «Sharia for Italy», che sogna la legge islamica a casa nostra. Il bosniaco Ismar Mesinovic, che abitava vicino a Belluno, sarebbe morto ad Aleppo a gennaio 2014, ma non è ancora sicuro. Il convertito Mario S., italiano con passaporto tedesco, ha passato nel luglio 2013 la frontiera fra Bulgaria e Turchia per sparire nel nulla. Transitati dal nostro Paese anche Ayman Ramadan, Abde Irrhamn Elnahass, Mohamed Hamrouni.
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