Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/01/2015, a pag. 10, con il titolo "Mogherini: 'Non cediamo agli impulsi, la Ue difenda i valori della convivenza' ", l'intervista di Marco Zatterin a Federica Mogherini; a pag. 15 l'articolo "Emma Bonino ancora in cima ai sondaggi"; dal CORRIERE della SERA, con il titolo " 'Rabbia'. Ma lo scrive in francese, non in arabo", le dichiarazioni di Tariq Ramadan. Segue il commento di Informazione Corretta sull'intervista a Dario Fo pubblicata sul FATTO QUOTIDIANO e su due titoli del MANIFESTO.
Il calendario del jihad
Ecco gli articoli:
LA STAMPA - Marco Zatterin: "Mogherini: 'Non cediamo agli impulsi, la Ue difenda i valori della convivenza' "
Convivenza ? L'avrebbe detto anche dei nazisti di Hitler ?
Marco Zatterin Federica Mogherini
Fuori nevica e all’Opera di Riga Federica Mogherini assiste insieme a tutta la Commissione Ue al concerto che celebra l’inizio del semestre di presidenza europea della Lettonia. «Bisogna separare la parola “terrorismo” da “Islam”» ha detto poco prima in conferenza stampa l’Alto rappresentante europeo per la politica estera. In un attimo di pausa, aggiunge che l’«Europa deve comunque mantenere i nervi saldi, agire rapidamente per garantire la sicurezza di tutti ed evitare di far d’ogni erba un fascio, perché si alimenterebbero problemi anche maggiore». Puntare sui valori. E sui risultati.
Dopo Charlie Hebdo, cosa cambia nella strategia Ue?
«Anzitutto faremo il possibile per raccordare il lavoro dei ministri degli Interni, della Giustizia e degli Esteri, partendo dalla libera circolazione dei cittadini per arrivare al nodo dei “foreign fighters”. Questo è il valore aggiunto più importante. Al contempo, vanno coordinati anche i servizi di informazione. Conosciamo bene le gelosie esistenti, non hanno senso. Dobbiamo lavorare insieme, davvero, per prevenire le tragedie».
Con quali strumenti?
«Tutto quelli disponibili, a partire dal Pnr, l’intesa sui dati dei passeggeri delle compagnie aerei bloccata all’Europarlamento da due anni. Ogni commissario sta mappando il lavoro già fatto per valutare nuove misure concrete. Ci vorrà tempo, ma non ne dobbiamo perderemo. I ministri degli Esteri ne parleranno il 19. I responsabili di Giustizia e Interni entro la fine del mese».
Mica facile, con l’aria che tira.
«È necessario diffondere il messaggio della razionalità, serve a rafforzare le condizioni di convivenza civile. Significa, ad esempio, assicurare alla Giustizia i criminali di Parigi senza toni che alimentano il confronto e le tragedie. Le autorità francesi stanno facendo bene».
Marine Le Pen parla di ripristinare la pena di morte, la Lega vuol bloccare Schengen. E voi?
«Noi dobbiamo difendere i principi europei, la libertà di stampa, i valori della democrazia e della convivenza, la libera circolazione, la certezza e l’adeguatezza delle pene. L’Europa è capofila nella lotta contro la pena di morte, non si torna indietro. La risposta nel cercare di vivere insieme essendo differenti, come l’Europa che è nata per far star stare insieme popoli che da sempre si facevano la guerra».
Quando ci sono i morti dicono tutti così. Qualcuno dovrebbe fare autocritica, non le pare?
«Si, ma bisogna andare oltre. La politica ha sempre due scelte. Seguire o mostrare la strada. È qui che servono leader forti, qui che si misura la loro capacità».
Come lo spiega a chi crede che l’Islam sia la causa di ogni male?
«Coi risultati. So bene che chi ti ascolta si attende che qualcuno parli di “pugno duro” o “di pena di morte”. Invece si deve dire che fra i valori centrali dell’Unione, oltre la “libertà di vignette”, c’è la capacità di agire razionalmente per il bene comune. Occorre essere efficienti e agire in modo concreto».
Lo si vede raramente.
«Troppo spesso si fanno sparate mediatiche, si dice ciò che si pensa che i cittadini vogliono sentire e si dimentica di agire. Non serve. Dobbiamo rispondere all’esigenza di sicurezza e ricordare che l’intolleranza si esprime in molti modi. Servono regole. Ma anche un lavoro culturale di rigenerazione delle radici dell’esperienza europea, quelle dell’unità nella diversità».
LA STAMPA: "Emma Bonino ancora in cima ai sondaggi"
Ieri La Stampa ha pubblicato un'intervista a Emma Bonino in cui la ex-ministro si è dilungata tentando di tenere ben distinti i pochi, isolati terroristi islamici e la gran massa dei musulmani "moderati".
Oggi, altro pezzo sulla medesima, nel quale la si dà come condidata alla presidenza della repubblica con la quotazione più alta. Di fronte a queste dichiarazioni, non ci resta che pensare alla elezione del Papa, quando si dice del cardinale X prossimo Papa, non è mai quello che viene eletto...
Emma Bonino
Rieccola. Puntualissima. Ogni volta che i principali siti online lanciano una consultazione sul candidato ideale per il Quirinale, già da anni svetta sempre lei: Emma Bonino. Fu così due anni fa e lo stesso film si sta replicando in queste ore: la leader radicale furoreggia in tutte le classifiche. Nella consultazione indetta da La Stampa.it la Bonino è risultata prima col 31% delle preferenze, con Romano Prodi al secondo posto (19%) e distaccatissimo al terzo Stefano Rodotà (9%). Analogo ordine di classifica nel sondaggio del Corriere della Sera: la Bonino svetta al primo posto (col 26%), Prodi è di nuovo secondo (col 13,7%) e al terzo posto, anche in questo caso, c’è Rodotà, col il 12,7%. Persino sul sito del Fatto Quotidiano, giornale di tendenza che non ha mai amato i radicali, anzi, dopo due giorni di voti, la Bonino compare nella top five: al quinto posto, dietro a Romano Prodi, Gustavo Zagrebelsky, Ferdinando Imposimato e Stefano Rodotà, primo classificato.
Certo, le consultazioni online non hanno alcun valore scientifico, ma quando coinvolgono centinaia di migliaia di utenti e quando - da siti diversi - producono risultati convergenti e costanti nel tempo, qualcosa vorrà dire. Emma Bonino, si sa, è apprezzata in una vasta fascia di opinione pubblica bipartisan interessata alla politica, ma è malvista dai principali leader del Palazzo. Ne soffrono la personalità? Con un Papa come Francesco, possono ancora ripetere che Oltretevere non può andare una laica a tutto tondo come la leader radicale? A dispetto di una proverbiale competenza in politica estera, Matteo Renzi preferì sostituirla con Federica Mogherini.
E quanto alla Bonino, è l’unica papabile al Quirinale che non abbia sposato l’ipocrisia di tutti gli altri candidati, che interpellati sulle loro chances, si proclamano puntualmente disinteressati. Pochi giorni fa Emma Bonino, in una video-intervista a La Stampa.it, la Bonino ha detto: «Se ero pronta in occasione della campagna Emma for president, dopo 15 anni di esperienza in più non posso dire di non esserlo, ma la situazione non è mutata: la decisione non spetta né all’opinione pubblica né ai cittadini ma ad oltre mille grandi elettori». Oltretutto gli ostacoli del passato, stavolta risultano raddoppiati: la Bonino è fuori dal Parlamento, fuori dal governo e con alle spalle un partito, ancora capace di far opinione, ma da anni concentrato senza se e senza ma su un’unica questione: l’invivibilità delle carceri.
CORRIERE della SERA: " 'Rabbia'. Ma lo scrive in francese, non in arabo"
Come sempre Ramadan evita di scrivere in arabo ciò che scrive in inglese e in francese. Così continua a rappresentare in Europa i Fratelli musulmani.
Ecco l'articolo:
Tariq Ramadan
«No! No! No!». Per Tariq Ramadan, accademico ginevrino di origine egiziana, professore di studi islamici contemporanei all’Università di Oxford, gli autori della strage nella redazione di Charlie Hebdo non hanno vendicato il profeta Maometto, come pare abbiano detto. Le loro azioni hanno «tradito e disonorato la religione, i nostri valori e i principi islamici». Su Facebook, Ramadan, oltre ad aver espresso le «condoglianze sincere» per le famiglie delle vittime, ha condannato la strage: «La mia condanna è assoluta e la mia rabbia è profonda (sana e mille volte giustificata) contro questo orrore». Concetto ribadito su Twitter e in tv, a Democracy Now. Su Facebook, il testo delle 17 era in francese (128 mila like) e in inglese (12 mila). Non in arabo, lingua in cui sono tradotti altri messaggi.
IL FATTO QUOTIDIANO pubblica oggi un'intervista a Dario Fo. Il comico - evidentemente i comici che parlano di politica piacciono al Fatto -, già noto per posizioni demagogiche e complottiste, sostiene che l'islam sia nemico degli assassini del Charlie Hebdo, e viceversa. Se è come dice Dario Fo, perché non vediamo le piazze gremite di musulmani pronti a manifestare contro i terroristi?
IL MANIFESTO introduce oggi gli articoli sull'attacco di Parigi con due titoli fuorvianti:
"E' caccia aperta alla cellula familiare"
"Fedeli fai da te, jihadisti per caso"
Ancora una volta, il quotidiano comunista è il primo a proporre una interpretazione riduttiva - e quindi falsa - del terrorismo islamico. L'idea che si trae dai due titoli è che l'attentato sia dovuto a una coppia di fanatici isolata, mentre non è così. Molte moschee in tutta Europa sono centri di indottrinamento all'odio contro Israele, gli ebrei, l'Occidente e i suoi valori. Questa è la causa, i killer di Parigi sono solo la naturale conseguenza.
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