Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 08/01/2015, a pag. 22, con il titolo "Sì alla Palestina nella Corte dell'Aja, protesta degli Usa", la cronaca di Paolo G. Brera.
La notizia dell'ammissione della "Palestina" - che, giova ricordare, non è uno Stato - alla Corte Penale Internazionale dell'Aja è l'ennesimo provvedimento con cui le Nazioni Unite dimostrano la propria tendenziosa avversione a Israele.
Ecco la cronaca di Paolo G. Brera:
Paolo G. Brera
Dal primo aprile la Palestina diventerà il 123esimo membro della Corte penale internazionale dell’Aja: potrà così chiedere di processare Israele per i crimini di guerra commessi nella Striscia di Gaza, come hanno preannunciato fonti dell’Anp. La notizia è stata diffusa con un comunicato pubblicato sul sito delle Nazioni unite dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che ha sottolineato di agire come depositario per i documenti di ratifica. L’adesione è fortemente osteggiata non solo da Israele ma anche dagli Usa, che la contestano in quanto “non è uno Stato sovrano”. E annunciano il riesame del pacchetto annuale di aiuti all’Anp da 440 milioni di dollari. Ogni denuncia presentata dall’Anp contro Israele innescherebbe un taglio immediato di finanziamenti Usa. E la misura si aggiunge al congelamento di oltre 100 milioni di dazi doganali raccolti da Israele e destinati all’Anp.
La richiesta di adesione era stata presentata da Abu Mazen il 31 dicembre, all’indomani della sconfitta al Consiglio di Sicurezza dell’Onu: per un solo voto l’Anp non riuscì a far passare una risoluzione che chiedeva il ritiro completo di Israele dalla Cisgiordania entro il 2017, e il riconoscimento dello Stato di Palestina che dal 2012 ha lo status di osservatore non membro. L’Anp ha presentato i documenti per accedere a 14 convenzioni e trattati tra cui quello di Roma, che consente l’accesso alla Cpi. Il segretario generale dell’Onu li ha accettati per il deposito, accertando che fossero “in debita forma”, e ha informato tutti gli Stati interessati.
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