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Corriere della Sera Rassegna Stampa
06.02.2015 L'Onu denuncia i crimini dello Stato islamico contro i bambini
Cronaca di Viviana Mazza

Testata: Corriere della Sera
Data: 06 febbraio 2015
Pagina: 14
Autore: Viviana Mazza
Titolo: «'Crocifissi o sepolti vivi: il Califfato tortura i bambini': la denuncia choc dell'Onu»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/02/2015, a pag. 14, con il titolo " 'Crocifissi o sepolti vivi: il Califfato tortura i bambini': la denuncia choc dell'Onu", la cronaca di Viviana Mazza.


Donne e bambini yazidi in fuga dalle regioni controllate dai terroristi dello Stato Islamico


Viviana Mazza

«I bambini delle minoranze etniche e religiose vengono uccisi sistematicamente dall’Isis: ci sono stati ripetuti casi di esecuzioni di massa, come pure notizie di decapitazioni, crocifissioni e di minorenni sepolti vivi». In un nuovo rapporto, il Comitato Onu sui diritti dell’Infanzia denuncia gli abusi cui sono sottoposti i bambini nei territori di Iraq e Siria sotto il controllo del «Califfato». I 18 esperti chiamati a redigere il documento confermano così la situazione drammatica testimoniata nei mesi passati da inchieste giornalistiche, organizzazioni per i diritti umani, da altre commissioni delle Nazioni Unite nonché da video e immagini diffusi sui social media dagli stessi jihadisti.

Le vittime sono soprattutto le minoranze, come yazidi e cristiani, ma anche sciiti e sunniti, spiega Renate Winter, una dei 18 membri del Comitato, già giudice della Corte speciale per la Sierra Leone. Il rapporto denuncia anche la vendita dei bambini come schiavi, «esposti al mercato con i cartellini con il prezzo » (è stato osservato in passato che il prezzo più alto a Mosul è riservato a maschi e femmine di età compresa tra uno e nove anni) come pure «le violenze sessuali sistematiche» (in particolare la pratica della «muta’a», i matrimoni a tempo nell’ottica di costringere poi le ragazze alla prostituzione).

A volte i minorenni vengono rapiti oppure i genitori sono costretti a lasciarli nelle mani dell’Isis, ma possono essere anche i familiari jihadisti a coinvolgerli nella violenza. Con le manine agili fabbricano le bombe, le stesse con cui poi si fanno saltare in aria. «Abbiamo avuto notizia di bambini, specialmente bambini disabili, usati come kamikaze, probabilmente senza che capissero del tutto ciò che stava accadendo» afferma Winter. «C’è un video diffuso in Rete che li mostra, piccolissimi, dagli otto anni in giù, mentre vengono addestrati per diventare soldati». I filmati dell’Isis ostentano spesso l’indottrinamento di questi miniguerrieri con tanto di fasce da combattenti e kalashnikov.

Appaiono accanto agli adulti non solo come spettatori ma anche come carnefici: famoso, ma certamente non unico, il caso di un miliziano arrivato dall’Australia con il figlio di sette anni, fotografato — quest’ultimo — mentre teneva in mano la testa di un uomo decapitato. L’Onu denuncia infine che i bambini vengono usati dall’Isis come scudi umani contro i bombardamenti della coalizione a guida americana. Proprio ieri il «Centro di documentazione delle violazioni in Siria» ha diffuso un rapporto (non confermato dal Pentagono) secondo cui 60 persone (tra cui diversi minori) sarebbero state uccise nel nord della Siria il 28 dicembre in un raid su una prigione del Califfato. I 18 esperti chiedono al governo iracheno di «salvare i bambini», ma di fatto il loro destino è parte di una realtà di violenza sfuggita al controllo dei singoli Stati.

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